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Scontro in Alto Mare: Greta Thunberg Espulsa da Israele, Accuse e Controaccuse Accendono il Dibattito Globale





L'attivista svedese e altri membri della Freedom Flotilla intercettati in acque internazionali, scatenando polemiche sul blocco di Gaza e le reazioni dei governi.

Un'azione marittima ad alta tensione e la conseguente espulsione di Greta Thunberg da Israele hanno riacceso con forza il dibattito internazionale sul blocco della Striscia di Gaza. 

la vicenda l'abbiamo seguita dall'inizio:

E purtroppo sapevamo come sarebbe andata a finire, anche se la speranza rimane l'ultima cosa che deve morire.

Ora registriamo l'ulteriore atto di questo scempio.
Una foto, quella che apre questo scritto che dovrebbe suscitare indignazione globale, viene invece accolta con scherno da parte di alcuni, che tentano di ridicolizzare una giovane donna di 22 anni che si è impegnata profondamente e personalmente.

Coglioni, certo, ma non sono solo i leoni da tastiera, qui ci possiamo mettere di tutto ed a tutti i livelli in questo schifo totale che continuiamo a vivere

L'episodio, che ha visto l'attivista svedese e altri membri della Freedom Flotilla Coalition intercettati in mare, ha generato un'ondata di polemiche, con accuse di illegalità da una parte e giustificazioni di sicurezza dall'altra.

L'Incidente e le Accuse di Violazione del Diritto Internazionale

La vicenda ha avuto luogo quando la nave "Madleen", parte della Freedom Flotilla Coalition e con a bordo dodici attivisti, tra cui Greta Thunberg, come abbiamo già descritto nel precedente articolo che riguarda la vicenda, è stata intercettata dalla Marina israeliana a circa 200 chilometri dalla costa di Gaza. 
L'obiettivo dichiarato degli attivisti era quello di rompere il blocco navale imposto da Israele sulla Striscia per consegnare aiuti umanitari a una popolazione stremata.

Greta Thunberg, al suo arrivo a Parigi dopo essere stata imbarcata su un volo per la Svezia (con scalo nella capitale francese), ha fermamente dichiarato di essere stata "rapita in acque internazionali". L'attivista ha sottolineato come l'azione israeliana, a suo dire, costituisca una violazione del diritto internazionale, ribadendo che la nave non avesse commesso alcuna infrazione. 

La sua espulsione, avvenuta dopo l'accettazione della deportazione da parte sua e di altri tre attivisti (un francese e uno spagnolo), ha segnato un nuovo capitolo nella complessa narrativa del conflitto.

Il destino degli altri otto attivisti a bordo della "Madleen", tra cui l'eurodeputata franco-palestinese Rima Hassan, rimane in bilico. 
Avendo rifiutato di firmare i documenti per l'espulsione, sono tuttora detenuti in Israele e potrebbero affrontare un processo in base alla legislazione israeliana per la loro deportazione.

Reazioni Globali: Tra Indignazione e Giustificazioni

L'episodio ha immediatamente scatenato un'ampia gamma di reazioni a livello mondiale. 
Numerose organizzazioni umanitarie e sostenitori della causa palestinese hanno condannato l'intervento israeliano, definendolo un atto illegale e un tentativo di soffocare le iniziative di solidarietà e il dissenso. L'incidente è stato interpretato da molti come un "messaggio di onnipotenza e impunità" da parte di Israele, volto a scoraggiare ulteriori tentativi di opposizione alle sue politiche.

Dall'altro lato, il governo israeliano ha difeso con fermezza la propria operazione. 
Il Ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha etichettato l'iniziativa della Freedom Flotilla come una "provocazione" piuttosto che una genuina missione umanitaria. 
Ha inoltre assicurato che gli aiuti trasportati dagli attivisti, se non consumati, sarebbero stati comunque veicolati a Gaza attraverso i canali umanitari già operativi. 
Katz ha respinto le accuse di illegalità, sostenendo che il blocco è "legale e necessario ai fini della sicurezza" di Israele. 
In un ulteriore gesto, il Ministro della Difesa israeliano avrebbe anche invitato gli attivisti a visionare video degli attacchi del 7 ottobre, un'offerta che, stando alle fonti, l'equipaggio avrebbe rifiutato.


La Posizione Italiana Sotto Accusa

In Italia, le dichiarazioni del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, hanno provocato una vivace polemica. 
Tajani ha commentato l'accaduto affermando che "le provocazioni non servono a niente" e definendo l'iniziativa come un'"operazione politica", sostenendo inoltre che la nave fosse "piccola e non potesse portare grandi aiuti". 
Questa posizione è stata duramente criticata da diverse fazioni politiche e dell'opinione pubblica, che la interpretano come una minimizzazione dell'accaduto e un'implicita approvazione del comportamento israeliano, in contrasto con i principi del diritto internazionale e dell'azione umanitaria.
Le critiche al governo italiano si sono intensificate, con alcuni esponenti dell'opposizione che hanno richiesto un intervento più incisivo per la protezione degli attivisti e per la difesa del diritto internazionale. 

È stato inoltre evidenziato come altri paesi europei, tra cui Francia e Spagna, abbiano assunto posizioni più esplicitamente critiche nei confronti dell'operato di Israele in questa circostanza. 
Le parole di Tajani sono state percepite da molti come fredde e distaccate, prive di un'espressione di "conforto o abbraccio virtuale" nei confronti di una giovane attivista che, pur con tutti i distinguo sulle sue posizioni, si è esposta in prima persona.

L'episodio della Freedom Flotilla e l'espulsione di Greta Thunberg continuano ad alimentare un dibattito complesso e profondamente polarizzato. 
La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla libertà di espressione, il diritto all'azione umanitaria in contesti di conflitto e il ruolo della comunità internazionale di fronte alle violazioni percepite del diritto internazionale, lasciando aperte molteplici questioni sulla direzione futura delle relazioni internazionali in Medio Oriente.

Questo mondo fa sempre più schifo.

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