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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Enrico Berlinguer (25 maggio 1922 – 11 giugno 1984): Il Vento della Coerenza Soffia Ancora (?)





 

"Non si è fermato, non ha chiesto aiuto, ha continuato, ha resistito. Fino alla fine" 


Nel giorno del suo anniversario di nascita, 25 Maggio, l'Italia rende omaggio a Enrico Berlinguer, una figura che molti considerano il più grande politico italiano del Novecento. 
Non solo per la profondità delle sue idee, ma per la coerenza inflessibile con cui ha saputo incarnarle nella sua vita e nella sua azione politica.

Il recente film "La grande ambizione" ha offerto una nuova prospettiva su Berlinguer, lontano dall'immagine statica di un monumento. 
Come sottolineato da chi ha avuto modo di vederlo, anche grazie alla presenza in sala di Andrea Segre e all'interpretazione magistrale di Elio Germano, il film restituisce l'immagine di un uomo a tutto tondo: lucido, appassionato, stanco, ma profondamente umano.

Non c'è nemmeno bisogno di fare disquisizioni e filosofeggiare attorno a questa figura, descriverlo, anche nella complessità che è propria di tutte le persone, è fin troppo facile, il problema semmai è che malgrado questo non tutti comprendano ancora appieno quello che ha lasciato.

Berlinguer aveva una visione cristallina del ruolo dei partigiani, definendoli "l'anima più alta e generosa del popolo italiano". 
Per lui, la Resistenza non era solo una pagina storica da commemorare, ma una vera e propria eredità viva, una bussola morale indispensabile. 
Non a caso, già negli anni '80, ben prima che il concetto diventasse di moda, Berlinguer portava al centro del dibattito la questione morale
Credeva fermamente che senza l'intransigenza etica ereditata dai partigiani, la politica avrebbe perso la sua funzione civile e la sua dignità.

Enrico Berlinguer rimane una figura emblematica e profondamente rispettata nella storia politica italiana del Novecento. 
La sua popolarità trascendeva le divisioni politiche, come dimostrato dall'ondata di commozione e partecipazione ai suoi funerali, un evento che unì il paese nel ricordo di un leader prematuramente scomparso. 
Amato dai militanti del Partito Comunista Italiano (PCI), Berlinguer guidò il partito a livelli di consenso elettorale senza precedenti. 
Emblematica la percentuale del 34,4% ottenuta alle elezioni del 1976, che lo rese il secondo partito italiano, superando persino la Democrazia Cristiana nelle elezioni europee del 1984, poco dopo la sua morte, con il 33,3% contro il 33%.

Il PCI, sotto la sua guida era un soggetto politico profondamente radicato nelle masse popolari, ma capace di estendere la sua influenza anche a ceti sociali diversi, attirando importanti energie intellettuali. Si pose come baluardo nella difesa dei diritti democratici e come motore per lo sviluppo di quelli sociali e civili. 
La storia del PCI si è sviluppata all'insegna del marxismo e della sua evoluzione culturale, arricchita dal pensiero di Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti
Attraverso concetti come la strategia dell'egemonia, la politica di massa, il "partito nuovo", la democrazia progressiva e le riforme di struttura, il PCI di Berlinguer delineò un ambizioso progetto di transizione democratica al socialismo in un paese avanzato: la celebre "via italiana al socialismo". Questa visione trovò nella Costituzione, nata dalla Resistenza e considerata il suo programma politico, un ulteriore e fondamentale punto di riferimento per il suo modello economico e sociale.

Di straordinaria attualità, allora come oggi, fu la "questione morale" sollevata a quei tempi. 
Egli percepiva una crisi etico-morale che, in un rapporto di causa-effetto, era parte integrante della crisi della politica stessa. 
L'idea di una "diversità dei comunisti" emerse con forza, proponendo un rapporto radicalmente diverso della politica con la "cosa pubblica". 
Il partito, nella sua visione, doveva essere fortemente ancorato alla funzione attribuitagli dalla Costituzione, agendo con integrità e trasparenza.

L'immagine più potente e commovente del suo impegno politico è forse quella dei suoi ultimi giorni. Durante un comizio a Padova, colpito da un ictus, Berlinguer non si è fermato. 
Con una determinazione che ha commosso l'intera nazione, ha continuato a parlare, portando a termine il suo discorso. 
Come ha mirabilmente scritto Piero Ruzzante in "Eppure il vento soffia ancora", quelle ore sono diventate mito: "non si è fermato, non ha chiesto aiuto, ha continuato, ha resistito. Fino alla fine".

Oggi, a distanza di anni dalla sua scomparsa, il vento della sua voce e del suo esempio continua a soffiare. Non si tratta di sterile nostalgia, ma di un invito a ritrovare, nei gesti quotidiani della politica e della cittadinanza, quei valori di onestà, sobrietà e giustizia che Berlinguer sognava e metteva in pratica. 

La sua figura resta un monito e un'ispirazione per chi crede ancora che la politica possa essere un servizio nobile al bene comune.

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