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La denuncia di Enzo Iacchetti su Gaza e le conseguenze: "Sto perdendo lavoro, ma non mi pento".

 


​L'artista ribadisce le sue posizioni sul conflitto israelo-palestinese, affrontando le critiche e le minacce per la sua coraggiosa presa di posizione a "Cartabianca".

​Enzo Iacchetti torna a far parlare di sé dopo il suo applaudito intervento nella trasmissione “Cartabianca” sul conflitto israelo-palestinese. 

In un'intervista a "Fanpage", l'attore e conduttore televisivo ha confermato e rafforzato la sua posizione, esprimendo la sua frustrazione per il silenzio delle istituzioni e di parte della politica su una questione che, a suo dire, dovrebbe toccare le coscienze di tutti.

​Iacchetti ha sottolineato come si senta l'unico ad aver avuto il coraggio di esporsi su un tema così delicato, che definisce un "genocidio" in atto a Gaza.

Il suo gesto, che descrive come un "atto di supplenza morale", nasce dalla convinzione che coloro che dovrebbero avere il compito di intervenire, non lo stiano facendo, rendendosi, di fatto, complici delle azioni dello Stato di Israele.

​L'impatto di questa presa di posizione non è stato privo di conseguenze professionali. 
Iacchetti ha rivelato di star perdendo "parecchio lavoro" e che "non lo vuole vedere più nessuno". 
Nonostante le ripercussioni negative sulla sua carriera, l'artista ha ribadito che rifarebbe e ridirebbe tutto, sentendosi in dovere di infrangere la "quarta parete" televisiva per parlare alla gente.

​Durante il suo intervento a “Cartabianca”, Iacchetti ha avuto un acceso confronto con l'opinionista David Mizrahi. 

Nelle recenti dichiarazioni, Iacchetti ha rincarato la dose, definendo "una porcheria" la domanda di Mizrahi, che gli chiedeva di "definire bambino" per poi contestare il numero delle vittime innocenti a Gaza. 
Secondo Iacchetti, Mizrahi si trovava in studio per fare "propaganda" e le sue parole sono state talmente inaccettabili da non essere pronunciate "neanche dal diavolo". 

L'attore ha spiegato che la rabbia mostrata in quel momento era il sintomo di una "ferita grande" che lo fa "non dormire la notte per la pena che prova per quelle persone". 
Nonostante la sua reazione accesa, ha specificato che non avrebbe mai aggredito fisicamente Mizrahi, che "è scappato" probabilmente a causa della sua "coscienza molto sporca".

​Il gesto di Iacchetti ha scatenato una doppia reazione da parte del pubblico. 

Se da un lato l'artista ha ricevuto numerosi attestati di stima e complimenti per strada, dall'altra è stato bersaglio di insulti, come "ubriacone" e "miliardario", accuse di aver perso il lavoro a "Striscia la Notizia" (circostanza che lui ha smentito, ma che dimostra l'avversione nei suoi confronti) e, purtroppo, anche minacce di morte.

​Questo dualismo nel giudizio dell'opinione pubblica riflette la polarizzazione del dibattito sul conflitto che se si è almeno un minimo normodotati non ha motivo di esistere, ma se si è tifosi di governi complici di genocidio si è due volte più stronzi di loro.

Enzino, comunque, non si è lasciato intimidire. La sua storia, come ha commentato una fonte vicina all'attore, dimostra che in Italia "ti perdonano tutto tranne dire la verità". Un'affermazione che sottolinea l'importanza e il coraggio di chi, come lui, non ha paura di schierarsi in difesa dei diritti umani, nonostante le conseguenze personali e professionali.

Comunque è scandaloso che un artista sia stato l'unico in TV a dire le cose come stanno e sbatterlo in faccia ad interlocutori ed idioti complici (direttamente e indirettamente).

Per quanto mi riguarda la reazione criticata anche nei modi da qualcuno è stata fin troppo pacata (altro che le chiacchiere).

Complimenti a Iacchetti e, per quello che può servire, incassa la mia vicinanza.

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