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L'Italia si astiene sul patto pandemico OMS: un segnale preoccupante o una posizione ponderata?



Sull'astensione dell'Italia al primo patto pandemico dell'OMS, è importante distinguere tra la fase di approvazione della risoluzione sull'accordo e la partecipazione ai negoziati per il trattato pandemico stesso.

Un'astensione che non è passata inosservata. L'Italia non ha votato a favore del primo, storico, patto pandemico approvato di recente dall'Assemblea Mondiale della Sanità, suscitando interrogativi e preoccupazioni sulla sua posizione nel panorama della salute globale.

Dopo tre anni di intensi negoziati, gli Stati membri dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno finalmente raggiunto un accordo fondamentale per rafforzare la preparazione e la risposta a future pandemie. 
Un traguardo salutato da molti come un passo cruciale per evitare il ripetersi delle drammatiche conseguenze vissute durante la COVID-19.

Tuttavia, tra i paesi che hanno scelto di non sostenere il patto figurano, oltre all'Italia, nazioni come Russia, Iran e Israele. 
Un elenco che ha alimentato il dibattito e le critiche, soprattutto in un contesto politico dove la gestione della pandemia è stata oggetto di forti contrapposizioni. 
Va precisato che gli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Trump, avevano già manifestato la loro distanza dall'OMS, arrivando a ritirarsi dall'organizzazione per un periodo.

L'astensione italiana ha immediatamente innescato reazioni e analisi, con alcuni commentatori che hanno espresso forte disappunto. 

C'è chi ha letto in questa scelta un allineamento con posizioni scettiche o anti-scientifiche, evocando timori su un possibile disimpegno dell'Italia dalla cooperazione internazionale in materia di salute pubblica. 

La preoccupazione maggiore riguarda la percezione di una leadership politica che, secondo alcuni, strizzerebbe l'occhio a frange critiche verso le politiche sanitarie globali, mettendo a rischio la sicurezza e la preparazione del paese di fronte a future crisi.

"Questo dà la misura esatta di cosa avremmo rischiato se a gestire la pandemia ci fossero stati [riferimento all'attuale governo prima della pandemia]," ha commentato un analista politico, sottolineando come l'astensione possa essere interpretata come un indicatore di una certa visione sulle dinamiche sanitarie internazionali e sul ruolo delle istituzioni sovranazionali.

D'altra parte, è fondamentale analizzare le motivazioni che potrebbero aver portato l'Italia a questa decisione. 

Sebbene non siano state fornite spiegazioni ufficiali dettagliate in tempo reale che possano essere incluse in questo articolo (data la natura dell'informazione che indica un'astensione "poco fa"), è possibile ipotizzare diverse ragioni che spesso influenzano le scelte degli Stati in contesti internazionali così complessi:

1 - Criticità sul testo dell'accordo: 
Non è raro che gli Stati si astengano o votino contro risoluzioni internazionali per specifiche criticità riscontrate nel testo dell'accordo. 
Questo potrebbe riguardare aspetti legali, finanziari, di sovranità nazionale o di bilanciamento degli impegni e dei benefici. L'Italia potrebbe aver avuto riserve su clausole particolari che, a suo giudizio, non tutelavano sufficientemente gli interessi nazionali o presentavano oneri eccessivi.

 2 -  Insoddisfazione per il processo negoziale: 
Le dinamiche negoziali sono spesso complesse e possono lasciare alcuni paesi insoddisfatti del risultato finale, non ritenendo che le proprie posizioni siano state adeguatamente considerate.

3 -  Posizionamento geopolitico: 
L'astensione potrebbe riflettere anche un posizionamento più ampio dell'Italia rispetto a determinate dinamiche globali o a specifici blocchi di paesi.

5 -  Questioni di politica interna: 
Anche se meno probabile per un voto di astensione su un patto pandemico, talvolta decisioni internazionali possono essere influenzate da equilibri o sensibilità interne.

È cruciale, quindi, attendere le dichiarazioni ufficiali del governo italiano per comprendere appieno le ragioni dietro questa astensione. 

Solo un'analisi approfondita delle motivazioni addotte potrà chiarire se si tratta di una posizione di principio basata su specifiche criticità dell'accordo, o se, come temono alcuni, rappresenti un segnale di un approccio più isolazionista o critico verso la cooperazione multilaterale in sanità. 

Una cosa è certa ... Non siamo in buona compagnia e quindi è ovvio che si pensi a male anche se non si dovesse tenere presente che parliamo di Meloni e addirittura Salvini.

La posizione dell’Italia che si asterrà dal voto sul patto pandemico degli stati membri dell’Oms è grave e isola il nostro Paese, già di suo, ma ancor più  grave è il fatto che riprende le dichiarazioni a suo tempo rilasciate da Salvini sull’OMS. 

Ora è la volta della presidente Meloni. A questo punto il Governo ci dica da che parte sta: da quello della scienza e della cooperazione internazionale nel contrastare possibili future pandemie o del più bieco oscurantismo negazionista?

Il patto pandemico, pur con le sue imperfezioni, è stato concepito per essere una risposta coordinata alle future minacce sanitarie globali. 

L'assenza di un voto favorevole da parte di un paese del G7 come l'Italia solleva interrogativi sulla solidità e l'efficacia di un fronte unito contro le pandemie. 

La speranza è che questa astensione non si traduca in un indebolimento della capacità di risposta globale, ma piuttosto in un'opportunità per l'Italia di chiarire la propria visione e continuare a contribuire attivamente, seppur con modalità diverse, al rafforzamento della sicurezza sanitaria internazionale. 

Insomma, la voglia di essere ottimista non tramonta mai in me, però se questi sono i soggetti che ci governano, diventa ogni giorno più difficile.

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