No Other Land” - L'Ombra (?) della Politica sulla RAI: Film Documentario Sulla Palestina Rinviato a Rischio di "Imposizione dall'Alto"
Presunta ingerenza politica?
Un caso di presunta(?) ingerenza politica scuote nuovamente la RAI e il dibattito sulla libertà editoriale del Servizio Pubblico.
La decisione di rimuovere e posticipare la messa in onda del film documentario Premio Oscar, “No Other Land”, ha sollevato un coro di polemiche e accuse dirette a una manovra politica.
Il documentario, acclamato come un'opera che getta luce sulla Resistenza dei Palestinesi in Cisgiordania, era originariamente previsto in palinsesto per il 7 ottobre.
La data non era casuale: l'intento, secondo quanto trapela, era quello di offrire al pubblico italiano un contesto storico più complesso e sfaccettato, arricchendo il quadro della situazione mediorientale proprio in un anniversario così delicato.
Il Rinvio all'Ultimo Minuto: "Telefonata Politica" Dai Palazzi
Nonostante la programmazione fosse stata ufficializzata e comunicata, all'ultimo minuto è arrivato il blocco. La decisione di eliminare il titolo dalla prima serata e di spostarlo al 21 ottobre viene descritta da fonti interne alla RAI come l'esito di una vera e propria "imposizione dall'alto".
Si parla apertamente di una "telefonata politica" giunta direttamente dai palazzi romani, un'azione che molti interpretano come un tentativo di evitare qualsiasi elemento narrativo che potesse "intralciare la narrazione unica e unilaterale" sull'anniversario del 7 ottobre, percepita come interamente "appannaggio di Israele" in questo momento.
Il timore diffuso, come evidenziato da alcune voci critiche, è che l'attuale Governo Meloni abbia voluto evitare qualsiasi possibile elemento di "disturbo" o di complessità storica che potesse essere interpretato come non allineato con la linea politica predominante in quel giorno specifico.
Reazioni e Contesto: Non È la Prima Volta
Sebbene le fonti ufficiali della RAI non abbiano commentato la presunta "imposizione politica", il rinvio ha suscitato una reazione immediata nell'ambiente mediatico e politico.
L'accusa di una "Telemeloni" che agisce per censurare o "orientare" la programmazione non è nuova e si inserisce in un dibattito ormai acceso sulla presunta politicizzazione dei vertici dell'emittente pubblica.
Il rinvio di “No Other Land” viene bollato da molti osservatori come l'"ennesima occasione persa" per la RAI di esercitare un Servizio Pubblico degno di questo nome, capace di offrire una pluralità di voci e prospettive. Il risultato è, per i critici, l'ennesima "vergogna nazionale" che compromette la credibilità e l'autonomia informativa della televisione di Stato.
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