La "Giorgia Nazionale" va a Magná da Zia Mara e fa .... La frittata!
Polemiche sulla partecipazione di Giorgia Meloni nel corso di "Domenica In"... Non fosse altro per una questione di coerenza... Coreana....
Il 20 ottobre 2024, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata ospite in collegamento con la trasmissione televisiva di Rai 1, "Domenica In", condotta da Mara Venier.
Qualcuno potrebbe dire che lo abbia fatto per evitare che ci fosse più attenzione su:
L'evento ha suscitato un notevole dibattito, in gran parte incentrato sull'opportunità di una simile apparizione e sulla mancanza di coerenza che, secondo alcuni, essa rappresenterebbe rispetto alle posizioni passate della stessa premier.
E' chiaro che il tutto susciti un forte disappunto per l'intervista, sottolineando un'apparente incoerenza della presidente Meloni.
Nel 2020, quando era all'opposizione, la leader di Fratelli d'Italia criticò aspramente l'allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per un suo intervento a "Domenica In".
In quell'occasione, la "Giorgia Nazionale" accusò Conte di aver utilizzato il servizio pubblico per un monologo, definendo l'episodio come una deriva verso un "regime coreano".
Questo tipo di apparizione, in una trasmissione televisiva di largo seguito e dal carattere popolare, è stato interpretato come uno "spottone elettorale indegno di un Paese civile".
L'accusa principale è che la premier, pur avendo evitato per circa 250 giorni il confronto con i giornalisti (reali), si sia esposta in un contesto non istituzionale per un messaggio di pura immagine, più che di sostanza politica.
L'episodio ha alimentato un acceso dibattito pubblico.
I detrattori di Meloni hanno evidenziato, come già accennato, la mancanza di coerenza tra le sue posizioni passate e il suo comportamento attuale.
Il paragone con la "Corea" di Conte è stato riproposto per sottolineare come, in questo caso, l'approccio sia stato addirittura "più terra terra", con un'intervista più orientata al "popolo" che alla nazione, insomma : "a magna' da zia Mara".
Per i critici, l'evento rappresenta un punto basso per la televisione italiana e per la democrazia stessa.
L'idea che un leader politico utilizzi un'emittente del servizio pubblico in modo così disinvolto e per fini che sembrano puramente di propaganda personale o elettorale, viene vista come un segnale preoccupante, "roba da regimi, non da democrazia".
in realtà la vicenda appare più grave soprattutto per le precedenti dichiarazioni.L'apparizione di un politico in programmi di intrattenimento è una pratica diffusa, utilizzata per raggiungere un pubblico vasto e non necessariamente interessato alla politica.
Meloni, come altri leader prima di lei, ha utilizzato questa strategia per umanizzare la sua figura e presentarsi come una persona vicina alla gente comune, con sentimenti e ricordi che possono creare empatia.
Questo approccio è spesso efficace dal punto di vista comunicativo, specialmente in vista di consultazioni elettorali.
Tuttavia, l'evento di "Domenica In" si inserisce in un contesto più ampio di accuse di scarsa trasparenza e di evitamento del confronto con la stampa "vera", ovvero quella non allineata o critica.
Non sembra normale, ripeto, che una presidente non conceda conferenze stampa e non risponda alle domande dei giornalisti da diversi mesi. L'apparizione televisiva, in questo scenario, è chiaro che acuisce la critica di chi lamenta un atteggiamento di chiusura e di controllo della narrazione da parte del governo.
La vicenda delle "pastarelle" è diventata un simbolo di questa percezione, un aneddoto che, pur sembrando innocuo, è stato utilizzato per criticare una gestione della comunicazione politica ritenuta troppo autoreferenziale e populista.
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