L'incubo dei droni: attacco notturno alla Global Sumud Flotilla
Grave escalation in acque internazionali: la flottiglia colpita da droni e gas, il governo italiano chiede aiuto a chi sta attaccando.
Un grave attacco ha colpito la Global Sumud Flotilla in acque internazionali, segnando il più serio incidente dall'inizio della sua missione. L'aggressione, durata tre ore, ha visto un'incessante pioggia di droni che hanno lanciato ordigni e gas irritanti contro le imbarcazioni, in palese violazione del diritto internazionale.
L'imbarcazione Zefiro ha subito i danni maggiori, con l'albero maestro gravemente compromesso.
La portavoce italiana della GSF, Maria Elena Delia, ha denunciato l'accaduto come un evento di "gravità senza precedenti".
Ha specificato che gli aggressori hanno usato bombe sonore, danneggiando le barche e mettendo a rischio la vita dell'equipaggio.
La reazione del governo italiano, tramite il ministro degli Esteri Antonio Tajani, è stata oggetto di forte critica.
Tajani ha chiesto a Israele di "tutelare" l'equipaggio della Flotilla. Questa richiesta è stata definita inopportuna dal comunicato della Flotilla stessa, che sottolinea come la tutela debba arrivare dal governo italiano, non dallo stesso Stato accusato di aver orchestrato l'attacco.
Cioè vi sembra da gente possibile una richiesta così stupida?
E' ovvio che debba essere lo Stato italiano a dover proteggere i propri cittadini in missione umanitaria, anziché delegare questa responsabilità a chi viene considerato l'aggressore.
La Global Sumud Flotilla, che include attivisti italiani, fa parte di una serie di iniziative volte a rompere il blocco marittimo imposto da Israele sulla Striscia di Gaza.
Il blocco è in vigore dal 2007 e, secondo diverse organizzazioni per i diritti umani, ha contribuito a una crisi umanitaria cronica nel territorio.
La missione della Flotilla è quella di portare aiuti umanitari essenziali alla popolazione di Gaza, aggirando le restrizioni israeliane.
Tali missioni sono spesso tese e si sono verificate in passato anche azioni militari contro le flottiglie.
Il più noto è l'attacco del 2010 contro la "Mavi Marmara", durante il quale le forze israeliane uccisero 10 attivisti a bordo.
Il recente attacco con droni rappresenta una nuova e preoccupante escalation delle tattiche utilizzate per scoraggiare queste iniziative, ponendo un grave interrogativo sulla sicurezza di chiunque tenti di portare aiuti via mare a Gaza.
Nonostante gli incidenti, il movimento delle flottiglie continua a rappresentare una forma di protesta e di solidarietà attiva con la popolazione palestinese.
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