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USB proclama mobilitazione nazionale per Gaza, Salvini propone una cauzione per i manifestanti



Il sindacato Usb lancia una protesta permanente in tutta Italia e minaccia un nuovo sciopero. Il ministro dei Trasporti risponde con la proposta di una cauzione per chi manifesta, scatenando polemiche e accuse di incostituzionalità.

​Il sindacato Unione Sindacale di Base (USB) ha lanciato una mobilitazione nazionale a tempo indeterminato e ha invitato a occupare cento piazze in Italia a seguito del recente attacco notturno subito dalla Global Sumud Flotilla. Questa decisione è una risposta al presunto atto di guerra che ha colpito la missione umanitaria e al percepito silenzio del governo italiano riguardo al genocidio in corso a Gaza. 

L'USB ritiene che l'attacco alla Flotilla, che trasporta anche cittadini italiani, sia un attacco diretto contro il nostro Paese.

​A partire da venerdì 26 settembre, il sindacato ha organizzato l'installazione di accampamenti permanenti nelle principali città. 

A Roma, il punto di ritrovo sarà Piazza dei Cinquecento, luogo da cui è partito il recente sciopero generale, mentre a Genova si occuperà l'area vicina al valico 3, dove sono stati raccolti gli aiuti. 

L'obiettivo è trasformare l'Italia in una grande piazza unita per la Palestina. 

Se la situazione dovesse peggiorare, l'USB ha dichiarato di essere pronta a proclamare un nuovo sciopero nazionale senza preavviso, con la parola d'ordine "Blocchiamo tutto".

​La storica mobilitazione, che ha coinvolto portuali, studenti, insegnanti, vigili del fuoco e operatori sanitari, è stata definita da Salvini un "fatto da irresponsabili". 

Il ministro, nel corso di un'intervista al TG1, ha sollevato un'ulteriore polemica proponendo che gli organizzatori di manifestazioni siano tenuti a versare una cauzione per coprire eventuali danni, affermando che in caso di incidenti "pagheranno di tasca loro". 

Questa dichiarazione ha scatenato la reazione del sindacato e di altri esponenti politici e della società civile, che hanno immediatamente criticato le sue parole come "sciocche, pericolose e anticostituzionali".

​La protesta contro le dichiarazioni di Salvini sottolinea che in una democrazia i cittadini non devono pagare per manifestare liberamente il proprio pensiero. 

In particolare, viene richiamato l'articolo 17 della Costituzione italiana, che sancisce il diritto di riunirsi pacificamente e senza armi, così come gli articoli 3 e 21, che tutelano la libertà di espressione e l'uguaglianza dei cittadini. 

Queste norme fondamentali sono considerate una barriera contro la demagogia e le minacce, e i manifestanti affermano che Salvini, con le sue posizioni, continua a schierarsi dalla "parte sbagliata della Storia".

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