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"C'è nessuno in casa?" Ex-Ambasciatori Italiani Appellano Meloni: Riconoscere lo Stato di Palestina per la Pace


Un Coro di 35 Diplomatici in Pensione Invoca Azioni Immediate per Gaza, Fondandosi sui Principi Costituzionali e sull'Esperienza di una Vita per la Diplomazia.


"C'è nessuno in casa?"

Questa frase (o il suo equivalente inglese) è molto comune in ambito artistico!

"Is There Anybody Out There?" - Pink Floyd

È probabilmente l'esempio più famoso. 
La canzone "Is There Anybody Out There?" appare nell'album dei Pink Floyd The Wall del 1979. 
È un momento toccante dell'album, che riflette temi di isolamento e la lotta del protagonista per connettersi con il mondo esterno.

"Hello? Anybody Home?" - Ritorno al Futuro 
Anche se non è esattamente la frase "C'è nessuno in casa?", mette in evidenza un sentimento molto simile viene e viene pronunciato da Marty McFly nel film del 1985 Ritorno al Futuro. 
Quando arriva nel 1955 ed entra nella casa dei suoi genitori, esclama: "Hello? Anybody home?" (traducibile con "Ciao? C'è qualcuno a casa?"). Questo stabilisce l'immediata confusione e la natura disorientante della sua esperienza di viaggio nel tempo.

Perché questa frase è così comune?

La frase "C'è nessuno in casa?" (o le sue varianti) è così diffusa perché trasmette efficacemente diverse potenti emozioni e situazioni umane:

Sottolinea l'assenza di altri e la sensazione di essere soli.

Esprime il desiderio di trovare qualcuno, di superare una barriera.

Può essere usata in scenari in cui un personaggio sta entrando in un luogo sconosciuto o deserto, creando tensione.

È una domanda semplice ma incredibilmente evocativa che risuona profondamente con il pubblico attraverso varie forme d'arte.

Oggi viviamo una situazione paradossale nella quale l'Italia, o meglio il suo Governo fa finta di non "essere in casa" evitando di rispondere ed agire di conseguenza alle richieste che migliaia di esseri umani, spinti dalla morale e giustizia ed anche dalla pietà, continua a ripetere.

Il Governo Meloni si è auto isolato nel suo mutismo raccapricciante e sembra voler fare finta di non vedere cosa accade attorno.

Non vede la guerra, non vede il genocidio, non vede gli altri governi che, meglio tardi che mai, cominciano a muoversi in una direzione che è doverosa se si possiede un minimo di umanità 

A Casa Italia, invece, non c'è nessuno!

È troppo scontato continuare a dire:
Vergogna, complici, ecc....
"Se non c'è nessuno in casa, non c'è nessuno"

Per fortuna però c'è qualcuno che ci prova ancora e non solo dalle pagine di un sito come questo o dalla strada.
Qualcuno che potrebbe avere la password giusta, il civico giusto, il numero di telefono giusto e arrivare a chi di (in)competenza.

Un appello forte e chiaro è giunto al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni da un gruppo di 35 ex ambasciatori italiani di altissimo profilo, ora in pensione. 

Questi veterani della diplomazia, con decenni di servizio dedicato alla pace e al dialogo, hanno firmato una lettera aperta chiedendo il riconoscimento immediato dello Stato di Palestina.

La lettera, definita dagli osservatori come un atto di profondo spirito civico e competenza, sottolinea che il momento attuale non permette più ambiguità sulla questione di Gaza. 

Gli ex ambasciatori argomentano che il riconoscimento della Palestina non sarebbe un gesto meramente simbolico, ma un'iniziativa di altissimo significato politico.

Nel testo si legge una netta condanna per le azioni israeliane nella Striscia di Gaza, affermando che "gli esecrabili attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non hanno più alcuna relazione, né quantitativa né qualitativa, con l’orrore perpetrato nella Striscia da Israele nei confronti della stragrande maggioranza di civili inermi". 

Essi specificano che tali azioni non possono più essere giustificate dal diritto all'autodifesa di Israele.

Gli ambasciatori non si limitano al riconoscimento, ma propongono una serie di azioni concrete:

 * Sospensione di ogni rapporto e cooperazione militare e di difesa con Israele.

 * Sostegno, in sede UE, a sanzioni individuali contro i ministri israeliani che promuovono gli insediamenti illegali e le violenze dei coloni in Cisgiordania.

 * Sospensione temporanea dell'Accordo di associazione tra Israele e l'Unione Europea.

L'appello si fonda sui principi dell'Articolo 11 della Costituzione repubblicana, che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, e si ricollega ai lunghi anni trascorsi nel servizio diplomatico, tenendo fede alla causa della pace e del dialogo.

"Non potendo rimanere in silenzio ed inerti dinanzi alla sistematica negazione in atto da parte del governo israeliano di tutto quello in cui abbiamo creduto e per cui abbiamo svolto la professione diplomatica," scrivono gli ex ambasciatori a conclusione della missiva, invitando la Presidente Meloni a mostrare il coraggio necessario per non ignorare un tale appello.

La mossa dei diplomatici in pensione arriva in un momento cruciale. 

Negli ultimi mesi, diversi paesi europei, tra cui Spagna, Norvegia e Irlanda, hanno ufficialmente riconosciuto lo Stato di Palestina, un passo che ha generato un acceso dibattito all'interno dell'Unione Europea e a livello internazionale. 

Anche la Slovenia ha recentemente aderito a questo gruppo, rafforzando il fronte dei paesi che ritengono il riconoscimento essenziale per una futura soluzione a due Stati.

La posizione dell'Italia sul riconoscimento della Palestina è stata finora più cauta, allineandosi a quella di altri grandi paesi europei come la Francia e la Germania, che preferiscono un riconoscimento nell'ambito di un processo di pace negoziato. 

Tuttavia, l'intervento di figure di tale calibro professionale potrebbe esercitare una pressione significativa sul governo Meloni.

L'iniziativa degli ex ambasciatori è particolarmente rilevante data la loro profonda conoscenza delle dinamiche internazionali e la loro comprovata esperienza nella costruzione di relazioni diplomatiche. 

Il loro appello non è quello di "avventurieri dell'ultim'ora", ma di servitori dello Stato che hanno dedicato la loro vita alla diplomazia, rendendo la loro voce particolarmente autorevole e difficile da ignorare per il governo.

Il coraggio di questi diplomatici nel rompere il silenzio su una questione così delicata è stato ampiamente elogiato, e ora l'attenzione si sposta sulla risposta del Presidente del Consiglio Meloni. Sarà interessante vedere se questo appello, grondante di spirito civico e senso della Storia, influenzerà le future decisioni della politica estera italiana.

"Is There Anybody Out There?"

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