Diplomazia sotto le bombe: l’equilibrismo di Trump tra Zelensky, Putin e l’Europa.
Mentre a Mar-a-Lago si parla di "soluzione vicina", la Russia scatena l'inferno balistico su Kiev. Il dilemma resta: trattare con il Cremlino per fermare il massacro o cedere al ricatto della forza?
Di Mancio
Il "Triangolo" Mar-a-Lago, Mosca, Bruxelles
Donald Trump ha incontrato Volodymyr Zelensky definendo il colloquio un passo decisivo verso la risoluzione.
Garanzie di sicurezza e l’ombra di Lavrov
Il punto cruciale della trattativa ruota attorno alle "forti garanzie di sicurezza" che Trump ha promesso all'Ucraina in caso di cessate il fuoco, sottolineando che l'Europa dovrà essere protagonista in questo processo.
Donald Tusk ha confermato la compattezza dei partner europei su questo punto: non ci sarà pace senza la certezza che Mosca non attacchi di nuovo.
Dall'altra parte, il Cremlino gioca al poliziotto buono e quello cattivo.
Se da un lato il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov dichiara la disponibilità russa a collaborare con Washington, dall'altro attacca duramente i leader UE, accusandoli di ignorare gli "scandali interni" ucraini. Lavrov è stato chiaro: la Russia non intende attaccare l'Europa, ma chiunque accarezzi l'idea di colpire il territorio russo subirà "un colpo devastante".
La realtà del campo: pioggia di missili su Kiev
Mentre i diplomatici pesano le parole, il ferro e il fuoco parlano un'altra lingua.
#Manciopensiero: L'analisi del punto di vista
Trattare con chi è accusato di crimini di guerra è il boccone più amaro da mandare giù.
La strategia di Trump sembra puntare al pragmatismo estremo: fermare la distruzione immediata a costo di interloquire con l'invasore.
Resta però un'incognita morale e politica: una tregua senza giustizia è davvero una soluzione, o è solo una pausa per permettere a Mosca di riorganizzarsi?
Le minacce di Putin ("Senza intesa, useremo la forza") e i missili su Kiev suggeriscono che, per ora, la diplomazia stia viaggiando su binari paralleli rispetto alla realtà militare.
Ed è normale chiedersi: Ma, alla fine, di cosa stiamo parlando?


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