Pace Ipotetica e Oscena Passerella Politica: La Realtà Dietro il “Trionfo” di Trump alla Knesset ...ed intanto si ammazza ancora.
Il discorso autocelebrativo del leader americano tra applausi e l’ombra del genocidio, mentre a Gaza viene ucciso un giornalista, Saleh al-Jafarawi, nonostante la tregua. La verità, gridata in Parlamento da due deputati, viene espulsa con la forza.
Mentre i media globali e i canali social gridano allo "straordinario successo" e alle ovazioni riservate a Donald Trump in visita alla Knesset (il Parlamento israeliano), la realtà sul campo e le parole pronunciate dal leader americano dipingono un quadro ben più fosco, macchiato di retorica bellicista e di inaudita indifferenza verso l'enormità del dramma palestinese.
L'entusiasmo per la tregua, per la quale si nutrono forti perplessità riguardo la sua effettiva tenuta e le condizioni imposte, è stato oscurato non solo dalla controversa visita ma anche da un'orrenda notizia giunta da Gaza.
Il Discorso del “Nuovo Churchill”: Retorica, Megalomania e Genocidio
Il lungo discorso di Donald Trump alla Knesset, accolto come un'apoteosi dai sostenitori, dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu e dal suo entourage, è stato da molti definito come uno degli spettacoli più osceni e indecenti, un misto di auto-celebrazione e sistematica falsificazione dei fatti che evoca sinistri paragoni storici (come il discorso di Mussolini del 1925 dopo l’omicidio Matteotti).
Al centro del delirio di onnipotenza, Trump ha di fatto rivendicato la propria complicità nel genocidio palestinese.
Ha dichiarato, con un inquietante orgoglio: "Produciamo le armi migliori e ne diamo molte a Israele... le avete usate bene."
La definizione di "bene" assume un significato agghiacciante di fronte alle cifre (che, secondo fonti critiche, superano i 67.000 civili morti, di cui circa 20.000 bambini).
Non meno inquietante la profezia sul futuro della Striscia: "Questa non è solo la fine della guerra, questa è la fine dell'era del terrore e della morte e l'inizio di un'era di fede, di un'era d'oro per Israele e di un'epoca d'oro per la regione," riecheggiando la controversa idea della "miniera d’oro" già ventilata da esponenti del governo israeliano come Smotrich.
La dichiarazione che "ora il mondo ama di nuovo Israele" è stata accolta con profondo scetticismo, suggerendo che solo i "governi servi e complici" e non i cittadini facciano proprio tale sentimento.
Il Grido di Verità Soffocato nella "Democrazia"
In netto contrasto con l'atmosfera da "sagra di paese" fatta di applausi e risate, un atto di coraggio ha squarciato l'ipocrisia della seduta. I deputati israeliani di sinistra Ofer Kassif e Ayman Odeh si sono alzati in piedi, esponendo due cartelli inequivocabili: “Genocidio” e “Riconoscere la Palestina”.
Queste quattro parole, ritenute "impronunciabili" e "fuorilegge" nell'attuale clima politico israeliano, sono costate ai due deputati l'immediata espulsione forzata dal Parlamento, nel tentativo di non turbare il Presidente americano e interrompere la sua passerella trionfale.
I nomi e i volti di Kassif e Odeh simboleggiano l'unica vera protesta in quel circo mediatico, un atto di accusa contro la pantomima generale.
La Tragica Beffa della Tregua: Ucciso l'Instancabile Testimone Saleh al-Jafarawi
Il cinismo di questa celebrazione della "pace" è stato tragicamente amplificato dalla notizia della morte di un altro giornalista palestinese a Gaza City: Saleh al-Jafarawi.
Il 34enne, voce nota e seguita sui social per i suoi reportage diretti e coraggiosi, è stato ucciso in circostanze drammatiche dopo il cessate il fuoco e nel pieno della "tregua".
Stava documentando le macerie nel quartiere di Sabra quando è stato colpito a morte con sette colpi di arma da fuoco.
Le prime notizie indicano l'esecuzione per mano di milizie collaborazioniste di Israele.
Al-Jafarawi è la vittima giornalistica numero 280, un testimone oculare del genocidio la cui voce è stata tappata nel momento in cui il mondo, prono e compiacente, esulta per una "pace" che non cancella l'orrore.
La sua morte, avvenuta mentre svolgeva il suo mestiere, rappresenta l'ennesima beffa di una situazione in cui la verità continua a essere bandita e la sofferenza di milioni di persone ignorata in nome di una celebrazione politica indecente.
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