Stop all'Educazione Sessuo-Affettiva nelle Scuole Medie: «Siamo al Medioevo». L'Emendamento della Lega Solleva un Vasto Sdegno
Una mossa a sorpresa della maggioranza di governo, guidata dalla Lega, ha bloccato l'introduzione di percorsi di educazione sessuo-affettiva nelle scuole medie. La decisione, maturata in Commissione Cultura proprio all'indomani dell'ennesimo femminicidio, viene duramente contestata dall'opposizione e da diversi esperti, che la definiscono un grave passo indietro per i diritti degli studenti e la prevenzione della violenza di genere.
Il dibattito sull'introduzione dell'educazione sessuo-affettiva nelle scuole italiane è stato bruscamente interrotto da un'azione legislativa che ha suscitato forti polemiche.
In un contesto già teso per l'escalation di casi di femminicidio, la Commissione Cultura ha visto approvare un emendamento – a prima firma Giorgia Latini (Lega) – che di fatto vieta l'attivazione di tali percorsi nelle scuole secondarie di primo grado, ovvero le scuole medie.
La mossa, definita da più parti come un "blitz sconcertante" e "medievale", è passata come modifica al Ddl Valditara.
Non solo l'educazione affettiva era già stata preclusa nelle scuole dell'infanzia e primarie (elementari), ma la nuova disposizione stabilisce che, anche per le scuole superiori, tali attività richiederanno il consenso informato dei genitori.
Un Freno alla Prevenzione e all'Alfabetizzazione Emotiva
Non è possibile fare sconti all'esecutivo, in quanto c'è bisogno di accusarlo di "calpestare la dignità delle persone" e di annullare trent'anni di progresso nell'ambito della prevenzione e dell'alfabetizzazione emotiva.
L'indignazione è palpabile: la censura arriva proprio nella fascia d'età – quella delle scuole medie – che sarebbe considerata la più cruciale per fornire ai ragazzi gli strumenti necessari per la conoscenza di sé stessi, della propria e altrui sessualità, del proprio corpo e per stabilire relazioni sane con il prossimo.
L'opposizione ha duramente condannato la scelta, denunciando un attacco diretto alla libertà d'insegnamento e ai diritti dei ragazzi.
La tesi avanzata è che questa decisione non sia casuale, ma rappresenti un tentativo deliberato di "allevare i futuri figli 'sani' del patriarcato, più soli, più fragili, più inconsapevoli".
Per gli oppositori, l'esecutivo si conferma essere la "maggioranza di governo più regressiva, repressiva e pericolosa di sempre", e la questione dell'educazione sessuo-affettiva non è una battaglia secondaria, ma "LA battaglia" più importante da combattere oggi.
Il Contesto Politico e le Reazioni
L'azione della Lega e della maggioranza di destra trova il plauso dei movimenti Pro-vita e delle associazioni conservatrici che da tempo si battono contro l'introduzione dell'educazione sessuale e di genere nelle scuole, definendola una forma di "indottrinamento ideologico" o un'intrusione nella sfera educativa parentale.
Il Ddl Valditara e il Ruolo del Ministro
L'emendamento è stato inserito nel contesto del Ddl, il cui principale promotore è il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Sebbene il disegno di legge miri a rafforzare l'autorità degli insegnanti e affrontare il tema del bullismo, l'introduzione di un divieto così stringente sull'educazione affettiva è vista come un cortocircuito: come si può combattere efficacemente la violenza e il bullismo senza fornire gli strumenti per l'empatia, il rispetto delle differenze e la gestione delle emozioni e delle relazioni?
Le Evidenze Scientifiche e la Giurisprudenza
Dal punto di vista scientifico e pedagogico, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e numerose istituzioni internazionali raccomandano l'introduzione di un'educazione sessuale completa e basata sui diritti in età precoce, proprio per favorire la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze indesiderate, abusi e, soprattutto, per costruire una cultura del rispetto e del consenso.
Notizie e Reazioni Aggiornate:
- Manifestazioni e Appelli: Immediatamente dopo l'approvazione, diverse organizzazioni studentesche, femministe e per i diritti civili hanno lanciato appelli per la mobilitazione e l'organizzazione di manifestazioni di protesta contro la norma, invitando a "scendere in piazza" per difendere i diritti dei giovani.
- Azione Parlamentare: L'opposizione sta valutando tutti gli strumenti parlamentari, inclusa la possibilità di presentare emendamenti soppressivi o ricorsi, per tentare di annullare o mitigare l'effetto del divieto nelle fasi successive dell'iter legislativo.
La decisione della maggioranza si configura come una netta presa di posizione ideologica che, secondo i critici, rischia di lasciare i ragazzi più soli e impreparati ad affrontare le complesse dinamiche relazionali dell'adolescenza, con potenziali gravi conseguenze sulla salute mentale e sulla lotta alla violenza di genere.


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