"Genio" o Guida Senza Freni? L'Ultimo Show di Salvini in Toscana che inneggia a Netanyahu e Sconvolge l'Opinione Pubblica
Il leader della Lega esalta Netanyahu, definito "criminale", come l'artefice della pace a Gaza, scatenando polemiche e interrogativi sui limiti etici della campagna elettorale.
La politica italiana è abituata a colpi di scena e dichiarazioni forti, ma l'ultima uscita di Matteo Salvini, leader della Lega e Vicepremier, in chiusura di campagna elettorale in Toscana, ha superato un nuovo limite, sollevando un'ondata di sdegno e una riflessione amara sui confini dell'azione politica.
Il dibattito sull'intelligenza politica(?) di Salvini è da tempo un tema ricorrente, con molti che ne mettono in dubbio la sagacia, pur riconoscendone l'abilità comunicativa.
Tuttavia, l'attuale polemica non riguarda tanto le sue presunte lacune intellettuali, quanto piuttosto il bisogno pressante, avvertito da una parte dell'opinione pubblica, di fissare dei "paletti" o dei limiti all'azione di un esponente di governo che, con le sue uscite, sembra operare al di fuori di ogni responsabilità istituzionale.
Il timore espresso è che questa retorica possa avere un "effetto contagio" su chi assiste ai suoi comizi e, ancor più grave, su chi lo vota.
Un interrogativo che si fa strada è: perché la maggioranza di governo non interviene per arginare o contenere dichiarazioni tanto controverse?
La percezione è che il Governo non solo non ponga freni, ma permetta una campagna elettorale aggressiva e basata su affermazioni che, per la loro assurdità, dovrebbero mettere in imbarazzo persino il suo elettorato più fedele.
La “Pace” a Netanyahu: L'Affronto di Firenze
L'episodio che ha fatto traboccare il vaso è la miserabile chiusura della campagna toscana. Rivolgendosi ai suoi sostenitori, Salvini ha pronunciato una frase che molti hanno definito tra le più gravi della sua carriera:
“La pace a Gaza non si deve ai viaggiatori del Mediterraneo, alle flottiglie, a Greta Thunberg, a Saviano o all’Albanese ma alla forza del Presidente Trump, al coraggio di Papa Leone, al governo italiano e – tenetevi fortissimo – a Bibi Netanyahu. Lo chiamano criminale, ma ha tenuto duro in un momento difficile”.
Le conseguenze di questa dichiarazione sono immediate e drammatiche.
Salvini non solo minimizza l'impegno di attivisti e figure pubbliche schierate a favore della causa palestinese, ma arriva a celebrare l'operato di Benjamin Netanyahu.
"Bibi" lo chiama il "legaiolo" .... Come se fosse una cosa della quale vantarsi, la conoscenza stretta (almeno così vuol fare credere) con un genocida.
Il riferimento a Netanyahu come artefice della "pace" è stato giudicato da molti come un'apologia inaccettabile, specialmente in un contesto internazionale ancora segnato dalle tragiche conseguenze del conflitto a Gaza.
Il fatto che un Vicepremier italiano giustifichi, o addirittura esalti, l'operato di un leader su cui pende l'ombra di mandati di cattura internazionali e accuse di crimini contro l’Umanità, in un momento così delicato per la diplomazia mondiale, è percepito come un punto di non ritorno.
La Reazione e l'Appello al Voto Toscano
La risposta della folla leghista, che ha applaudito entusiasta, ha aggiunto un ulteriore elemento di preoccupazione, evidenziando una profonda frattura tra la politica istituzionale e le reazioni del suo elettorato.
Certo, un appello accorato agli elettori toscani: quello di usare il voto per "liberare" (politicamente) l'Italia da quella che viene definita una "piaga sociale" che genera vergogna a livello nazionale e internazionale, ci potrebbe anche stare.
La speranza, è infatti che la Toscana, come ha fatto in passato, possa ancora una volta rappresentare un baluardo e un segnale forte contro questa deriva politica.
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