Bruno Calvani: La Luce sull’Antico. Mola riabbraccia il suo Maestro nel 2026 - Presentata al Castello la grande retrospettiva per il quarantennale della scomparsa.
Un progetto corale che vede unite istituzioni, cittadinanza e critica accademica.
Di: Mancio M.Ruggiero
Si è tenuta stamane, alle ore 11:00, nella cornice della Sala conferenze del Castello Angioino-Aragonese, la conferenza stampa di presentazione di uno degli eventi culturali più attesi per il prossimo anno: la mostra “Bruno Calvani – La luce sull’antico”.
L’iniziativa, come avevamo anticipato qui su Manciolandia:👇
- 19 Dicembre 2025 - Mola celebra Bruno Calvani: a 40 anni dalla scomparsa, "La luce sull’antico" illumina il Castello - una conferenza stampa istituzionale lancerà la grande mostra dedicata allo scultore molese
non è solo un omaggio artistico, ma un atto di memoria collettiva che ricorre proprio oggi, 19 dicembre 2025, nel quarantesimo anniversario della scomparsa dello scultore molese.
Un progetto nato dal territorio
La retrospettiva nasce da un’idea della Cooperativa Armida, che ne cura l'organizzazione e il progetto culturale. Un dettaglio fondamentale è la genesi dell'evento: il progetto raccoglie infatti le istanze del Comitato per Palazzo Roberti e di numerosi cittadini, dimostrando quanto la figura di Calvani sia ancora viva nel cuore dei molesi.
L’esposizione è realizzata con il contributo del Comune di Mola di Bari, il sostegno della Regione Puglia – Puglia Culture, e i prestigiosi patrocini della Città Metropolitana di Bari e dei Poli Biblio-Museali di Bari. La cura scientifica è affidata al Professor Massimo Guastella, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università del Salento.
Le voci della conferenza
Al tavolo dei relatori erano presenti le massime autorità cittadine e i protagonisti del progetto:
Giuseppe Colonna (Sindaco): Ha evidenziato come la mostra arricchisca l'offerta culturale cittadina, rappresentando una significativa opera di racconto delle eccellenze di Mola. 👉 “La proposta di una mostra su Calvani arricchisce in maniera importante l’offerta culturale della nostra città. Rappresenterà un appuntamento importante per la nostra Mola. Si tratta di un’importante opera di valorizzazione della figura di Calvani, ma anche di una significativa opera di racconto delle eccellenze della nostra città”.
Angelo Rotolo (Assessore alla Cultura): Ha definito la retrospettiva "centrale nelle politiche turistiche", un pretesto per narrare la bellezza materiale e immateriale della città attraverso un protagonista del Novecento europeo. 👉 “Sulla scia della pianificazione fatta finora, riteniamo centrale nelle politiche culturali e turistiche l’organizzazione di una mostra retrospettiva su uno dei protagonisti della nostra città che ha brillato nel panorama artistico del Novecento in Italia e in Europa. Una mostra complessa e struttura che ci permetterà di andare alla scoperta di un grande artista e che sarà pretesto di raccontare la nostra Mola attraverso le sue eccellenze e le sue bellezze materiali e immateriali”.
Micaela Paparella (Consigliera delegata Città Metropolitana): Ha annunciato con orgoglio la partecipazione della Pinacoteca "Corrado Giaquinto", che contribuirà con il prestito di tre sculture di grande valore, favorendo un dialogo essenziale tra istituzioni. 👉 “Siamo particolarmente felici e onorati di partecipare alla mostra Bruno Calvani. La luce sull’antico, organizzata in occasione del quarantesimo anniversario della scomparsa dello scultore, nella sua amatissima Mola di Bari. La Pinacoteca Corrado Giaquinto contribuisce all’esposizione con il prestito di tre sculture di grande valore storico e artistico. Il prestito delle opere rappresenta per la Pinacoteca Corrado Giaquinto un momento fondamentale di dialogo e collaborazione tra istituzioni culturali, strumento essenziale per la diffusione della conoscenza e per la valorizzazione del patrimonio pubblico. In questo senso, la Pinacoteca rinnova la propria missione di museo vivo e aperto, impegnato non solo nella conservazione, ma anche nella condivisione e nella promozione del patrimonio artistico con il pubblico e con le istituzioni del territorio”.
Carlo Mansueto (Presidente Cooperativa Armida): Ha rappresentato l'anima organizzativa che ha reso possibile il progetto.
Massimo Guastella (Curatore): Ha precisato che l'obiettivo non è meramente "campanilistico", ma mira a riordinare scientificamente la figura dell'artista. La mostra sarà seguita dalla pubblicazione di un catalogo per studiarne le peculiarità in futuro. 👉“Non cerchiamo soltanto di valorizzare il tratto campanilistico, ma con questa mostra cerchiamo di riordinare e di dare nuovamente interesse alla figura di Bruno Calvano. Sarà anche l’occasione per recuperare tutto quello che è stato scritto su di lui. Ci saranno due fasi interessanti, quella della mostra per apprezzare l’opera di Calvani e quella successiva con un catalogo che servirà a fissare le peculiarità dell’artista e a studiarlo in futuro”.
Il percorso espositivo: dal 1° marzo al 30 settembre 2026
La mostra sarà ospitata negli spazi storici del Castello Angioino-Aragonese.
Il progetto si propone di indagare la complessità di Calvani attraverso un approccio rigoroso che include sia la scultura che la produzione bidimensionale.
L’itinerario sarà diviso in sezioni cronologiche:
Esordi (anni Dieci): Sotto la guida di Gaetano Stella.
Esperienze Parigine (1928-1942): Il periodo del confronto internazionale.
Il ritorno a Milano: Gli anni della guerra e della piena maturità creativa.
Saranno esposte circa trenta sculture caratterizzate da una compostezza arcaizzante e una "luce moderna". Accanto a esse, un nucleo di opere pittoriche su tela e carta, con un focus particolare sul bianco e nero, tra ritratti, paesaggi e nature morte.
Biografia di un genio: da Mola a Parigi
Bruno Calvani (nato a Mola nel 1904) si formò a Milano nello studio di Adolfo Wildt, da cui apprese la disciplina del modellato. Nel 1926 partì per Parigi, dove si stabilì dal 1928, confrontandosi con maestri come Maillol e Despiau. Qui si affermò tra "les Italiens de Paris" e nel 1936 fondò il gruppo Nouvelle Génération insieme a Grüber, Fougeron, Prassinos e Pignon.
Nonostante il rientro in Italia e un'infermità invalidante, la sua ricerca non si fermò mai. Ha lavorato con terracotta, cera e bronzo, creando opere iconiche come il monumento a Doña Flor a Mola (dedicata all'opera di van Westerhout) e il portale bronzeo della chiesa di San Giuseppe a Legnano. Nel 1965 ricevette il prestigioso riconoscimento dell’Accademia di San Luca, a conferma del suo valore assoluto nella scultura italiana.





Commenti