L'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia a Bari. L'inchiesta e Decaro - Prima puntata.
La vicenda che colpisce il sindaco di Bari, tutti i baresi e non solo...
Sembra il Venezuela, invece è semplicemente Bari.
La città che ha il lato simpatico che fa cambiare, durante un concerto, una strofa a Noemi, ma che ci regala anche queste chicche non proprio edificanti.
Se pensavamo che i fuochi in questo periodo sarebbero stati i falò di San Giuseppe, evidentemente ci siamo sbagliati, quello che è accaduto in questi giorni è una patata bollente e non solo per il sindaco Antonio Decaro, ma per tutta componente politica e della popolazione, visto che si potrebbe arrivare anche alla figura del commissario prefettizio.
La vicenda che negli ultimi giorni ha preso il sopravvento mediatico, in realtà comincia il 26 febbraio, anche se come vedremo la data vera è parecchio antecedente, quando la Polizia eseguì, proprio alle prime luci dell'alba a Bari e nell'area metropolitana del capoluogo, due ordinanze nei confronti di 130 persone emesse dalla Sezione Gip presso il Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nonché a ingenti sequestri di natura patrimoniale.
Il blitz, denominato "Codice interno" ha visto l'impiego di mille uomini ed ha colpito anche persone "appartenenti o contigue" al clan Parisi-Palermiti attivo nel quartiere Japigia.
Tornando al blitz, oltre all'esecuzione dei provvedimenti, sono stati eseguiti patrimoniali d’urgenza, disposti dalla Dda, "di beni e patrimoni riconducibili alle attività delittuose in contestazione o costituenti patrimoni di ingiustificata provenienza, sproporzionati rispetto alle reali capacità reddituali, nei confronti di 16 persone indagate, alcune delle quali già destinatarie delle su indicate misure cautelari personali, per un ammontare approssimativo" di 20 milioni di euro, e "comprendenti diversi immobili, tra appartamenti e capannoni industriali, quote di società commerciali, industriali e di servizi, conti correnti bancari e postali, autovetture e beni di lusso".
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione di tipo mafioso, estorsioni, porto e detenzioni di armi da fuoco, illecita commercializzazione di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti, frode in competizioni sportive.
Tutti questi reati sono aggravati dal metodo mafioso, ma quello su cui la discussione è diventata di dominio pubblico è il reato di scambio elettorale politico-mafioso.
Dalle indagini della Dda risulterebbe una presunta ingerenza elettorale politico-mafiosa, in particolare di consorterie criminali di stampo mafioso come i Parisi-Palermiti e gli Strisciuglio, nelle Elezioni Comunali di Bari del 26 maggio 2019.
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Tutte le puntate:👇
- L'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia a Bari. L'inchiesta e Decaro - Undicesima puntata.
- L'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia a Bari. L'inchiesta e Decaro - Dodicesima puntata.
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