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La "Vendetta" Istituzionale: La Riforma sulla Separazione delle Carriere e la Guerra Aperta alla Magistratura





 

Il Senato approva la riforma che stravolge la Costituzione, istituendo la separazione delle carriere dei giudici e un doppio CSM. Il Governo Meloni è accusato di aver dichiarato guerra all'autonomia della magistratura per una "ossessione vittimista" e di aver abusato del servizio pubblico per la propaganda.

Il Senato della Repubblica ha approvato in via definitiva la controversa Riforma della Giustizia, che prevede la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici e l'istituzione di un doppio Consiglio Superiore della Magistratura (CSM)

Il provvedimento, passato con 112 voti a favore della maggioranza di destra-destra, è stato immediatamente etichettato da più parti come un vero e proprio "stravolgimento della Costituzione repubblicana" e un attacco diretto all'indipendenza e all'autonomia di uno dei poteri fondamentali dello Stato.

L'approvazione ha sollevato forti timori per la stabilità democratica del Paese, con l'accusa al Governo Meloni di essersi auto-concesso quei "pieni poteri" a cui la destra ambiva da tempo, sfruttando il silenzio quasi totale del servizio pubblico e la generalizzata indifferenza dell'opinione pubblica.

Un Attacco Sistematico al Principio di Equilibrio

La sintesi del Senatore Verini, secondo cui "la giustizia è uguale per pochi" dopo questa riforma, ha risuonato nelle aule parlamentari, sottolineando il contrasto tra l'equilibrio dei poteri, fondamento di ogni democrazia, e l'azione intrapresa dal governo.

Il Senatore di Alleanza Verdi Sinistra (Avs), Peppe De Cristofaro, ha offerto in Aula una delle analisi più taglienti e necessarie sul dibattito, definendo la riforma come una chiara "vendetta politica".

De Cristofaro ha denunciato una vera e propria "ossessione vittimista" della destra contro quelle che vengono definite le "toghe rosse", un’ossessione che negli anni ha ampliato il suo raggio d'azione:

Il senatore ha respinto l'ipotesi di un "complotto internazionale" tra tutti i magistrati del mondo per danneggiare il Governo Meloni, concludendo che la vera causa è una precisa concezione antidemocratica che non accetta l'equilibrio dei poteri disegnato dalla Costituzione italiana, preferendo l'esempio di figure come l'ungherese Viktor Orbán, accolto con "grande entusiasmo" dalla maggioranza.

"Evidentemente non vi piace la democrazia così come disegnata dalla nostra Costituzione, quella che si fonda sul tema dell'equilibrio dei poteri. Proprio non vi piace."Senatore Peppe De Cristofaro

Lo Spottone su TeleMeloni: Quando la Propaganda Occupa il Servizio Pubblico

A seguito dell'approvazione, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha immediatamente utilizzato il principale telegiornale della prima rete nazionale per uno "spottone elettorale" finanziato dai cittadini. Per 3 minuti e 20 secondi, senza contraddittorio né domande incalzanti, la Premier ha definito la riforma della Giustizia una "occasione storica di avere una giustizia più efficiente e più giusta".

L'episodio ha toccato il culmine quando Meloni ha politicizzato apertamente il prossimo referendum confermativo: "Chi pensa che nella giustizia va tutto bene voterà contro la riforma, quindi voterà No. Chi pensa che invece possa migliorare, voterà a favore della riforma, quindi voterà Sì". 

Questa dichiarazione è stata criticata come un uso distorto e partitico del servizio pubblico per attaccare frontalmente un altro potere dello Stato.

L'Ultimo Argine è il Referendum

Il ricorso a quello che viene definito il modello dell'Ungheria di Orbán — dove il potere politico usa la propria autorità come "clava e vendetta politica" contro qualsiasi organo di controllo, sia esso la magistratura o la Corte dei Conti (rea di aver fatto il proprio dovere su temi come migranti, il Ponte sullo Stretto o l'Albania) — ha reso la posta in gioco altissima.

L'ultimo strumento a disposizione dei cittadini per contrastare questo smantellamento progressivo del cuore della Repubblica resta il Referendum.

La battaglia, come ha sottolineato il Senatore De Cristofaro, si giocherà sull'adesione popolare al voto, con la speranza che la popolazione "respinga questo tentativo, perché vuole vivere in Italia e non in Ungheria". 

La scelta, per molti osservatori, è ormai polarizzata: o si sta con il Governo e la sua visione di potere centralizzato, o si sta dalla parte della Costituzione e dell'indipendenza della Magistratura.

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