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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Addio a Perry "Teddy" Bamonte: il polistrumentista dei Cure si spegne a 65 anni.



Il mondo del rock piange la scomparsa dello storico polistrumentista. Il decesso, avvenuto durante le festività natalizie, mette in discussione il clima febbrile per il tour 2026, che fa tappa anche in Italia.

DI MANCIO

Il 2025 dei Cure si chiude con una nota di tragica oscurità. 
E non parliamo del contesto musicale che riguarda nello specifico la band di Robert Smith, ma purtroppo una brutta notizia giunta qualche giorno fa.

Mentre i fan di tutto il mondo, Italia compresa, stavano già monitorando freneticamente i circuiti di prevendita per le attesissime date estive, con esibizioni previste a Firenze , la band ha scosso il web con un annuncio straziante: Perry Archangelo Bamonte non c’è più.

​Il musicista, nato a Londra nel 1960, si è spento nella sua casa dopo aver combattuto contro una breve ma implacabile malattia. 

Il comunicato ufficiale diffuso da Robert Smith e soci non lascia spazio a interpretazioni, descrivendo un uomo che era molto più di un semplice turnista: «Silenzioso, intenso, intuitivo, costante ed estremamente creativo»
Per la band, Perry era semplicemente "Teddy", un pilastro di calore umano e stabilità.

​Una vita all'ombra (e alla luce) dei Cure

​La storia di Bamonte con i Cure è un esempio di dedizione totale. 
Iniziò "dietro le quinte" nel 1984 come tecnico delle chitarre e assistente personale di Smith. 
Solo nel 1990 arrivò la promozione ufficiale a membro effettivo, sostituendo Roger O’Donnell alle tastiere, per poi passare stabilmente alla chitarra e al basso a sei corde.

​Il suo tocco ha plasmato il suono di album che hanno definito gli anni '90 e i primi 2000:

  • Wish (1992): L'album del successo planetario di Friday I'm in Love. Una variazione sul tema classico proposto dai Cure, ma di grande effetto.
  • Wild Mood Swings (1996) e Bloodflowers (2000): Dove la sua sensibilità goth-new wave ha trovato massima espressione.
  • The Cure (2004): L'ultimo lavoro prima di una lunga separazione iniziata nel 2005.

​Il ritorno e l'ultimo atto

​Dopo quasi vent'anni di lontananza, durante i quali ha collaborato con i Love Amongst Ruin e presenziato con la band alla cerimonia della Rock and Roll Hall of Fame nel 2019, Bamonte era tornato trionfalmente all'ovile nel 2022. 

Il tour Shows of a Lost World lo ha visto protagonista in 90 concerti memorabili. 
L'ultima apparizione resta quella del 1° novembre 2024 al Troxy di Londra, un live iconico che celebrava l'uscita dell'ultimo, acclamato album Songs of a Lost World.

​Cosa succederà al tour italiano?

​La morte di Bamonte arriva in un momento cruciale. Il grande evento a Firenze, è quello che stuzzica la fantasia dei fan italiani da settimane e non sappiamo, a questo punto, come si metteranno le cose.

La perdita di Perry, che sarebbe dovuto essere sul palco a completare la formazione, lascia un vuoto incolmabile.

​Resta da capire se la band deciderà di proseguire il tour come tributo al compagno scomparso o se ci saranno slittamenti. 

Per ora, rimane il ricordo di un artista che, come sottolineato dal comunicato finale della band, mancherà enormemente a chiunque abbia amato quelle atmosfere malinconiche e sognanti di cui lui era, in silenzio, l'architetto. 

#Mancioperspective 

È una notizia che colpisce al cuore non solo i fedelissimi di Robert Smith & Co., ma chiunque riconosca il valore della musica come forma d'arte profonda e viscerale. 

La scomparsa di Perry Bamonte, all'età di 65 anni, segna la fine di un'era per i Cure e getta un'ombra di malinconia sul tour mondiale previsto per il 2026.

La perdita di un elemento come Bamonte non è solo un cambio di line-up; è la perdita di un equilibrio sonoro unico. 
Sarà interessante vedere come Robert Smith onorerà la memoria di "Teddy" nelle prossime comunicazioni ufficiali e come la band reagirà a quanto accaduto.

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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