ITALIA LEGGENDARIA: È TRIS IN COPPA DAVIS!

Un'impresa che riscrive la storia: senza Sinner e Musetti, gli Azzurri alzano la terza "Insalatiera" consecutiva. Berrettini sontuoso, Cobolli monumentale: il tennis mondiale parla solo italiano.

Non è un sogno, è una splendida, solidissima realtà. 

L'Italia è ancora sul tetto del mondo. 

Per la terza volta consecutiva, la Coppa Davis si tinge d'azzurro, suggellando un dominio che ormai non ammette repliche. 

Ma se le vittorie precedenti portavano firme attese, questa ha il sapore dell'impresa impossibile, della "fantascienza" divenuta cronaca: un trionfo ottenuto senza il numero uno  Jannik Sinner e senza il talento di Lorenzo Musetti. 

È la vittoria del gruppo, del cuore e di una profondità tecnica che il nostro movimento non ha mai conosciuto prima.

Il ritorno del "Davis Man": Berrettini apre le danze 

A spianare la strada verso la gloria ci ha pensato un Matteo Berrettini "sontuoso", per prendere in prestito la definizione tecnica di Diego Nargiso. 

Il martello romano ha portato a casa il primo, cruciale punto della finale, confermando una statistica impressionante: tre vittorie su tre partite disputate a Bologna, senza mai lasciare per strada nemmeno un set. 

Non è il Berrettini esplosivo del 2021, è qualcosa di diverso e forse di più prezioso: un giocatore maturo, solido, capace di soffrire e di alzare il livello proprio quando la palla scotta. 

È il carisma fatto persona, un atleta che ha raccolto quanto seminato dopo mesi di calvario fisico. Nessuno più di lui, che ha dato tutto per questa maglia spesso a discapito dei propri muscoli, meritava di essere protagonista. 

Matteo si conferma il vero "Davis Man" di questa generazione, il pilastro emotivo su cui la squadra ha costruito le sue certezze.

Il capolavoro di Flavio Cobolli 

Sull'onda dell'entusiasmo per l'1-0, l'Italia ha chiesto il miracolo a Flavio Cobolli. 

E il miracolo è arrivato. 

Chiamato a vestire i panni del leader tecnico in assenza dei big, il giovane romano è stato semplicemente monumentale. 

La sua partita è stata un film ad alta tensione: sotto di un set e di un break, quando l'inerzia sembrava perduta, Cobolli ha tirato fuori l'anima. 

Ha replicato l'eroismo già visto in semifinale contro il belga Bergs (quel tie-break è già storia), ribaltando il match con una ferocia agonistica rara. 

Ha vinto tutte le partite giocate da "numero uno", chiudendo i conti tra le lacrime e l'urlo liberatorio: 

"È finita!".

Il trionfo di Volandri e dell'intero movimento 

Dietro questa terza Davis c'è la mano sapiente di capitan Filippo Volandri. 

Il suo merito più grande non è stato solo tattico, ma umano: aver costruito un gruppo di amici prima che di colleghi, una famiglia capace di compattarsi nelle difficoltà. 

Questa vittoria certifica un dato incontrovertibile: l'Italia domina il tennis mondiale. 

Con la squadra maschile triplice campione e quella femminile duplice iridata (BJK Cup), il nostro Paese è il faro assoluto della racchetta. 

Per generazioni di appassionati cresciuti festeggiando come un miracolo un ottavo di finale Slam o un top-20 in classifica, quanto sta accadendo è inspiegabile, quasi mistico. 

Non serve cercare razionalità, non serve analizzare oltre: c'è solo da godere. 

L'Italia è nella storia, e il futuro sembra ancora più luminoso.