Il Natale di Salvini: tra Miniature e Memoria Corta.
Dall'imbarazzo in Polonia al plastico del Ponte: l’eterna propaganda di un Vicepremier che gioca con le istituzioni mentre il Paese resta al palo.
DI MANCIO
Il peso dei debiti e il fallimento del Ponte
Siamo di fronte a un personaggio che deve allo Stato 49 milioni di euro, soldi che non restituirà mai, eppure qualche imbecille continua a votarlo, permettendogli di sedere su una poltrona ministeriale.
Si è incaponito su un ponte che non sta né in cielo né in terra, un progetto già bocciato due volte (per insostenibilità tecnica e ambientale) che probabilmente non vedrà mai la luce, ma per il quale ha già indebitato il Paese.
L’estetica dell’incompetenza
C’è chi dice che non si debba fare bodyshaming, ma per un personaggio del genere sembra quasi l’unico linguaggio possibile: basta osservare quella faccia, quell'espressione così "intelligente" — ovviamente in senso ironico — che è lo specchio fedele delle sue competenze e conoscenze.
Vederlo posare con quel maglioncino natalizio del cazzo davanti alla miniatura di un ponte irrealizzabile, con quell'espressione "un po' così" (per citare la celebre Genova per noi di Paolo Conte), è l'emblema di un essere indefinito.
È lo specchio di un uomo che spara cazzate su ogni cosa, confermando puntualmente la sua totale inadeguatezza.
Se almeno si limitasse a fare il suo lavoro, i danni sarebbero circoscritti, e invece dobbiamo subire questo spettacolo indecoroso su ogni fronte.
Non ho più parole per definirlo.
Ne inventerò delle altre.


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