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Israele indecente su tutti i fronti, Raid Notturno al Largo di Gaza: La Nave della Freedom Flotilla Intercettata e il Suo Equipaggio "Rapito"



La Madleen, con a bordo attivisti tra cui Greta Thunberg, abbordata dall'esercito israeliano mentre tentava di rompere l'assedio umanitario. Sale la tensione internazionale e si moltiplicano gli appelli per la liberazione.

Nelle ultime ore, le acque al largo di Gaza sono state teatro di un evento che sta sollevando ondate di indignazione internazionale. 

La nave "Madleen" della ONG Freedom Flotilla, carica di aiuti umanitari e con a bordo dodici attivisti disarmati – tra cui la nota figura di Greta Thunberg – è stata intercettata e abbordata in un'operazione notturna dall'esercito israeliano.

L'equipaggio è stato prelevato con la forza, in un'azione che gli organizzatori e molti osservatori definiscono senza mezzi termini come un "rapimento" e un "crimine di guerra".

La vicenda ha avuto inizio con un perentorio ordine da parte del Ministro della Difesa israeliano Katz, che intimava alla nave di "tornare indietro", dichiarando l'intenzione di fermare il convoglio con ogni mezzo necessario.

Più che un semplice ordine, le parole del ministro sono state percepite come una vera e propria minaccia, un'intimidazione diretta a chi osava sfidare il blocco imposto a Gaza.

La risposta degli attivisti a bordo, composta da dodici civili pacifici, è stata un esempio di straordinario coraggio: 
"Andremo avanti. Fino all'ultimo minuto, finché Israele non ci bloccherà tagliando internet e le comunicazioni. 
Siamo dodici civili disarmati, con a bordo solo aiuti umanitari", hanno dichiarato, dimostrando una determinazione ferrea di fronte a un governo che sta conducendo operazioni militari di vasta portata in un'area densamente popolata.

Questo atto di sfida e la successiva reazione israeliana si collocano in un contesto di profonda crisi umanitaria a Gaza e di crescente isolamento internazionale per Israele. 

La Freedom Flotilla si proponeva di rompere simbolicamente e materialmente l'assedio, portando beni di prima necessità a una popolazione stremata.

Secondo quanto riportato dagli attivisti e confermato da fonti vicine all'organizzazione, l'operazione israeliana si è svolta in più fasi: prima uno "sciame di droni urticanti" sul ponte della nave, seguito da un ultimatum e infine l'irruzione armata degli uomini dell'IDF. 
La violenza di questa azione, rivolta contro civili inermi con un carico esclusivamente umanitario, ha scatenato un'ondata di condanne.

Molti analisti e giuristi internazionali stanno già definendo l'abbordaggio e il prelievo dell'equipaggio come un grave precedente e un potenziale crimine di guerra, che si aggiunge a una lunga lista di accuse rivolte al governo israeliano e al suo leader, Benjamin Netanyahu. 

"Siamo di fronte a un gruppo di banditi liberi di compiere crimini contro l'umanità nel silenzio pavido, complice e inquietante del mondo intero, Italia ed Europa compresi," si legge in una nota diffusa dagli organizzatori, che denuncia la mancanza di una ferma reazione da parte della comunità internazionale.

La vicenda della Madleen solleva interrogativi cruciali sulla legalità e la legittimità delle azioni israeliane in un contesto di conflitto, e sulla responsabilità delle nazioni che, pur riconoscendo i principi del diritto internazionale, sembrano reticenti nell'applicare pressioni concrete.

Gli attivisti della Freedom Flotilla, che con il loro gesto hanno dimostrato un eroismo fuori dal comune, rischiano la propria vita senza alcuna protezione o sostegno governativo. 
La loro sorte è ora al centro dell'attenzione, e si moltiplicano gli appelli internazionali per la loro immediata liberazione.

La vicenda della Madleen, purtroppo, si configura come l'ennesimo drammatico capitolo di una cronaca che, anziché registrare la vittoria della civiltà, sembra condannata a narrare la persistenza della "bestialità" e l'impunità di crimini contro l'umanità.

La vergogna, come sottolineato, non è più un sentimento sufficiente. 
Urge un'azione decisa da parte della comunità internazionale per garantire la liberazione degli attivisti e per riaffermare il rispetto del diritto internazionale e umanitario.

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