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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Puglia Controcorrente: "Interrotti tutti i rapporti con Israele" La Regione Sfida il Governo sul Conflitto di Gaza, Mentre la Coscienza Costa Cara a Milano "il Paese al contrario"





Nel “Paese al contrario” accade anche questo.



L'Italia si trova, ancora una volta, a riflettere su se stessa, oscillando tra atti che sollevano indignazione e gesti che infondono orgoglio. 

Al centro del dibattito, due episodi distinti ma intrinsecamente legati al tema della libertà di espressione e della responsabilità etica di fronte a un conflitto di portata globale: 
il licenziamento di una giovane maschera della Scala di Milano e la decisione "storica" della Regione Puglia in merito alla situazione a Gaza.

La vicenda che ha scosso il mondo culturale e sindacale milanese è quella di una maschera del Teatro alla Scala, una ragazza di 24 anni, licenziata per aver gridato "Palestina libera" alla Presidente del Consiglio Meloni poco prima del concerto dello scorso 4 maggio. 
La motivazione ufficiale, "aver tradito la fiducia disobbedendo a ordini di servizio", ha generato un'ondata di sdegno.

Secondo il sindacato Cub, che ha denunciato l'accaduto, si tratta di un "verdetto-ghigliottina", un atto punitivo e ritorsivo, un chiaro avvertimento per dissuadere altri dal manifestare il proprio dissenso. 

"Questa giovane donna non ha tradito la fiducia di nessuno. 
Ha obbedito alla sua coscienza", si legge in una nota. 
L'episodio ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione nei luoghi di lavoro e sulla presunta repressione del dissenso in un contesto sociale sempre più teso. 
Molti hanno espresso solidarietà alla ragazza, definendo il suo gesto un atto di "Resistenza" e chiedendo con forza il suo reintegro. 

La domanda che risuona è chi debba veramente vergognarsi: chi grida la propria indignazione di fronte a un presunto genocidio, o chi, come le istituzioni, sceglie il silenzio.

In netto contrasto con l'episodio milanese, arriva dalla Puglia una notizia che ribalta le gerarchie e promette di fare da apripista. 

Il Presidente della Regione, Michele Emiliano, ha adottato una misura senza precedenti in Italia: l'interruzione unilaterale di ogni rapporto, affare e collaborazione commerciale con il governo di Benjamin Netanyahu e con soggetti istituzionali israeliani a esso riconducibili.

La mozione del Consiglio regionale pugliese, definita "storica", è stata seguita a ruota dal Comune di Bari, che ha dichiarato "non gradita" la partecipazione di Tel Aviv alla prossima edizione della Fiera del Levante. 
Un gesto dal forte impatto politico e simbolico, motivato esplicitamente dal "genocidio di inermi palestinesi in atto da parte del governo Netanyahu".

Le parole di Emiliano risuonano chiare e inequivocabili: "Invito tutti i dirigenti e dipendenti della Regione, delle sue Agenzie e delle società partecipate a interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del suddetto governo e con tutti quei soggetti a esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella Striscia di Gaza".

La mossa di Emiliano, che molti definiscono un atto di "federalismo etico", si pone in aperta sfida alla linea del governo centrale, accusato di complicità o indifferenza di fronte alla crisi umanitaria a Gaza. 

Sebbene l'impatto immediato sulla situazione possa essere limitato, il segnale lanciato dalla Puglia è potentissimo e si spera "contagioso".

Questa iniziativa è stata accolta con orgoglio da molti pugliesi e da chi vede in essa un esempio di "fare Politica" nel senso più alto del termine: agire con coraggio e coscienza, anche quando ciò significa andare controcorrente. 

In un "Paese al contrario", la Puglia si capovolge e si pone in avanguardia, mettendo la giustizia e l'umanità al centro delle sue azioni.
Sarà questo un punto di svolta per la politica estera delle regioni italiane o rimarrà un caso isolato?

Io spero che il Governo intanto rinsavisca e che a livello mondiale si prendano i provvedimenti necessari per fare cessare tutto questo.

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