Le rivelazioni del Tribunale dei Ministri e di "Repubblica" gettano nuove pesanti accuse sul Guardasigilli e il suo gabinetto, mettendo a rischio la credibilità del governo.
Si infittisce il mistero attorno al caso di Anan Almasri, il criminale siriano arrestato a Torino e poi rilasciato, con nuove e gravi accuse che pesano sul Ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Avevamo già affrontato la situazione al momenti della condanna definitiva per il malvivente e già il Governo non ne era uscito bene.
Adesso ci sono nuovi aspetti e nuove bugie che sono venute alla luce.
Non sono le solite critiche dell'opposizione politica, ma bensì un'indagine del Tribunale dei Ministri a gettare un'ombra lunga sull'operato del Guardasigilli e del suo gabinetto.
Secondo quanto emerso dagli atti, e anticipato da "la Repubblica", sembrerebbe che il Ministro Nordio fosse stato informato non solo dell'arresto di Almasri a Torino, ma anche dell'esistenza di un mandato di cattura internazionale a suo carico.
Ciò implicherebbe un chiaro obbligo di assicurare il criminale alla giustizia, un obbligo che, a quanto pare, non sarebbe stato ottemperato.
Ma le rivelazioni non si fermano qui.
Il quotidiano romano ha svelato che anche il gabinetto del Ministro Nordio era a conoscenza della situazione e, ancor più grave, avrebbe dato indicazioni ai magistrati del Dipartimento degli Affari di Giustizia di "parlarsi con cautela". Un'indicazione che, se confermata, potrebbe suggerire un tentativo di insabbiamento o, quantomeno, di gestione discreta di una vicenda delicata.
Le accuse, se comprovate, sarebbero di una gravità inaudita.
Significherebbe che il Ministro Nordio, presentandosi di fronte al Parlamento e all'opinione pubblica italiana, avrebbe mentito spudoratamente riguardo alla sua conoscenza dei fatti e alle azioni intraprese dal suo ministero.
Le implicazioni di tali accuse sono profonde e potrebbero avere conseguenze immediate. L'eventuale menzogna da parte di un Ministro, a prescindere da un futuro rinvio a giudizio, solleva interrogativi sulla sua permanenza in carica.
Molti, infatti, ritengono che la credibilità e l'integrità siano requisiti imprescindibili per ricoprire una carica ministeriale.
L'opposizione, che finora aveva già sollevato dubbi sul caso Almasri, è pronta a passare all'attacco.
Si preannunciano richieste di dimissioni irrevocabili per il Ministro Nordio e l'obbligo per la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di riferire con urgenza in Parlamento su questo "ennesimo scandalo" che rischia di minare la già fragile credibilità internazionale dell'Italia.
Il "caso Almasri" non è solo una questione giudiziaria, ma si sta trasformando in un vero e proprio caso politico che mette in discussione la trasparenza e la gestione delle informazioni all'interno delle più alte sfere dello Stato.
La palla, ora, passa alla magistratura e, soprattutto, alla politica, chiamata a fare chiarezza in un momento di forte tensione e sfiducia.
Commenti