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La Francia riconoscerà lo Stato di Palestina: Una Scelta Storica che Divide l'Europa e il Mondo.

 


Macron annuncia il riconoscimento a settembre, mentre l'Italia frena e gli Stati Uniti e Israele condannano duramente la decisione francese.

Il Presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato ufficialmente che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina a settembre, in occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. 
Una mossa che il leader francese ha definito "fedele all'impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente", e che si preannuncia come un momento spartiacque nella diplomazia internazionale, scatenando reazioni contrastanti a livello globale.

La decisione di Macron, che segue un percorso già intrapreso da altri paesi europei come Spagna, Irlanda e Norvegia, è stata accolta con fervore da chi la considera un passo fondamentale per la protezione dei diritti del popolo palestinese e per l'avvio di una soluzione politica al conflitto. 

I sostenitori vedono in questo riconoscimento l'ultima, e forse unica, possibilità politica per fermare la devastazione in corso a Gaza, dove si contano decine di migliaia di vittime innocenti.

L'annuncio di Macron ha immediatamente polarizzato il dibattito. 
Da un lato, c'è chi plaude al coraggio e alla lungimiranza del Presidente francese, sottolineando come la sua decisione rappresenti un chiaro distacco dall'immobilismo di altri leader europei. 
La speranza è che questo gesto possa innescare un "effetto a catena" che spinga altri paesi a seguire l'esempio, conferendo maggiore legittimità e forza al processo di pace.

Dall'altro lato, le reazioni di Israele e Stati Uniti sono state di ferma condanna. 
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha liquidato il riconoscimento come "un premio al terrore", un'affermazione che ignora la richiesta storica e i diritti inalienabili del popolo palestinese all'autodeterminazione. 

Analogamente, il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha definito la scelta francese "sconsiderata" e uno "schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre", evidenziando la profonda frattura tra gli alleati occidentali sulla questione palestinese. 

Queste reazioni, per molti osservatori, non fanno altro che confermare la portata e l'importanza della decisione francese.

In Italia, la posizione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si distingue nettamente da quella di Macron. 

Interrogata sulla possibilità di un riconoscimento dello Stato di Palestina, Meloni ha espresso una posizione cauta e, per alcuni critici, contraddittoria. 

"Io credo che il riconoscimento dello Stato di Palestina, senza che ci sia uno Stato della Palestina, possa addirittura essere controproducente per l’obiettivo," ha affermato la premier italiana. 

Ha poi specificato di essere "favorevolissima allo Stato della Palestina", ma "non favorevole al suo riconoscimento a monte di un processo per la sua costituzione."

Questa posizione, interpretata da molti come un "doppio salto carpiato" e un concentrato di "ignavia e ipocrisia", ha generato forte delusione e imbarazzo in una parte dell'opinione pubblica italiana. 

La domanda che molti si pongono è: quando sarà il momento "giusto" per l'Italia di riconoscere uno Stato palestinese, se non ora, in un contesto di crisi umanitaria senza precedenti? 

La differenza di approccio tra Macron e Meloni è percepita come una profonda divergenza di dignità, coraggio e chiarezza politica.

La decisione della Francia, sebbene tardiva per alcuni, è vista come un'azione necessaria per imprimere una svolta a una situazione di stallo e violenza. 

Dopo anni di infruttuosi tentativi di mediazione e un'escalation di violenza che ha causato un bilancio tragico di vite umane, la comunità internazionale sembra finalmente riconoscere la necessità di un approccio più audace e risolutivo.

L'auspicio è che Macron non rimanga isolato in questa iniziativa e che altri leader, come il laburista britannico Keir Starmer, possano seguire il suo esempio. 

Solo una pressione internazionale coordinata e un riconoscimento diffuso dello Stato di Palestina potrebbero, secondo i sostenitori, offrire una via d'uscita al ciclo di violenza e contribuire a una soluzione politica duratura che garantisca sicurezza e dignità a entrambi i popoli. 

La questione, ora più che mai, è se l'Europa e il mondo sapranno cogliere l'occasione offerta da questo storico annuncio.

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