"No" secco: Mattarella Smonta il Decreto Salvini sull'Antimafia, "Cosa Abbiamo Rischiato?"
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Bloccata dal Presidente della Repubblica la norma sui controlli antimafia nel Decreto Infrastrutture
Ancora una volta, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dovuto indossare i panni del "garante" per bloccare una norma giudicata pericolosa e, a detta di molti, potenzialmente dannosa per la lotta alla criminalità organizzata.
Nel mirino del Quirinale è finito il Decreto Infrastrutture, voluto dal Ministro Matteo Salvini, che conteneva una disposizione destinata a far discutere: l'accentramento di fatto di tutti i controlli antimafia presso il Ministero dell'Interno.
La mossa del governo, che mirava a delegare e concentrare l'intero apparato di verifica in un unico dicastero, non è evidentemente passata inosservata ai rigidi controlli del Presidente.
Fonti vicine al Quirinale confermano che la norma è stata rispedita al mittente con un sonoro "no".
Ma non solo: Mattarella ha voluto lanciare un avvertimento chiaro e inequivocabile all'esecutivo. "Non è consentita alcuna deroga sulle norme previste dal Codice antimafia sulle opere strategiche di interesse nazionale", è il monito che trapela dal Colle, diretto principalmente al Ministro Salvini.
Un rischio scampato per la legalità.
La gravità della norma proposta risiede nella sua potenziale capacità di indebolire un sistema di controlli antimafia costruito con fatica e considerato fondamentale per la trasparenza degli appalti pubblici, specie quelli relativi a infrastrutture di interesse nazionale.
L'accentramento dei poteri di verifica in un solo ministero, con il rischio di bypassare le disposizioni rigorose del Codice antimafia, avrebbe potuto spalancare le porte a infiltrazioni criminali in opere strategiche, con conseguenze disastrose per l'economia e la sicurezza del Paese.
"Vi rendete conto di cosa abbiamo rischiato?", si domandano non pochi osservatori, sottolineando come l'intervento presidenziale abbia evitato quello che viene definito uno "scempio legislativo".
La preoccupazione maggiore riguarda cosa sarebbe potuto accadere se al Quirinale ci fosse stato un Presidente meno attento o, peggio, allineato con le logiche di un governo che, secondo alcuni, manifesta tendenze centralizzatrici.
Il Quirinale, invece, oggi rappresenta l'ultimo baluardo democratico.
L'episodio, infatti, riaccende i riflettori sul ruolo insostituibile del Presidente della Repubblica nel panorama politico italiano.
Insieme alla Corte Costituzionale, il Capo dello Stato si conferma non solo un garante della Costituzione, ma anche un argine democratico, giuridico, morale e civile contro potenziali derive.
La sua azione, lungi dall'essere una mera formalità, rappresenta un atto di responsabilità a tutela dell'integrità dello Stato e della salvaguardia della legalità.
Ancora una volta, la fermezza di Sergio Mattarella si è rivelata determinante, lasciando al Paese un sospiro di sollievo e un senso di profonda gratitudine per il suo operato.
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