La Fuga (?) di Albanese da La7: Tra Propaganda, Ipocrisia Istituzionale e l'Uso Scomodo della Senatrice Segre
Bufera mediatica dopo l'uscita dalla trasmissione In Onda. Il Presidente del Senato La Russa attacca, ma la polemica smaschera la strumentalizzazione politica e il "Paese al contrario".
Una scena televisiva è bastata a innescare una nuova, veemente ondata di polemiche e attacchi politici che mettono in luce le dinamiche più controverse della propaganda italiana contemporanea.
Al centro della vicenda c'è l'uscita anticipata di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati, dallo studio del programma In Onda su La7, subito dopo che un altro ospite, Francesco Giubilei, aveva citato la senatrice a vita Liliana Segre a proposito della definizione di "genocidio" a Gaza.
Un'affermazione che, per molti, capovolge la realtà dei fatti e scatena un'indignazione profonda, riassumibile nel concetto che sia più grave "chi usa una donna di 95 anni sopravvissuta ai campi di sterminio per provocare Francesca Albanese o il Presidente del Senato che conserva orgogliosamente i busti di chi ce l'ha mandata nei campi di sterminio."
Al di là delle opinioni personali, la necessità è quella di ricostruire la dinamica e smantellare la narrazione di una presunta "fuga".
I Punti Chiave per Smontare la Propaganda
L'analisi dei fatti chiarisce la situazione, smentendo l'immagine di una relatrice ONU in preda al panico da confronto:
- Nessuna Fuga, Nessun Confronto Temuto: L'idea che Francesca Albanese, giurista di fama internazionale che da anni opera ai massimi livelli sui temi di Gaza e della Palestina, possa "scappare" o "fuggire" dal confronto con un opinionista come Giubilei è considerata dagli osservatori come semplicemente assurda. Albanese è una professionista che sostiene le sue tesi con dati e argomentazioni legali, e non avrebbe ragione di temere un dibattito, neanche con controparti politicamente schierate.
- Impegno Precedentemente Programmato: Il conduttore di In Onda, Luca Telese, ha subito chiarito in diretta che l'uscita della Albanese era in realtà già programmata per le ore 21:00 a causa di impegni precedenti (la registrazione di un podcast). L'anticipo di qualche istante con cui la relatrice ha lasciato lo studio non è stato dovuto alla paura, ma – come suggerito da molti – all'insopportabilità di assistere alla strumentalizzazione della figura di Liliana Segre per negare la possibilità di un genocidio in corso e provocare chi, come Albanese, sostiene il contrario con prove dettagliate da oltre due anni. Albanese stessa ha poi ribadito di aver lasciato lo studio perché "non parlo con chi non è preparato su Gaza" e che la citazione di Segre da parte di Giubilei le aveva fatto capire di trovarsi di fronte a persone non competenti in materia.
- Il Vero Motivo dell'Uscita: L'Uso Strumentale di Segre: Albanese non si è alzata semplicemente al suono del nome della Senatrice, bensì in reazione all'uso che ne è stato fatto: Giubilei ha citato Liliana Segre per sostenere che la sua posizione, contraria alla definizione di "genocidio" per la condotta militare israeliana a Gaza (posizione che la senatrice a vita aveva espresso in passato, parlando di abuso del termine), confermasse la tesi del giornalista di destra. L'uscita di Albanese è dunque interpretata non come una mancanza di rispetto verso Segre, ma come una forte intolleranza all'uso "vergognoso e strumentale" di una sopravvissuta all'Olocausto, perpetrato proprio da esponenti di quella stessa destra che spesso mostra ambiguità nel definirsi pienamente antifascista.
- L'Ipocrisia Istituzionale di Ignazio La Russa: Il punto che per molti appare il più clamoroso è l'intervento del Presidente del Senato. Il richiamo alla solidarietà per Liliana Segre, "tirata per la giacchetta" nel dibattito, risulta quantomeno incoerente se a pronunciarlo è la stessa figura istituzionale che "tiene orgogliosamente in casa il busto di chi ce l'ha mandata, nei campi di sterminio"— un chiaro riferimento alle sue dichiarazioni passate sul fascismo.
In conclusione, la vicenda mediatica, lungi dall'essere una semplice "fuga" di Francesca Albanese, si è trasformata in un drammatico specchio dell'attuale dibattito politico e televisivo italiano, dove la solidarietà sincera a figure come Liliana Segre e Francesca Albanese rischia di essere sovrastata dall'ipocrisia e dalla bieca strumentalizzazione politica sull'asse destra-sinistra.
Il caso è emblema del "Paese al contrario" in cui, per molti, la propaganda prevale sulla ricostruzione fedele dei fatti.
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