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Portuali in Rivolta: La Nave Israeliana Zim Virginia Costretta ad Abbandonare il Porto di Livorno.

 


Dopo Genova ecco Livorno e tutto il movimento in Italia che ridà, al contrario del Governo, dignità alla nazione.

​Un’azione di protesta civile e coordinata ha segnato un altro importante successo nel panorama portuale italiano: i lavoratori dello scalo di Livorno hanno impedito l’operatività della nave portacontainer israeliana Zim Virginia, battente bandiera di Israele, costringendola a lasciare il porto toscano senza aver potuto effettuare alcuna operazione di carico o scarico merci. 

L'episodio, che segue di poco quello analogo avvenuto a Genova, si è concluso in serata, dopo l'ingresso della nave avvenuto nel primo pomeriggio.

​La Zim Virginia, che era rimasta in rada al largo per giorni a causa dello sciopero preventivo, è arrivata intorno alle 13:30 al terminal Darsena Toscana. 
Qui ha trovato la mobilitazione di protesta e lo sciopero proclamato congiuntamente dalle sigle sindacali USB e Filt-Cgil
I lavoratori portuali si sono rifiutati in massa di eseguire qualsiasi operazione sulla portacontainer della compagnia israeliana Zim. L’azione, accompagnata da clacson e urla di protesta, ha reso impossibile il lavoro.

​La decisione di far lasciare il porto alla nave è stata presa in serata, al termine di una riunione convocata in Prefettura per gestire la giornata di forte tensione.

​La Voce della Protesta: "Non Saremo Complici di un Genocidio"

​Questa forma di resistenza civile da parte dei lavoratori portuali non è solo un atto sindacale, ma una chiara presa di posizione etica contro il conflitto in corso. 
I portuali, con il loro rifiuto, ribadiscono il loro netto "no" alla complicità con quello che definiscono un genocidio.

​In un comunicato, anche la Cgil ha espresso la ferma convinzione che "quanto sta avvenendo a Gaza non è una guerra ma un vero e proprio genocidio perpetrato dal governo nazifascista di Netanyahu". 

I sindacati hanno inoltre confermato il loro impegno a "batterci per l'autodeterminazione del popolo palestinese" e a sostenere attivamente la Global Sumud Flotilla, descritta come la più grande operazione umanitaria non governativa degli ultimi anni.

​L’Unione Sindacale di Base (USB), oltre ad aver proclamato lo sciopero, aveva precedentemente segnalato la presenza di container da 10 piedi contenenti "materiale sospetto (militare)" che avrebbero dovuto essere imbarcati sulla Zim Virginia.

​L'Onda Lunga della Mobilitazione Nazionale

​L’episodio di Livorno, che ha visto l'unione del porto con le organizzazioni sindacali e la cittadinanza per una causa di giustizia, non è un caso isolato, ma si inserisce in un’ondata crescente di mobilitazioni nei porti italiani.

  • Precedenti Azioni: L'azione di Livorno replica, in pochi giorni, quanto accaduto a Genova, dove i portuali del Gruppo Autonomo Portuali (Calp) e l’USB avevano già impedito le operazioni di carico e scarico sulla nave Zim New Zealand. In precedenza, un’altra nave, la Slnc Severn (battente bandiera statunitense), sospettata di trasportare armi destinate al genocidio, era stata costretta a desistere dall’attracco a Livorno, e poi respinta da altri porti italiani. A Ravenna erano stati fermati due container con esplosivi, e a Taranto era stata bloccata una petroliera.
  • Aumento della Tensione: I sindacati hanno alzato l'asticella della protesta: sia USB che Cgil hanno ribadito di essere "pronti a dichiarare immediatamente lo sciopero generale" a livello nazionale qualora la Global Sumud Flotilla, che sta per raggiungere le coste palestinesi con aiuti umanitari, dovesse essere attaccata dalle forze israeliane. Per la settimana in corso è già attesa un'altra nave della compagnia israeliana, la Zim Iberia, che si prevede incontrerà la stessa resistenza organizzata a Livorno.

​Queste azioni concrete dei lavoratori italiani, che uniscono la protesta sindacale a un profondo senso etico, stanno guadagnando vasto plauso e sostegno in tutto il Paese, venendo percepite come un ripristino di dignità e coerenza a livello nazionale sulla scena internazionale.

Nonostante il governo.

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