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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Un "Accordo Storico" che vale un pugno di mosche: tra scambi di ostaggi e la rincorsa al Nobel, il dramma di Gaza diventa merce di scambio per l'ego di Trump - LA TRUFFA DELLA "PACE ETERNA"



I capricci del "Bimbominkia" americano alla base del "meglio che niente"

​La narrazione è unanime: è "giornata storica", una "straordinaria notizia" di pace (cit. Meloni). 

L'entusiasmo di certi leader politici, con il Ministro Salvini in testa che si lancia in un'imbarazzante profezia sul Nobel a Trump, dipinge un quadro di trionfo diplomatico. 

Eppure, a scavare sotto la superficie delle fanfare, l'accordo tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco svela una realtà ben più amara e limitata.

​Il cosiddetto "piano di pace" di Donald Trump – venti punti vaghi e generici – si risolve, nella sua immediatezza e concretezza politica, in due soli fatti certi:

  1. ​Lo scambio di 20 ostaggi israeliani con 1950 prigionieri palestinesi.
  2. ​L'ingresso di 450 camion di aiuti umanitari a Gaza.

​Tutto il resto è nebbia.

La Pace come Nebulosa: Disarmo e Autodeterminazione Negoziati

​L'analisi dei punti oscuri dell'intesa smonta rapidamente l'illusione della "pace eterna"

Non c'è alcuna certezza, anzi, sul reale disarmo di Hamas, che equivarrebbe alla fine dell'organizzazione stessa. 

Allo stesso modo, non esistono garanzie su un vero disimpegno militare di Israele dalla Striscia. 
Anzi, proprio mentre il mondo esulta, il ministro di estrema destra israeliano Smotrich ha ribadito che, dopo il rilascio degli ostaggi, "Hamas sarà definitivamente distrutto"
Non proprio un messaggio distensivo.

​Il punto più dolente riguarda la negazione ai palestinesi del diritto all'autodeterminazione. Il destino della loro terra, in particolare Gaza City, sembra essere stato delegato a un board occidentale presieduto da Trump, con figure come Blair (ed alla Meloni piace fare credere che ci potrebbe essere anche lei per fare credere di contare qualcosa a livello internazionale dopo le estenuanti ed interminabili leccate di culo a Trump), pronto a trattare l'area come una distesa immobiliare dorata da spartirsi. 

Manca completamente all'ordine del giorno il requisito fondamentale per una pace giusta e duratura: il riconoscimento dello Stato di Palestina, pilastro della dottrina "due popoli, due Stati", ormai sempre più una chimera.

​A rendere la scena surreale è il fatto che, in queste ore, i bombardamenti israeliani non sono cessati, ma si sono addirittura intensificati per "chiudere le operazioni militari aperte", mentre a pochi metri i residenti gazawi festeggiano una tregua effimera.

​Attenzione, non mi fraintendete, ogni cessate il fuoco è una buona notizia, ogni silenzio delle armi va accolto, per carità.....
ma definirla "pace" è una distorsione della realtà. 

Qui dobbiamo essere seri e parlare di un cinico ricatto: "un coltello puntato alla gola dei palestinesi" da due "gangster", dove uno porta la distruzione e l'altro la penna d'oro per firmare la sospensione dei bombardamenti in cambio della sottomissione. 

Chi dice il contrario ... O è uno stronzo o è un coglione, non si scappa dall'evidenza più logica.
Poi ognuno può scegliere cosa essere, anche se nel caso della seconda ipotesi non è che si possa fare granché... Sono "doni" di natura....

L'Europa, con l'Italia in prima linea, invece di chiamare le cose col loro nome, si unisce al coro trionfalistico, portando in auge il "novello pacifista" con la mira fissa sul Nobel.

Il Narcisismo in Rincorsa: Il Nobel per la Pace come Capriccio

​L'indignazione per la mistificazione del concetto di pace si lega indissolubilmente a un'unica e, a quanto pare, vera ragione di questo accordo: il narcisismo patologico di Donald Trump e il suo desiderio ossessivo di vincere il Nobel per la Pace, che sarà assegnato domani, venerdì 10 ottobre, a Oslo.

​Nel caso non fosse chiaro, né a Trump né alla nutrita succursale italiana dei suoi leccapiedi frega una beneamata minchia della pace a Gaza. Purtroppo, però, a prescindere da come la si possa pensare la verità è che tutto accade per fare gongolare il "bimbominkia" americano.

​L'unica ragione per cui Trump ha lanciato questo manifesto neocoloniale in queste ore è fare clamore in vista della cerimonia, cavalcato prontamente dai suoi sostenitori italiani (Salvini, Pillon e la "succursale italiana dei leccapiedi") che ne hanno rilanciato la candidatura.

​Definire sconcertante, offensivo, imbarazzante la sola idea di dare il Nobel per la Pace a un uomo con il suo curriculum bellico e politico è un eufemismo. 

Le accuse sono pesantissime e dettagliate:

  • Il più filo-israeliano della storia: Spostamento dell'ambasciata USA a Gerusalemme, riconoscimento dell'occupazione delle alture del Golan e una colonia interamente intitolata a lui.
  • Azione bellica aggressiva e indiscriminata: Bombardamento dell'Iran due mesi fa; 59 missili Tomahawk sulla Siria nel 2017; altri 105 missili contro arsenali chimici nel 2018; l'ordine di uccidere il generale iraniano Soleimani.
  • La "madre di tutte le bombe": Sganciata in Afghanistan, il più potente ordigno non nucleare mai usato, con Trump che si disse "divertito" dagli effetti. Oltre 7.000 bombe sganciate sull'Afghanistan solo nel 2019.
  • Tentativi di rovesciare governi: Tentativi di colpi di Stato in Venezuela, Siria, Nicaragua, Bolivia e Cuba.
  • Militarizzazione estrema: Bozza di risoluzione per non togliere il sostegno USA all'Arabia Saudita nella guerra in Yemen; cambio di nome del Pentagono in "Dipartimento della Guerra"; istituzione di un corpo militare speciale per le "guerre spaziali".

​L'elenco degli atti di violenza, discriminazione (deportazioni, violazioni sistematiche dei diritti umani in patria) e spregio per il diritto internazionale è "incalcolabile". 

Il solo fatto che una simile candidatura venga presa sul serio, persino a Oslo, "dà la misura dello strapiombo morale, politico e umano in cui il mondo è precipitato", per citare fonti attendibili.

Insomma domani è un altro giorno....
Si vedrà... 

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