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UN DIVERSO APPROCCIO PER MARTUCCI - L'Associazione "Chiudiamo la Discarica" fa il punto sulla situazione e rivendica il proprio operato.



Il comunicato evidenzia un approccio basato sulla sinergia e la collaborazione, anziché sulla contrapposizione.

L'Associazione "Chiudiamo la discarica Martucci", tramite il suo Presidente, dott. Vittorio Farella, ha voluto fare il punto sulla complessa vicenda della discarica, sottolineando il proprio ruolo cruciale nella ricerca di soluzioni. L'associazione si dichiara convinta di aver fornito suggerimenti, indicazioni, elementi e soluzioni concrete che hanno aiutato le Istituzioni locali a indirizzare al meglio le loro azioni, sia sul piano giudiziario che amministrativo.

Il comunicato evidenzia un approccio basato sulla sinergia e la collaborazione, anziché sulla contrapposizione. 

L'obiettivo è chiaro: lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi comuni di salvaguardia del territorio e, soprattutto, della salute pubblica. L'Associazione "Chiudiamo la discarica Martucci" si posiziona quindi come un attore fondamentale nel dialogo con le componenti istituzionali, dimostrando come la cooperazione tra cittadini e istituzioni sia essenziale per risolvere questioni di tale importanza.

Il testo integrale del comunicato stampa, che approfondisce ulteriormente questi aspetti, è riportato di seguito:👇🏼

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ASSOCIAZIONE “Chiudiamo la discarica Martucci”

La lunga storia e le vicissitudini hanno fatto maturare un cambiamento di strategia

UN DIVERSO APPROCCIO PER MARTUCCI

Siamo da tempo perseguendo nuove strade per sbloccare una situazione quarantennale che eufemisticamente definiamo incresciosa, cioè quella di liberare il sito Martucci dall’impianto complesso di discariche e trattamento dei rifiuti urbani e lo stiamo facendo a ragion veduta. 

Le abbiamo infatti attraversate tutte le fasi e le stagioni di questa duratura avversità: dalle clamorose, numerose e partecipate, proteste popolari a Conversano, Mola e Bari; dalle infinite riunioni e confronti pubblici; dalle interlocuzioni con le Amministrazioni locali, di Comuni (Mola, Conversano, Polignano, Rutigliano, Bari) e di Città Metropolitana (anche quando ancora era Provincia di Bari), della Regione Puglia, nonché con organi tecnici regionali, quali Uffici e dipartimenti dei rifiuti e ambientali, ARPA Puglia (incontri con l’allora Direttore Giorgio Assennato), con la ASL di Bari; per non parlare delle diverse denunce rivolte ad organi politici, aziende sanitarie (famoso 048 oggi tornato in auge), ai NOE di Bari, ma soprattutto giudiziari, investendo più d’una volta la Procura della Repubblica. 
E se oggi, meglio da alcuni anni, abbiamo cambiato strategia ciò è dovuto alla grande esperienza maturata nel tempo. 

Non siamo però contro chi oggi riprende tali condotte, che comunque potrebbero anche contribuire ad accrescere il peso della pressione sugli organi politici decidenti, ma riteniamo invece più utili e concludenti le azioni che da tempo abbiamo messo in opera e che per vero hanno dato frutti copiosi (ne parliamo più avanti). 

Ciò che però non gradiamo (o meglio facciamo finta di non comprendere, perché non desideriamo capire) è la ragione della divisione su una problematica che sta a cuore all’intera collettività. 

Seppur con diversi punti di vista si potrebbe cooperare per un obiettivo e speranza comuni e invece siamo stati esclusi dalle iniziative intraprese dai nostri contestanti ed etichettati quali collaborazionisti di Amministrazioni Comunali inadempienti e definiti spregiativamente ambientalisti di regime. 

Non proprio complimenti, ma andiamo avanti e cerchiamo di spiegare quanto abbiamo finora fatto e ottenuto dal momento della svolta, alla fine del 2018, e cosa stiamo facendo, assieme alle Amministrazioni, per chiudere il cerchio di questa dannosa e annosa vicenda. 

In quell’anno fatidico 2018, gli Uffici regionali della Sezione rifiuti e la Giunta Regionale decidevano inopinatamente e illegittimamente la chiusura del Tavolo Tecnico istituito dal Consiglio Regionale nella seduta del 15 ottobre del 2013, istituita proprio per verificare lo stato di presunto e reclamato inquinamento del sito Martucci e concesso a seguito delle vibranti proteste popolari portate dai cittadini del territorio vasto, in grandissima parte molesi, fin sotto la sede del Consiglio Regionale. 

La reazione della nostra associazione, che aveva un suo rappresentante in seno al Comitato, fu immediata e fremente: contestammo in radice questa decisione, mettendo in mora la Regione e chiedendo sostegno alle Amministrazioni Comunali di Mola e Conversano per ripristinarlo prontamente.

In quel frangente venivano eletti sindaci, nei rispettivi Comuni, Colonna e Loiacono e li invitammo a partecipare all’incontro da noi richiesto alla Regione per sollecitarli alla riattivazione, tenutosi i primi dell’agosto del 2018. 

Seguirono diverse interlocuzioni dilatorie e inconcludenti sul tema che ci fece propendere per una conferenza stampa congiunta tra nostra associazione e i due sindaci di reazione alla stasi, tenutasi nel novembre successivo. 

Questa sortita, rilanciata ampiamente dai mezzi d’informazione, sortì l’effetto voluto: il Tavolo Tecnico fu prontamente riaperto con l’unica variazione della sua conduzione, che passava dalla Regione al Comune capofila di Mola, e contemporaneamente fummo associati a detto consesso. 

Quanto fino ad allora era stato definito divenne patrimonio per un’accelerazione immediata: in pochi mesi, nonostante il sabotaggio degli uffici regionali che disertarono il Tavolo, si passò alle verifiche sul campo dei lotti 3 e 1, che portò l’ARPA ad emettere la famosa relazione del 4 ottobre 2019 che sanciva lo stato di abbandono totale del lotto 3, con la mancata estrazione del percolato e l’occlusione probabile dei pozzi per la sua estrazione, nonché le criticità del lotto 1. 

Il Tavolo Tecnico, nel prenderne atto, dichiarava con propria deliberazione lo stato di danno ambientale e chiedeva lo stralcio definitivo del sito Martucci dal Piano Regionale dei rifiuti, inviando i relativi atti alla Regione, al Ministero dell’ambiente e alla Procura della Repubblica. 

Nel contempo era iniziata la procedura amministrativa per il nuovo Piano Regionale, sul quale sin da subito abbiamo avanzato le nostre antiche riserve e aggiunto le nuove pericolosità e necessità emerse. 

Il seguito è cosa nota, per quel che riguarda l’approvazione del Piano, e non intendiamo ritornarci. 

Sta di fatto che il nostro pressing congiunto, associazione e Comuni, ha fatto produrre un emendamento al Piano per il sito Martucci che, la si pensi come si vuole, oggi consente di tenere ancora chiuso il lotto 2 che probabilmente non riaprirà più. 

Comunque subito dopo la sua approvazione abbiamo reagito immediatamente, in cooperazione con le Amministrazioni di Conversano e Mola, presentando ricorsi amministrativi per la richiesta di stralcio di Martucci, ai quali la nostra associazione ha partecipato attivamente e ingegnosamente. 

Proprio in questi frangenti si è consolidata una proficua collaborazione fra la nostra associazione e i due Comuni per un fine collettivo di salvaguardia della salute e del territorio. 

Senza voler entrare nei dettagli delle tante azioni promosse nei confronti della Regione, in contestazione delle sue scelte mirate ad un’eventuale riapertura delle vasche di servizio/soccorso, come la ripresa della valutazione AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), per la quale abbiamo scoperto il suo avvio avvenuto senza la partecipazione del Comune di Conversano, Ente territorialmente competente, e fatto fare immediato ricorso nonché poi esserci noi stessi inseriti nel procedimento, presentando puntuali osservazioni non discusse per l’interruzione dello stesso procedimento, ci soffermeremo invece sull’ultima fase in corso. Il nostro rapporto speciale col Comune di Conversano (vedi inserimento nella Commissione speciale Martucci) e la sua Amministrazione, a guisa di consulenza per le nostre vaste conoscenze sulla tematica, stanno producendo risultati che portano oggi ad intravedere un orizzonte meno fosco rispetto al passato, a dispetto dei tanti uccelli del malaugurio e allarmisti fuori luogo (per essere buoni). 

Le video ispezioni dei pozzi di estrazione del percolato fanno parte di questo percorso e lungi dall’affermare che è stata una mera ed inutile ripetizione hanno invece certificato ufficialmente l’impossibilità della sua estrazione, per come sono stati letteralmente tombati. 

Il lungo confronto all’interno del Tavolo regionale, fra i tanti tecnici presenti, ma soprattutto l’autorevole parere espresso dal Prof. Ing. Boeri, CTU al processo penale per disastro ambientale, dalla nostra associazione espressamente contattato richiedendolo e ottenendolo dall’interessato, ha messo tutti d’accordo: per motivi pratici e di sicurezza l’esecuzione di nuovi pozzi è la migliore strada, con buona pace di tutti. 

Ma c’è qualcosa di più che abbiamo suggerito e preparato, che presto sarà reso noto, proprio per parare eventuali colpi di coda e sveltire le operazioni di messa in sicurezza dei lotti 1 e 3.

Siamo fieri di aver intrapreso questa nuova strada, che alcuni traducono come allineamento e perfino soggiacenza alle direttive e volontà delle Amministrazioni Comunali, ma noi siamo invece convinti d’aver fornito suggerimenti, indicazioni, elementi e soluzioni per aiutare le Istituzioni locali a meglio indirizzare le loro azioni giudiziarie e amministrative, in una sinergia utile alla causa collettiva. 

Non più contrapposizioni, molto spesso strumentali, ma collaborazione proficua per raggiungere gli obiettivi comuni di salvaguardia del territorio e soprattutto della salute pubblica.

Mola 20 maggio 2025

Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”

 Il Presidente

 dott. Vittorio Farella

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