Dopo lo Sciopero Epocale: La Reazione del Governo Tra Costi e Minacce
"A filar d buttun" esposta a Bari attende sempre...
La più grande manifestazione e il più grosso sciopero della storia recente, 👇🏼
...che ha visto oltre due milioni di persone in piazza, ha lasciato un segno profondo nel panorama politico italiano. Tuttavia, la risposta dei vertici di governo, in particolare della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Ministro Matteo Salvini, sembra essere stata improntata non al confronto sulle istanze portate dai manifestanti, ma piuttosto sul tentativo di quantificare i costi e di ricorrere alla minaccia.
L'eco del malcontento, che possiamo descrivere come un "bruciore o il dolore" molto intenso per i componenti del governo, idealmente "je assai u dlaur", come si direbbe alle mie latitudini, sembra aver spinto la maggioranza su posizioni difensive e "Senza senso" o volte a fare "buon viso a cattivo gioco".... Nel senso di tentare un gioco cattivo.
La sensazione è che il governo si trovi "dalla parte sbagliata della storia", una posizione che comporterebbe un "costo esorbitante" per i cittadini, e che non riesca (o non voglia) rendersi conto della portata del dissenso popolare.
Il popolo, "costituzionalmente sovrano", avrebbe agito per "restituire dignità all'Italia", lasciando il governo a domandarsi su come "raccogliere i cocci".
La Contromossa del Governo: Fissazione sui Costi
Di fronte a un'onda di protesta che è stata definita un "riscatto della dignità e l'umanità di un Paese intero", la reazione immediata di Meloni e Salvini è stata sorprendente: parlare di soldi.
La Presidente del Consiglio Meloni, dopo aver tentato senza successo di sminuire l'evento parlando di "weekend lungo", ha virato sulla quantificazione del danno economico.
La sua richiesta è chiara e accompagnata da una velata minaccia: "Fatemi sapere quali sono i costi esatti. Poi sarò io a parlarne agli italiani".
Questo approccio è stato interpretato come l'ennesimo tentativo di squalificare e scoraggiare i lavoratori spostando il focus dal merito delle proteste al loro impatto finanziario.
Contemporaneamente, il "legaiolo" Salvini ha rilanciato una sua proposta controversa: l'idea di far pagare ai manifestanti una caparra per i danni e di aumentare i costi per gli "scioperi illegali".
Una proposta che possiamo liquidare come "scellerata e palesemente anticostituzionale" e possiamo invitare Salvini ad "attaccarsi a sta flar d buttun" come è stato invitato a fare nel corso della manifestazione di Bari.
Per criticare aspramente questa mossa, non ci sarebbe neanche bisogno di l'episodio dei 49 milioni (riferimento alle vicende giudiziarie della Lega sui rimborsi elettorali), per sottolineare l'ipocrisia di un politico che parla dei costi per gli italiani.
In sintesi, l'unica risposta tangibile da parte dei due leader è stata interpretata come un "offenderli" anziché come un'apertura al dialogo.
L'Appello alle Urne
L'auspicio è che i due milioni di italiani scesi in piazza si ricordino di questo momento e della reazione governativa anche al momento del voto, e che soprattutto "ci vadano" alle urne.
Il messaggio è che l'energia della piazza deve essere tradotta in un atto di sovranità democratica, rendendo definitiva la svolta che ha dimostrato che "l'Italia s'è desta".
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