Francesca Albanese: "La Fame a Gaza è un Crimine Calcolato, un Genocidio del XXI Secolo
La Relatrice ONU Denuncia le Tattiche di Carestia di Israele, Rivelando un Piano Sistematico per Costringere i Palestinesi all'Esodo e Ridurli a "Stato Ferino"
Non bastano le minacce e le sanzioni di un gangster americano al comando del mondo, quando la gente perbene ritiene giusto dover dire la.m verita, specialmente se poi, alla fine, non sta facendo altro che svolgere il suo compito nel migliore dei modi.
La storia che abbiamo raccontato in un precedente articolo:👇🏼
È, purtroppo, la quotidianità ed è giusto che la verità venga alla luce.
La relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, ha rilasciato una sconvolgente intervista a "Il Fatto Quotidiano", denunciando con fermezza il crimine della fame che si sta consumando nella Striscia di Gaza.
Le sue parole, dirette e senza filtri, descrivono una situazione ben oltre il dramma umanitario, definendola un vero e proprio crimine contro l'umanità e uno dei genocidi più crudeli della storia.
Albanese, nota per la sua schiettezza e per la capacità di "chiamare le cose con il proprio nome", ha affermato che la privazione di cibo non è casuale, ma "un crimine calcolato scientificamente, voluto e pianificato da Israele per convincere i palestinesi che sopravviveranno ad andarsene".
La relatrice ONU ha sottolineato l'incongruenza di una situazione in cui "uno Stato che compie un genocidio non può distribuire gli aiuti", evidenziando la profonda contraddizione e l'impossibilità di una soluzione umanitaria efficace senza un cambiamento radicale nell'approccio israeliano.
Ciò che rende questo genocidio particolarmente sconvolgente, secondo Albanese, è il suo essere "perpetrato con l’uso di tecnologia e mezzi da Ventunesimo secolo".
La fame prolungata per mesi ha raggiunto livelli inimmaginabili, spingendo le persone a "mangiare la terra e i sassi".
Le dichiarazioni di Francesca Albanese si inseriscono in un contesto internazionale sempre più allarmante riguardo alla situazione umanitaria a Gaza.
Numerose organizzazioni non governative e agenzie delle Nazioni Unite hanno ripetutamente lanciato allarmi sulla carestia imminente e sulla grave crisi alimentare.
Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno più volte evidenziato che la quasi totalità della popolazione di Gaza si trova ad affrontare livelli critici di insicurezza alimentare, con un'elevata percentuale a rischio carestia.
I report indicano una drastica diminuzione dell'apporto calorico e una mancanza di nutrienti essenziali, con conseguenze devastanti sulla salute, in particolare per bambini e anziani.
Nonostante gli appelli internazionali per un accesso illimitato agli aiuti umanitari, le restrizioni e le difficoltà nella distribuzione persistono, ostacolando l'arrivo di cibo, acqua potabile e medicinali.
La situazione è ulteriormente aggravata dalla distruzione delle infrastrutture e dal continuo conflitto, che rende quasi impossibile qualsiasi forma di agricoltura o commercio locale.
Le parole di Francesca Albanese, seppur forti e divisive, specialmente alle "latitudini di Trump" e dei suoi leccaculo, compreso il Governo italiano, trovano riscontro in molti report indipendenti che descrivono una situazione catastrofica, dove la fame non è solo una conseguenza della guerra, ma un'arma deliberata.
La comunità internazionale continua a essere divisa sulla valutazione di questi eventi, ma la voce di Albanese si distingue per la sua chiarezza nel definire la situazione come un crimine e un genocidio, invitando a una riflessione profonda sulle responsabilità e sulle azioni necessarie per fermare questa tragedia.
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