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Scandalo al Garante Privacy: Report non si ferma, le dimissioni di Ghiglia sono un imperativo. Boom di ascolti dopo il tentato blocco.



Tentativo di censura fallito: l'inchiesta svela i legami tra il membro Agostino Ghiglia e Fratelli d’Italia prima della sanzione di 150.000 euro alla trasmissione. L'opposizione chiede la testa del Garante, il Governo tace.

​Un tentativo di censura senza precedenti ha scosso il Servizio Pubblico
Nonostante una tardiva e perentoria diffida, la trasmissione di inchiesta di Rai 3, Report, è andata in onda, svelando un intreccio di rapporti imbarazzanti tra il membro del Garante della Privacy, Agostino Ghiglia, e l'ambiente di Fratelli d'Italia, in particolare Arianna Meloni.

​L'inchiesta, firmata dalla giornalista Chiara De Luca e guidata da Sigfrido Ranucci, ha messo in luce una serie di coincidenze e azioni che minano gravemente l'autonomia e la credibilità dell'Autorità Garante, culminate nella sanzione di 150.000 euro inflitta proprio a Report.

​Il "Colpo di Mano" e l'Inchiesta Shock

​Il dramma si è consumato a poche ore dalla messa in onda della puntata, quando Ghiglia ha tentato di bloccarla invocando la presunta "acquisizione illecita di dati personali attraverso la violazione della corrispondenza privata" e chiedendo la cancellazione dell'intera inchiesta. 
Un atto che Ranucci ha definito senza mezzi termini: "Questa è interruzione di Servizio Pubblico".

​L'inchiesta andata in onda ha rivelato un quadro sconcertante che mette in discussione l'indipendenza di Ghiglia:

  • Il Cambio di Voto Improvviso: Ghiglia si era espresso inizialmente a favore di un semplice ammonimento per Report nelle riunioni precedenti. All'improvviso, il 21 ottobre, il voto è cambiato in una pesantissima sanzione.
  • La Visita Sospetta: Il giorno prima della sanzione, Ghiglia ha avvisato Arianna Meloni di volerla incontrare nella sede di Fratelli d'Italia in via della Scrofa. L'incontro, che Ghiglia non ha smentito in trasmissione, sarebbe avvenuto addirittura con l'uso dell'auto di servizio, conferendogli un'apparenza ufficiale.
  • Legami Politici e Conflitto d'Interessi: Sono stati evidenziati i noti e decennali legami di Ghiglia con Fratelli d'Italia e la destra, la sua attenzione "quasi maniacale" al caso Sangiuliano, e persino il suo coinvolgimento in un'aggressione di matrice squadrista ai tempi del liceo nel 1986.

​Ciò che emerge è la totale assenza di quel clima di indipendenza e terzietà che dovrebbe essere il fondamento dell'Autorità Garante della Privacy.

​L'Esempio di Giornalismo e gli Attacchi Sessisti

​Oltre a svelare il potenziale conflitto d'interessi, l'episodio ha acceso i riflettori sul coraggio e la professionalità della squadra di Report, in particolare di Chiara De Luca.

​La sua inchiesta è stata definita un "capolavoro" e una "lezione sul campo", frutto di un meticoloso incrocio di dati, mail, voti e dichiarazioni. Tuttavia, in quanto donna e giovane, la giornalista ha dovuto subire una quantità "fuori scala" di attacchi, frecciate, e battute sessiste e misogine (come "Lei prende la valeriana, che sogna così tanto di giorno e di notte?", pronunciata da Ghiglia) che non sarebbero mai state rivolte a un collega maschio. 

La sua risposta è stata un incalzare di domande, condotto con ferma professionalità e garbo, dimostrando cosa significhi fare Servizio Pubblico in una Rai sempre più "controllata, occupata, lottizzata".

​L'Opposizione Chiede le Dimissioni, Gli Ascolti Decretano la Vittoria

​A seguito della puntata, le forze di opposizione in Commissione di Vigilanza Rai hanno chiesto le immediate dimissioni di Agostino Ghiglia.

​I Dem hanno commentato che l'inchiesta ha reso evidente il venir meno di "credibilità e l'autonomia dell’attuale governance dell’Autorità per la Privacy", lamentando scelte "condizionate da appartenenze politiche". Similmente, i 5 Stelle hanno rincarato la dose, affermando che "Agostino Ghiglia non può più stare lì e deve dimettersi il prima possibile".

​Nel frattempo, la reazione del pubblico è stata la miglior risposta a chi voleva oscurare l'inchiesta. Nonostante i tentativi di blocco e il "fango", Report ha registrato un boom di ascolti, con 1,7 milioni di telespettatori e quasi il 10% di share.

​Questo successo è il segnale che "quando si fa giornalismo di qualità, quando si fa Servizio pubblico, il pubblico c’è e risponde". 

La vera scorta di Sigfrido Ranucci e della sua squadra, è, ancora una volta, la piena adesione del pubblico che, seguendo il loro lavoro, difende la libertà di informazione. 

Resta da vedere quale sarà la posizione ufficiale di Fratelli d'Italia, della Presidente del Consiglio Meloni e di sua sorella Arianna, finora rimaste in un "silenzio assordante" sulla vicenda.

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