Riforma della Giustizia: Via libera del Senato alla Separazione delle Carriere, Opposizioni sul Piede di Guerra
La maggioranza vota a favore di un provvedimento che divide giudici e PM, scatenando le proteste dell'opposizione che denuncia un attacco all'indipendenza della magistratura.
Il dibattito pubblico sulla portata e le implicazioni di questa riforma è stato, a detta di molti osservatori, insufficiente.
Nonostante la gravità delle modifiche proposte a uno dei pilastri dello Stato, le implicazioni e le possibili conseguenze della separazione delle carriere non sono state pienamente illustrate al grande pubblico, complice, secondo le opposizioni, anche un "silenzio quasi generale" da parte del servizio pubblico e di gran parte dei media.
Il percorso della riforma non è ancora concluso. Il testo dovrà ora tornare alla Camera dei Deputati per una nuova lettura e successivamente al Senato per la terza e ultima approvazione.
Se approvata in via definitiva dal Parlamento, data la sua natura di riforma costituzionale, potrebbe essere soggetta a un referendum confermativo, qualora venga richiesta da un quinto dei membri di una Camera, o da 500.000 elettori, o da cinque Consigli regionali.
Questo rappresenta l'ultima "barriera" a disposizione dei cittadini per esprimersi su una modifica così profonda all'architettura costituzionale.
"Difendere la Costituzione non è un esercizio nostalgico, ma un atto di responsabilità", hanno ribadito le forze di opposizione, lanciando un appello alla mobilitazione civile in vista delle prossime tappe parlamentari e di un eventuale referendum.
La battaglia sulla giustizia, dunque, è tutt'altro che terminata, e il suo esito potrebbe ridefinire profondamente l'equilibrio dei poteri in Italia.
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