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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Napoli campione d'Italia: Sia i partenopei che l'Inter battono 2-0 gli avversari, ma lo scudetto è della squadra di Antonio Conte.




Nel venerdì nel quale si sono giocate solo le partite delle prime due in classifica, festeggiano i napoletani.



Il Napoli ha conquistato il suo quarto Scudetto, il secondo in tre anni, battendo il Cagliari 2-0 nell'ultima giornata e mantenendo un punto di vantaggio sull'Inter. 
La vittoria ha scatenato festeggiamenti in tutta Napoli e in altre città italiane.

L'Inter ha da rammaricarsi perché in più di un'occasione ha perso in maniera non consona punti per strada che hanno determinato il divario in classifica.

I gol contro il Cagliari sono stati segnati da Scott McTominay (in spettacolare semirovesciata) e da Romelu Lukaku, due dei giocatori chiave della stagione. 
Questo successo è in parte sorprendente, visto che il Napoli aveva chiuso al decimo posto la stagione precedente e aveva perso i suoi attaccanti di punta, Osimhen e Kvaratskhelia. Tuttavia, l'arrivo dell'esperto allenatore Antonio Conte ha cambiato le carte in tavola. 

Conte, ora il primo tecnico a vincere la Serie A con tre squadre diverse (Juventus, Inter e Napoli), ha saputo trasformare la squadra.
A differenza dello Scudetto del 2023, vinto con largo anticipo e un ampio margine, questa stagione è stata molto più equilibrata, con Napoli e Inter che si sono alternate in testa alla classifica. 
Il campionato è stato caratterizzato da un punteggio finale basso per la prima classificata, a dimostrazione di una minore brillantezza generale, ma anche di una maggiore incertezza e combattività. 
Il Napoli di Conte, sebbene meno spettacolare rispetto a quello di Spalletti, si è dimostrato più organizzato e difficile da battere, vincendo molte partite di misura. 
Ha anche beneficiato della minor stanchezza, non avendo partecipato alle coppe europee, a differenza dell'Inter finalista di Champions League.

La stagione era iniziata in salita per il Napoli, con una sconfitta per 3-0 contro il Verona. Successivamente, sono stati ceduti Mario Rui e soprattutto Victor Osimhen, rimpiazzato da Romelu Lukaku, un attaccante che Conte conosceva bene, e l'arrivo di Scott McTominay. Nonostante l'inizio difficile e le cessioni, il Napoli ha trovato rapidamente la sua identità, diventando una delle squadre più solide della Serie A grazie alla disciplina e al sistema di gioco dell'allenatore. 
La sua organizzazione difensiva è stata eccellente, con soli 27 gol subiti in 38 partite.

Dopo una serie positiva a metà stagione, il Napoli ha avuto un rallentamento a febbraio, ma è rimasto in corsa per il titolo grazie anche a un pareggio nello scontro diretto con l'Inter. Le quattro vittorie consecutive da metà aprile in poi hanno permesso al Napoli di superare e staccare l'Inter, che nel frattempo ha perso terreno. 
Un finale di campionato con qualche battuta d'arresto ha tenuto il fiato sospeso fino all'ultima giornata, ma la vittoria sul Cagliari ha sigillato lo Scudetto.

Lukaku (14 gol e 10 assist) e McTominay (spesso "attaccante aggiunto") sono stati fondamentali, così come il centrocampista Frank Anguissa e i difensori centrali Amir Rrahmani e Alessandro Buongiorno, che hanno reso il Napoli una squadra ostica. 
Anche giocatori meno appariscenti come Matteo Politano e Leonardo Spinazzola sono stati cruciali per l'equilibrio della squadra.

Antonio Conte si è confermato un maestro nel rendere immediatamente competitive squadre che l'anno precedente non lo erano, portando il Napoli dallo anonimo decimo posto allo Scudetto in una sola stagione. 
La sua capacità di infondere organizzazione e disciplina, con una particolare attenzione alla fase difensiva (il Napoli ha subito quasi la metà dei gol rispetto alla stagione precedente), è stata la chiave di questo successo.

Ma vediamo più nel dettaglio le due gare.



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NAPOLI-CAGLIARI 2-0
⚽ 42' McTominay (N), 51' Lukaku (N)

NAPOLI (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Spinazzola (85' Mazzocchi); Politano (61' Neres), Anguissa (85' Billing), Gilmour, McTominay; Lukaku (76' Simeone), Raspadori (85' Ngonge). 
All. Conte.

CAGLIARI (3-5-2): Sherri (82' Ciocci); Zappa, Mina, Luperto; Zortea (57' Palomino), Adopo, Makoumbou (57' Marin), Deiola, Augello (74' Obert); Piccoli, Viola (57' Mutandwa). 
All. Nicola.

AMMONITI: Makoumbou (C), Politano (N), Lukaku (N)

Il Napoli, pur alle prese con diverse assenze importanti in difesa e a centrocampo, ha affrontato il Cagliari, già salvo e con una formazione sperimentale, in una partita cruciale per lo scudetto.
Il primo tempo ha visto un Napoli dominante, che ha creato diverse occasioni da gol. 
Dopo una serie di tentativi respinti dal portiere del Cagliari, Sherri, al 42' è arrivato il gol del vantaggio: Politano ha crossato dalla destra e McTominay ha insaccato con una spettacolare mezza rovesciata, portando il Napoli sull'1-0.
Nel secondo tempo, il Cagliari ha provato a farsi avanti, ma si è esposto ai contropiedi del Napoli. Al 51', Lukaku ha sfruttato la sua fisicità, ha superato Mina e ha siglato il 2-0 a tu per tu con Sherri. Il Napoli ha continuato a creare occasioni, sfiorando il terzo gol con Neres in due diverse occasioni. 
La partita è poi rallentata con i numerosi cambi, e il Napoli ha gestito il vantaggio fino al fischio finale.
La vittoria per 2-0 ha scatenato la gioia del Maradona, celebrando il quarto scudetto nella storia del Napoli.


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Como - Inter: 0-2
⚽20’ de Vrij, 6’ s.t. Correa

Como: Reina; Vojvoda, Van der Brempt (dal 36’ s.t. Ikone), Smolcic, Valle; Caqueret (dal 48’ Butez), Perrone (dall’8’ s.t.Engelhardt), Da Cunha; Nico Paz (dal 36’ s.t. Iovine), Douvikas (dall’8’ s.t. Cutrone), Strefezza.
All. Fabregas

Inter: Sommer; Bisseck (dal 15’ s.t. Dumfries), de Vrij, Carlos Augusto; Darmian, Calhanoglu (dal 15’ s.t. Barella), Asllani, Zalewski (dal 35’ s.t. Topalovic), Dimarco (dal 15’ s.t. Acerbi); Taremi (dal 28’ s.t. Arnautovic), Correa. 
All Inzaghi.

L'Inter batte il Como 2-0, ma non basta per vincere lo scudetto.
Nel primo tempo, i nerazzurri partono forte e sfiorano il gol con Darmian dopo 4 minuti. 
Al 21' passa in vantaggio con un colpo di testa di De Vrij su angolo di Calhanoglu. 
Il Como si fa vedere poco. 
Poco prima dell'intervallo, un episodio chiave: Taremi viene atterrato da Reina fuori area; dopo la revisione VAR, Reina viene espulso, lasciando il Como in dieci uomini. Il Napoli, intanto, segna e mantiene il primato.
Nel secondo tempo, l'Inter chiude subito la partita al 2' con Correa che, servito da Taremi, dribbla e segna lo 0-2. 
Con il Napoli che raddoppia contemporaneamente, l'Inter gestisce la partita in vista della finale di Champions League, dando spazio a giocatori come Acerbi, Dumfries, Barella e Arnautovic. 
La partita si spegne, con solo un'occasione per il Como all'84' con Cutrone, ma il tiro è debole. L'Inter vince, ma la vittoria non è sufficiente per il titolo.

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Il Napoli ha vinto lo Scudetto, il quarto della sua storia e il secondo in tre anni; venerdì sera ha battuto il Cagliari per 2-0, mantenendo il vantaggio di 1 punto sull’Inter, che nel frattempo ha battuto sempre col punteggio di 2-0 il Como. Per tutta Napoli, e anche in altre città d’Italia (persino in piazza Duomo a Milano), i tifosi stanno festeggiando con fuochi d’artificio, bandiere e caroselli. Nelle principali piazze di Napoli e dei comuni della città metropolitana erano stati montati vari maxi schermi per seguire la partita: il luogo più affollato e chiassoso, come sempre per le vittorie del Napoli, è piazza Plebiscito.

Contro il Cagliari hanno segnato due dei calciatori protagonisti della stagione: al quarantaduesimo minuto il centrocampista scozzese Scott McTominay con una spettacolare semi rovesciata, il dodicesimo gol del suo campionato e l’ottavo fatto sul punteggio di 0-0, e all’inizio del secondo tempo l’attaccante belga Romelu Lukaku.

È un successo in parte sorprendente, dato che l’anno scorso il Napoli era arrivato decimo in campionato dopo una stagione piuttosto disastrosa e tra agosto e gennaio se n’erano andati i due attaccanti protagonisti dello Scudetto del 2023, Victor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia. Nel frattempo però l’estate scorsa è arrivato l’esperto allenatore Antonio Conte, che aveva già vinto la Serie A altre quattro volte (tre con la Juventus e una con l’Inter) ed è appena diventato il primo allenatore a vincere il campionato italiano con tre squadre diverse.

Due anni fa, con Luciano Spalletti, il Napoli aveva vinto con largo anticipo e con 16 punti di distacco sulla seconda classificata, giocando in modo entusiasmante e sostanzialmente dominando il campionato. Quest’anno invece è stato tutto molto più equilibrato: Napoli e Inter si sono spesso alternate al primo posto e prima di questa giornata il Napoli era in testa con un solo punto di vantaggio.

Era inoltre dal 2003 che la prima classificata non chiudeva la Serie A con così pochi punti, a dimostrazione di un campionato incerto e combattuto, ma anche della poca brillantezza mostrata a volte dalle due squadre che si sono contese lo Scudetto. Il Napoli di Conte è stato meno spettacolare di quello di Spalletti, ma alla fine si è dimostrata la squadra più organizzata e difficile da superare. Ha vinto molte partite con un solo gol di scarto e ha approfittato inoltre della maggior stanchezza dei suoi avversari: l’Inter infatti ha giocato molte più partite in stagione, qualificandosi alla finale di Champions League del 31 maggio, mentre il Napoli non partecipava alle coppe europee e ha potuto concentrarsi sul campionato.

La stagione era iniziata male, per il Napoli. Nella prima giornata di campionato, ad agosto, aveva inaspettatamente perso 3-0 contro il Verona e Conte era sembrato abbastanza sconsolato (com’è nel suo stile). Pochi giorni dopo erano stati ceduti il terzino portoghese Mario Rui e soprattutto l’attaccante nigeriano Victor Osimhen, che nel 2023 era stato il capocannoniere del campionato con 26 gol; al suo posto era stato preso il belga Romelu Lukaku, un centravanti non più nei suoi anni migliori, ma in grande sintonia con Conte sin dai tempi dell’Inter. Negli ultimi giorni di calciomercato estivo arrivò anche il centrocampista scozzese Scott McTominay.

Sin dalla seconda giornata, comunque, il Napoli ha cominciato a trovare la quadra ed è diventata una delle squadre più solide e competitive della Serie A, grazie al sistema di gioco molto preciso ed efficace di Antonio Conte e alla rigida disciplina che pretende dai suoi calciatori. Delle nove partite successive alla sconfitta iniziale di Verona, il Napoli ne ha vinte otto e pareggiata una, subendo appena due gol. Nel corso della stagione Conte è stato un po’ più flessibile del solito, alternando diversi sistemi di gioco (ha messo in campo la squadra con il 4-3-3, il 4-2-3-1, il 3-4-1-2, oltre che con il 3-5-2, il suo modulo di riferimento) e riuscendo a far fronte alla cessione di Kvaratskhelia a gennaio, forse non troppo rimpianta dallo stesso Conte. L’organizzazione difensiva è stata eccellente: la squadra ha subìto appena 27 gol in 38 partite, molti dei quali con tiri dalla distanza.

Dopo un’altra importante serie di risultati positivi tra la sedicesima e la ventiduesima giornata, in cui ha battuto tra le altre Fiorentina, Atalanta e Juventus, da inizio febbraio il Napoli ha rallentato pesantemente, ottenendo appena quattro punti nelle successive cinque partite e faticando molto a proporre un gioco fluido ed efficace. Ciononostante, anche grazie al pareggio ottenuto nei minuti finali nello scontro diretto contro l’Inter (finito 1-1, come all’andata), la squadra di Conte è riuscita a rimanere in corsa per il titolo, e con le quattro vittorie di fila ottenute da metà aprile in poi, seppur giocando in modo non proprio esaltante, ha superato e staccato di tre punti l’Inter, che nel frattempo ha perso due partite consecutive contro Bologna e Roma.

Nel finale di campionato il Napoli si è poi inceppato di nuovo, pareggiando due partite sulla carta agevoli contro Genoa e Parma: solamente grazie al pareggio della Lazio nei minuti finali della partita contro l’Inter alla penultima giornata non è stato nuovamente superato in testa alla classifica. Infine, arrivando all’ultima giornata con un punto di vantaggio, ha battuto il Cagliari, vincendo come detto il suo quarto Scudetto dopo quelli del 1987, del 1990 e del 2023.
Lukaku e McTominay sono stati esaltati dal modo molto intenso e piuttosto essenziale con cui Conte fa giocare la squadra. Il belga ha fatto 14 gol e 10 assist, risultando meno dominante di un tempo ma comunque centrale nel gioco, mentre McTominay è stato spesso “l’attaccante aggiunto” per il Napoli, segnando alcuni dei gol più decisivi della stagione.

Insieme a loro due, sono stati particolarmente importanti per il Napoli anche il centrocampista camerunese Frank Anguissa, che ha fatto anche 6 gol e 4 assist, e i due difensori centrali Amir Rrahmani e Alessandro Buongiorno, che hanno contribuito a renderlo una squadra tosta da affrontare: come in tutti i recenti venti campionati di Serie A, ha vinto chi ha subìto meno gol di tutte le avversarie. È stato però anche lo Scudetto di calciatori meno appariscenti e talentuosi ma molto utili, apprezzati da Conte e fondamentali per dare equilibrio alla squadra, su tutti Matteo Politano e Leonardo Spinazzola.

Antonio Conte è forse il miglior allenatore di calcio al mondo a fare una cosa molto precisa: rendere immediatamente competitiva per vincere il campionato una squadra che l’anno precedente non lo era. L’estate scorsa è stato assunto dal Napoli che aveva appena avuto una stagione disastrosa, conclusa al decimo posto dopo aver cambiato tre allenatori. In un anno l’ha portato alla vittoria dello Scudetto, il quarto nella storia della squadra e il quinto per Conte, dopo i tre con la Juventus e quello con l’Inter: nessun allenatore aveva mai vinto la Serie A con tre squadre diverse prima di lui.

Era successo così anche in passato. Nel 2011 prese la Juventus dopo due settimi posti consecutivi e al primo anno vinse lo Scudetto senza perdere nemmeno una partita. Nel 2016 arrivò al Chelsea che era appena arrivato decimo e vinse il campionato inglese al primo tentativo. All’Inter, che non vinceva il campionato da dieci anni, ce ne mise due: secondo posto nel 2020, Scudetto nel 2021. Tutte le volte, Conte in poco tempo ha dato alle sue squadre grande organizzazione, basandosi su principi di gioco essenziali ed efficaci, a cominciare dall’eccezionale applicazione difensiva. Fin dallo scorso agosto aveva detto che il Napoli avrebbe dovuto subire molti meno gol rispetto alla stagione precedente, quando ne aveva incassati 48: quest’anno ne ha presi 27 in 38 partite.


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