Livorno Non Si Piega: Protesta Massiccia Contro il Vertice di Ultradestra del Generale Vannacci ... Spernacchiato a dovere.
Il “Remigration Summit 2025” nel cuore della città operaia si scontra con una contestazione veemente e senza compromessi
In un panorama politico e sociale che sembra dare spazio e considerazione a figure e idee che molti ritengono inaccettabili – l’espressione usata da più parti è "cani e porci" – la reazione di una città come Livorno diventa un monito e una boccata d'aria per chi crede nei valori dell'antifascismo e dell'accoglienza.
L'episodio che doveva celebrare la visibilità dell'ultradestra si è invece trasformato in una sonora sconfitta.
Parliamo del cosiddetto “Remigration Summit 2025”, un evento organizzato per l'occasione dall'associazione "X Mas" e che vedeva la partecipazione, tra gli altri, del generale Roberto Vannacci.
La scelta della location è apparsa subito come una plateale provocazione: tenere un raduno dell'ultradestra, con riferimenti nostalgici a uno dei capitoli più oscuri della storia italiana (la X Mas, appunto), nel cuore di Livorno, la città operaia per eccellenza e roccaforte storica della sinistra e dell'antifascismo.
Un tentativo di saggiare una forza mai realmente dimostrata, che, come spesso accade in queste latitudini, si è rivelato un clamoroso passo falso.
La Risposta della Città
Il piano degli organizzatori è stato completamente vanificato dalla mobilitazione cittadina.
Centinaia di manifestanti – tra cui studenti, portuali, esponenti di associazioni e semplici cittadini – hanno risposto all'appello con una contestazione imponente e senza precedenti.
La piazza ha risuonato al grido di “Fuori i fascisti da Livorno”, “No al razzismo, sì all’accoglienza”, accompagnato da cori antifascisti e dalle bandiere della Palestina, a sottolineare l'ampiezza e la profondità dei valori civili che animano la città.
Il messaggio è stato inequivocabile: l'ex generale e i suoi simpatizzanti hanno dovuto fare i conti con la determinazione storica dei livornesi, ieri come oggi.
Una Tradizione di Resistenza che Non Ammette Compromessi
La reazione di Livorno non sorprende chi conosce la storia e l'identità della città.
Questa è una città che non è avvezza ai compromessi quando si tratta di difendere i propri principi.
Livorno, infatti, ha dimostrato di non indietreggiare di fronte a sfide ben più complesse: di recente, la città ha visto scioperi e proteste che hanno coinvolto la comunità portuale, tradizionalmente schierata, bloccando navi in porto, anche in situazioni internazionali tese (come quelle legate al conflitto israelo-palestinese, a cui si accenna anche nei cori di protesta).
Se la città non si è fermata davanti a eventi di portata globale, è impensabile che possa farsi intimidire o dare spazio a un demagogo di quart'ordine, il cui unico merito è, per ora, quello di aver guadagnato un'immeritata visibilità.... Ed anche una sonora quanto doverosa spernacchiata in più luoghi.
Il messaggio arrivato ieri è forte e cristallino, e va oltre la singola protesta: a Livorno, fascisti e razzisti non sono i benvenuti.
Un esempio di coerenza e intransigenza civica che è apprezzato, e forse invidiato, in molte altre città d'Italia.
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