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Mola di Bari Senza Primo Intervento: La Comunità Dice BASTA al Silenzio




Oltre 24.000 cittadini a rischio da più di 10 anni. Nasce il "Comitato Civico-Mola di Bari" per una raccolta firme che esiga sicurezza e dignità.

​La pazienza è finita. 
Dopo oltre dieci anni di assenza di un Punto di Primo Intervento, la comunità di Mola di Bari, una città con più di 24.000 abitanti, si mobilita contro quello che viene definito uno "scempio" e una "condizione disumana" che mette a rischio la vita dei cittadini.

​La denuncia è forte e chiara: nonostante la nota situazione di disavanzo sanitario della Regione Puglia, i cittadini non sono più disposti ad accettare in silenzio una mancanza così determinante per la loro sicurezza. 

Come sottolineato dai promotori dell'iniziativa, lamentarsi non basta più; è il momento di trasformare le parole in una precisa azione civica.

​Una Tragedia Annunciata

​Attualmente, Mola di Bari dispone esclusivamente di una Guardia Medica e di una postazione del 118 sulla quale, spesso, non è garantita la presenza di un medico.

​L'allarme lanciato è drammatico: "Se, di notte, due dei nostri 24.000 cittadini dovessero star male contemporaneamente, specialmente se si tratta di soggetti fragili, uno di loro rischierebbe la vita". 

La situazione è definita come una "cronaca di una tragedia annunciata".

​La domanda che la comunità pone alle istituzioni è tagliente: «Dobbiamo davvero attendere che accada il peggio prima che si decidano a intervenire?»

​Cosa succede oggi in caso di emergenza, specialmente di notte? 

I cittadini sono costretti a recarsi con mezzi propri o a farsi accompagnare nella struttura più vicina, oppure a chiamare un'ambulanza costretta a percorrere lunghe distanze. 

Per un malato di cuore o per patologie in cui ogni minuto è vitale, questa attesa può fare la differenza tra la vita e la morte.

​La Salute è un Diritto, Non un'Elemosina

​L'indignazione molese è amplificata dal contrasto tra l'orgoglio di vivere in una "città d'arte" e la realtà di una sanità definita da "terzo mondo"

Non è ammissibile che questioni meramente amministrative o finanziarie possano prevalere sul diritto fondamentale alla salute.

​"Non è possibile morire per due punti non messi su una ferita che ha fatto infezione," 

È lecito criticare una società che sembra considerare i cittadini "più numeri che persone".

​Nasce il Comitato e Parte la Petizione

​Per rompere l'immobilismo decennale, è in fase di costituzione il "Comitato Civico-Mola di Bari"

L'obiettivo primario è la redazione di una petizione e la promozione di una raccolta firme per esigere con forza l'immediata riapertura e attivazione di un Punto di Primo Intervento.

​Nonostante il cinismo che spesso circonda queste iniziative – con possibili insinuazioni politiche, amministrative o sul "tornaconto personale" degli organizzatori – la volontà dei cittadini è di andare avanti.

"Non potremo rimproverarci di non averci provato!" è lo slogan che sintetizza la determinazione della comunità. 

Anche se la battaglia dovesse incontrare difficoltà, l'atto stesso di sensibilizzare i cittadini e costringere le istituzioni a prendere in seria considerazione l'urgenza è considerato un passo fondamentale per combattere dieci anni di inerzia.

​L'iniziativa ha già raccolto unanimi consensi, con i cittadini che si dicono pronti a firmare per sostenere una battaglia di civiltà, dignità e, soprattutto, di necessità vitale per l'intera comunità molese. 

La richiesta è che venga presa in serissima considerazione la necessità urgente di un presidio sanitario che garantisca sicurezza e tutela concreta a tutti i residenti.

​Integrazioni sulle Notizie Sanitarie in Puglia e in Provincia di Bari

​La situazione a Mola di Bari si inserisce in un quadro più ampio di riorganizzazione sanitaria in Puglia che, nel corso degli anni, ha portato alla chiusura o riconversione di numerosi piccoli ospedali e Punti di Primo Intervento Territoriale (PPIT), spesso per ragioni di razionalizzazione della spesa e riorganizzazione per acuti.

In Provincia di Bari:

  • Punti di Primo Intervento: La chiusura e riconversione dei PPIT è stata oggetto di anni di dibattito politico e proteste locali in molti comuni della provincia (come Terlizzi, Putignano, Corato, etc.). L'idea alla base era potenziare i grandi ospedali e le reti di emergenza/urgenza (118). Tuttavia, questo ha lasciato scoperti molti centri come Mola, costringendo i residenti a lunghi tragitti per raggiungere il pronto soccorso più vicino (come il Di Venere o il Policlinico a Bari, o l'ospedale di Monopoli/Conversano).
  • Case della Comunità e Ospedali di Comunità: Le più recenti pianificazioni sanitarie, in parte finanziate anche dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), prevedono l'istituzione delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità. Queste strutture hanno l'obiettivo di rafforzare l'assistenza territoriale (medici di base, specialisti, diagnostica di base) e l'assistenza intermedia, ma non sostituiscono il Pronto Soccorso o un Punto di Primo Intervento per la gestione delle emergenze acute. La cittadinanza di Mola, come altre, vede l'istituzione di queste nuove strutture come un passo in avanti per l'assistenza di base, ma non come una risposta adeguata al bisogno di primo soccorso H24.
  • Il Disavanzo Sanitario: La Regione Puglia è storicamente alle prese con un elevato disavanzo sanitario, elemento spesso addotto come giustificazione per i tagli e le chiusure. Tuttavia, i comitati civici locali sostengono che la tutela della vita e della salute debba avere priorità su ogni bilancio.

​La protesta del Comitato Civico-Mola di Bari si unisce quindi al coro di richieste che da anni si alzano in Puglia per una sanità più capillare e vicina al cittadino, con l'obiettivo di invertire la tendenza e recuperare un servizio vitale per la sicurezza di un'intera comunità.

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