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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Il peso del silenzio e dell'attacco: la Flottiglia Umanitaria tra le onde e le polemiche in Italia.



L'indecenza del dibattito pubblico. 


Mentre la Global Flottiglia Umanitaria (Global Sumud Flotilla) affronta i pericoli in alto mare, circondata da navi militari e a migliaia di chilometri da casa, a bordo non è solo l'imminente minaccia a generare frustrazione. C'è un'amarezza che arriva dalla terraferma, proprio dal Paese d'origine di parte dell'equipaggio: l'Italia.

​Immaginate di essere su un'imbarcazione di appena dodici metri, a quasi un mese di navigazione, con i giubbotti di salvataggio indossati in caso di un'aggressione da parte di quello che possiamo definire "l'esercito più feroce del mondo", al servizio di uno "Stato genocida".  

In una situazione di tale estrema tensione, con le comunicazioni radio interrotte, tanti sentimenti ti assalgono e comprendi quanto sia giuste l'indignazione che si sposta verso il comportamento del proprio governo.

​Si, perché dobbiamo sottolineare di come il governo italiano è colpevole di non solo non difendere una "missione di pace e umanitaria", ma di dedicare tempo ed energie ad attaccarla, delegittimarla e, addirittura, a incolparla preventivamente. 

L'accusa è quella di un ribaltamento di responsabilità: un'imbarcazione di dodici metri, carica di aiuti, verrebbe ritenuta un pericolo per gli "interi piani di pace per il Medio Oriente".

​La critica è diretta al Presidente del Consiglio: "Se dici trenta volte a Flottilla di fermarsi e mai una volta ad Israele di rimuovere un blocco navale illegale che serve per affamare le persone, vuol dire... che sei dalla parte sbagliata della Storia anche nel 2025."

​L'indecenza del dibattito pubblico: il caso "Porta a Porta"

​L'apice dello "schifo" denunciato si è raggiunto durante una serata televisiva potenzialmente cruciale. 

Le azioni e le parole di Bruno Vespa a “Porta a Porta” nei confronti dell'attivista Tony La Piccirella, in collegamento dalla Flottiglia, sono state definite "indegne di essere trasmesse sulla prima rete del Servizio Pubblico".

​Il dibattito è degenerato in quello che possiamo descrivere come un "misto di arroganza, aggressività, violenza verbale, classismo, disinformazione pura".

​Un momento particolarmente contestato è stato quando Vespa ha incalzato La Piccirella con la proposta del cardinale Pizzaballa sugli aiuti, non come una domanda, ma come un "polpetta avvelenata". 

Alla risposta dell'attivista, che ha definito la proposta "non conforme alla natura della missione", Vespa avrebbe risposto in modo irrispettoso parlando dei destinatari degli aiuti come i "poveracci" di Gaza.

​La situazione è precipitata quando, di fronte all'ennesima spiegazione, Vespa avrebbe urlato: “E allora vi posso dire che non ve ne fotte niente delle persone che sono lì? per poi interrompere la linea, impedendo ogni replica.

​Questo atto di "offesa e censura" è la reazione di chi "non ha argomenti" ed è riuscito a insultare e accusare persone che rischiano la vita in mare per portare assistenza a una popolazione colpita dalla fame e dalla guerra.

​Solidarietà e Riconoscimento

​L'episodio ha portato il giornalista e scrittore Lorenzo Tosa a segnalare Vespa al Consiglio di disciplina dell'Ordine dei Giornalisti.

​A noi non rimane che sottolineare la totale solidarietà a Tony La Piccirella e all'intero equipaggio. 

Ti fa cadere le braccia se pensi che se la mobilitazione politica e giornalistica contro la Flottiglia fosse stata usata per fermare le azioni militari, molte vite a Gaza si sarebbero potute salvare.

Esprimere gratitudine a queste donne e uomini, dai 20 agli 86 anni, di ogni nazionalità per Il loro gesto in mare, sostenuto da "milioni di italiani da terra," e da tutto il mondo è doveroso e dobbiamo anche vederlo come un atto solitario per mantenere "la dignità e la decenza storica del proprio Paese e in particolare del nostro disastrato Paese."

​Tutto il resto è uno schifo.

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