Diplomazia e Rebus Fondi: Il Futuro dell’Ucraina tra i Negoziati di Miami e il Canale di Parigi.
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Dagli incontri in Florida al dialogo Macron-Putin: le strategie per il cessate il fuoco si intrecciano con il nodo economico degli aiuti militari pro capite.
Di: Mancio M.Ruggiero
Mentre le mappe del conflitto continuano a mostrare una situazione in cui la vittoria russa è tutt’altro che scontata, la partita vera si sposta nei palazzi del potere.
Tra la Florida e l'Europa, si gioca un complicato match diplomatico fatto di piani di pace ambiziosi, gelide frenate del Cremlino e un nodo economico difficile da sciogliere.
Il Laboratorio di Miami: L'Asse Trump-Zelensky
Secondo quanto riportato dall'esperto del The Washington Post David Ignatius, l'architettura della fine della guerra poggerebbe su tre documenti chiave:
- Il Piano di Pace: volto a definire l’Ucraina come nazione sovrana con confini protetti.
- Le Garanzie di Sicurezza Internazionali: fondamentali per l’ingresso del Paese nell'Unione Europea.
- Il Piano di Ripresa Economica: un massiccio programma di investimenti economici degli Stati Uniti e dell'Europa.
Il Muro del Cremlino e la "Variabile Macron"
Tuttavia, l'ottimismo di Miami si scontra con il gelo di Mosca.
Yuri Ushakov, consigliere presidenziale russo, ha bollato come "inaccettabili" le modifiche al piano di pace introdotte da Kiev e dall’Europa, accusandoli di ritardare il raggiungimento degli accordi.
La Russia ha inoltre frenato bruscamente sull'ipotesi di un vertice trilaterale con USA e Ucraina, proposta inizialmente da Washington.
Nonostante Zelensky avesse confermato l'idea suggerendo che "gli europei potrebbero partecipare", per il Cremlino l'ipotesi "non è al momento presa in considerazione".
In questo stallo è emerso Emmanuel Macron. Durante le concitate ore dell'intesa UE sul debito comune, il presidente francese ha spiegato che, in caso di fallimento della mediazione americana in Florida, spetterebbe agli europei parlare con il Cremlino.
La Realtà del Campo e il "Peso" degli Aiuti
Sul terreno, la Russia tenta di spingere Kiev alla resa facendo leva sul fatto che l'Ucraina "non riuscirebbe mai a vincere".
- Italia: Ha speso dall'inizio della guerra circa 2 miliardi di euro (un paio di miliardi scarsi), pari a soli 28 euro pro capite.
- Danimarca: In netta controtendenza, ha stanziato ben 1.526 euro pro capite.
Con l’Unione Europea che chiede sforzi molto più alti per il 2026, trovare i fondi resta un rebus politico e finanziario che accomuna tutta l'Europa e mette a rischio la credibilità delle promesse di pace.


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