Roccella e i "Viaggi della Memoria": La Memoria Non È una "Gita" e Non Si Attacca la Storia, altrimenti fai "la tua figura" e giustamente ti smantellano.
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Le sopravvissute Segre e Bucci demoliscono le tesi della Ministra: la Shoah è nazifascismo. Le accuse all'Università e agli studenti scatenano un nuovo allarme democratico.
Le recenti dichiarazioni della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, sui Viaggi della Memoria ad Auschwitz hanno sollevato un'ondata di indignazione, provocando reazioni immediate e durissime da parte delle dirette testimoni della Shoah.
Le parole della ministra, che ha definito questi viaggi come delle "gite" incoraggiate solo per ribadire che "l’antisemitismo era una questione fascista e basta" sono state percepite come un grave tentativo di minimizzare e strumentalizzare il valore storico, etico e formativo di queste iniziative.
La mia aspettativa di coerenza politica
Voglio essere chiaro su cosa mi aspetto ora.
Non parlo di quello che succederebbe in un Paese normale, perché l'Italia, ahimè, non lo è. Parlo di quello che succederebbe se avessimo al governo delle persone, o degli uomini, perlomeno coerenti.
Adesso, l'unica cosa che dovremmo attendere con ansia è vedere il Presidente del Senato, Ignazio Benito Maria La Russa, intervenire per difendere pubblicamente Liliana Segre dalla ministra Roccella.
È stato fin troppo facile usare Segre quando bisognava attaccare figure come Francesca Albanese! Se la si usa per la battaglia politica in un caso, allora chiedo che la si difenda con la stessa forza quando viene attaccata da una ministra del "suo" stesso governo. Non è accettabile che un membro del governo usi le "gite" ad Auschwitz per gettare fango sull'antifascismo.
Mi aspetto coerenza: se Segre è un simbolo, va protetta sempre, specialmente quando la critica arriva dall'interno.
Ma secondo voi è possibile?
Ma quando mai .....
La replica della Storia Vivente: Liliana Segre e Tatiana Bucci
La risposta più netta e inappellabile è giunta dalla senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz, Liliana Segre.
La senatrice ha espresso incredulità e sdegno per l'uso del termine "gite" e per l'accusa di incentivare l'antifascismo.
A farle eco è stata Tatiana Bucci, un'altra bambina sopravvissuta al campo di sterminio, deportata a soli sei anni.
Le dichiarazioni delle sopravvissute evidenziano come la Shoah sia un capitolo della storia indissolubilmente legato all'ideologia nazifascista e che l'antifascismo non sia una bandiera politica di parte, ma un prerequisito etico e democratico per qualsiasi cittadino e governo degno di questo nome.
La Strumentalizzazione e l'Attacco all'Università
Le critiche alla ministra Roccella vanno oltre la questione dei Viaggi della Memoria.
L'accusa principale è quella di una strumentalizzazione della memoria per fini politici, ovvero attaccare gli oppositori di sinistra e, implicitamente, minimizzare le responsabilità storiche del fascismo italiano.
Inoltre, il dibattito si è acceso su un altro passaggio, ritenuto altrettanto grave, delle dichiarazioni della ministra, che ha messo nel mirino le università e gli studenti.
Roccella ha definito gli atenei "tra i peggiori luoghi di non riflessione" e ha criticato i giovani che "manifestano in modo del tutto inconsapevole."
E perché inconsapevoli?
E sarebbe invece consapevole di cosa una dice delle stronzate tanto madornali?
Questo attacco esplicito ai luoghi di cultura e sapere, unito alla stigmatizzazione delle manifestazioni studentesche, è stato letto come un tentativo di criminalizzare il pensiero critico e gli spazi di dissenso non controllabili dal potere, un metodo che richiama le dinamiche in atto in regimi illiberali.
Richieste di Scuse e Dimissioni
Di fronte alla gravità delle dichiarazioni e alla perentoria risposta delle sopravvissute, la richiesta da più parti è chiara: la ministra Roccella dovrebbe riconsiderare immediatamente le sue parole, chiedere scusa a Liliana Segre, a Tatiana Bucci, a tutte le vittime del nazifascismo e a tutti gli italiani, e, secondo alcuni, presentare le dimissioni.
Il senso di "schifo" e vergogna espresso da molti commentatori riflette la convinzione che la strumentalizzazione politica di un orrore storico come la Shoah, e l'attacco alla libertà di pensiero e manifestazione, siano inaccettabili in una democrazia moderna.
Che schifo.
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