“Israele? Dovrebbe essere escluso dalle competizioni internazionali esattamente come la Russia. Non possiamo permettere doppi standard, nemmeno nella cultura" - Firmato Pedro Sanchez, premier spagnolo.
Finalmente qualcuno ha il coraggio di dirlo pubblicamente.
È quasi un sollievo leggere queste parole! Finalmente una voce chiara e forte si leva a condannare l'inaccettabile.
E sì, ancora una volta dobbiamo guardare oltre i nostri confini per sentire un leader politico esprimere un elementare senso di giustizia e umanità.
Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha acceso un faro su una questione che troppi, in Italia e altrove, preferiscono ignorare o minimizzare.
La sua proposta di escludere Israele dalle competizioni internazionali, sullo stesso piano della Russia, non è solo un atto di coerenza morale, ma un potente richiamo alla responsabilità della comunità globale.
"Israele? Dovrebbe essere escluso dalle competizioni internazionali esattamente come la Russia. Non possiamo permettere doppi standard, nemmeno nella cultura".
"Israele? Dovrebbe essere escluso dalle competizioni internazionali esattamente come la Russia. Non possiamo permettere doppi standard, nemmeno nella cultura".
Queste parole, pronunciate con la fermezza di chi ha il coraggio delle proprie convinzioni, risuonano con una forza dirompente.
Il riferimento all'Eurovision è emblematico, ma la portata della riflessione di Sanchez va ben oltre il contesto musicale, abbracciando tutte le manifestazioni sportive e culturali.
Ed è proprio su questo punto che si consuma, ancora una volta, la distanza siderale tra la Spagna e l'Italia, tra un leader come Sanchez, che antepone la dignità umana e il rispetto dei diritti fondamentali a ogni calcolo politico, e un governo come quello italiano, guidato da Giorgia Meloni, che continua a trincerarsi in un silenzio assordante o, peggio, a negare l'evidenza di una catastrofe umanitaria in corso.
Mentre Sanchez alza la voce contro i "doppi standard", denunciando l'ipocrisia di un mondo che condanna giustamente l'aggressione russa ma sembra chiudere un occhio di fronte alle sofferenze del popolo palestinese, in Italia si continua a tergiversare, a usare un linguaggio ambiguo e a evitare prese di posizione nette.
Certo, il tema dell'esclusione dalle competizioni internazionali può apparire a qualcuno come "marginale".
Ed è proprio su questo punto che si consuma, ancora una volta, la distanza siderale tra la Spagna e l'Italia, tra un leader come Sanchez, che antepone la dignità umana e il rispetto dei diritti fondamentali a ogni calcolo politico, e un governo come quello italiano, guidato da Giorgia Meloni, che continua a trincerarsi in un silenzio assordante o, peggio, a negare l'evidenza di una catastrofe umanitaria in corso.
Mentre Sanchez alza la voce contro i "doppi standard", denunciando l'ipocrisia di un mondo che condanna giustamente l'aggressione russa ma sembra chiudere un occhio di fronte alle sofferenze del popolo palestinese, in Italia si continua a tergiversare, a usare un linguaggio ambiguo e a evitare prese di posizione nette.
Certo, il tema dell'esclusione dalle competizioni internazionali può apparire a qualcuno come "marginale".
Ma è proprio in questi dettagli, in questi apparenti particolari, che si manifesta la vera bussola morale di una nazione, la sua capacità di indignarsi di fronte all'ingiustizia e di agire di conseguenza.
La proposta di Sanchez non è isolata.
La proposta di Sanchez non è isolata.
Diverse voci nel mondo della cultura e dello sport si sono levate per chiedere misure simili. Ricordiamo le polemiche e le richieste di boicottaggio nei confronti della partecipazione israeliana all'Eurovision, così come le crescenti pressioni su federazioni sportive internazionali affinché prendano posizione.
L'analogia con l'esclusione della Russia, decisa in seguito all'invasione dell'Ucraina, è tutt'altro che casuale.
L'analogia con l'esclusione della Russia, decisa in seguito all'invasione dell'Ucraina, è tutt'altro che casuale.
Sanchez pone una questione fondamentale:
i principi di diritto internazionale e di rispetto dei diritti umani devono valere per tutti, senza eccezioni e senza "doppi standard" dettati da convenienze politiche o da alleanze strategiche.
Ancora una volta, ci troviamo a tradurre parole di dignità e di coraggio da una lingua straniera, mentre nel nostro Paese il silenzio o le timide dichiarazioni di circostanza lasciano un amaro sapore di ipocrisia e di omissione.
Ancora una volta, ci troviamo a tradurre parole di dignità e di coraggio da una lingua straniera, mentre nel nostro Paese il silenzio o le timide dichiarazioni di circostanza lasciano un amaro sapore di ipocrisia e di omissione.
Il contrasto è stridente e ci interroga profondamente sulla nostra capacità di essere all'altezza dei valori che diciamo di professare.
Grazie, dunque, a Pedro Sanchez per aver avuto il coraggio di dire ciò che molti pensano ma pochi osano esprimere pubblicamente.
Grazie, dunque, a Pedro Sanchez per aver avuto il coraggio di dire ciò che molti pensano ma pochi osano esprimere pubblicamente.
Le sue parole sono un seme di speranza in un momento buio e un monito per tutti coloro che continuano a voltare la testa di fronte all'orrore.
Speriamo che questo suo gesto possa scuotere le coscienze e spingere anche l'Italia a una riflessione seria e a un cambio di rotta necessario.
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