Genova, Capitale di Civiltà e Resistenza: Portuali e Cittadini Uniti Bloccano una Nave della Compagnia Israeliana ZIM.
La Resistenza in azione
Un Fiume Umano per la Palestina
La città ligure ha ospitato la sua terza imponente manifestazione per Gaza, e anziché affievolirsi, la partecipazione è in costante crescita.
Un fiume umano in marcia dalla sede di Music for Peace fino a Piazza Matteotti, la cui lunghezza rendeva impossibile vederne l'inizio e la fine.
L'immagine di questa folla smentisce qualsiasi etichetta denigratoria come quella di "pericolosi Pro Pal": in piazza c'erano portuali, lavoratori, famiglie, anziani e bambini, a dimostrazione della trasversalità dell'impegno.
A sventolare la bandiera palestinese c'era anche un bimbo in braccio al papà, segno che la sensibilità per la causa travalica le generazioni. Lo striscione principale recitava in modo inequivocabile: "Stop Genocidio".
L'Azione che Blocca i Traffici: I Camalli in Testa alla Resistenza
Ma la dimostrazione di Genova non si è fermata alla solidarietà e alla partecipazione; è passata all'azione concreta.
Al culmine della fiaccolata, si è diffusa la notizia del prossimo carico di una nave della compagnia israeliana Zim, che avrebbe dovuto imbarcare 10 container di materiale esplosivo destinato a Israele.
I camalli del CALP (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali) hanno immediatamente abbandonato il corteo principale e si sono diretti verso il Ponte Etiopia con l'intento di bloccare l'operazione.
Sono stati subito affiancati da almeno un centinaio di manifestanti, in gran parte studenti, che li hanno "scortati" e supportati entrando con loro nell'area portuale al grido di "Free Palestine".
All'esterno del varco, presidiato dalle forze dell'ordine, si sono radunati in appoggio almeno altri duemila manifestanti.
Ulteriori Azioni e Contesto
Questo gesto non è un evento isolato, ma si inserisce in un più ampio quadro di mobilitazione nei porti italiani contro il traffico di armi destinate alle aree di conflitto.
Notizie recenti, come quelle emerse in occasione di altre proteste a Genova (ad esempio, contro la nave saudita Bahri Yanbu o in generale contro le navi della Zim), confermano come i portuali liguri e sindacati come l'USB (Unione Sindacale di Base) e la Filt Cgil siano in prima linea nel denunciare e contrastare l'imbarco di materiale bellico, sollevando questioni etiche, di sicurezza e di potenziale violazione della Legge 185/90, che regola il transito di armi.
L'obiettivo dichiarato è quello di impedire che i porti italiani si trasformino in "hub militari" e piattaforme logistiche di guerra, promuovendo invece l'ideale di "porti di pace".
La Resistenza in Azione
L'azione dei camalli e dei cittadini genovesi è stata definita con un nome preciso: RESISTENZA.
Gli abitanti della città ligure hanno offerto una lezione morale e pratica a tutta l'Italia su come agire concretamente contro ciò che viene percepito come un'ingiustizia e una complicità nei confronti del genocidio in corso, conquistando una grande vittoria civica e operaia.
Questo video mostra la manifestazione congiunta di portuali e attivisti a Genova:👇🏼
Genoa Port Strike: Italian Dockworkers, Activists Demonstrate Against Arms Shipments to Gaza
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