Il trionfo di Sinner a Wimbledon: un successo che vorrebbero macchiare con polemiche ingiustificate e assenze istituzionali.
La storica vittoria di Jannik Sinner sull'erba di Wimbledon, un momento di gloria per l'Italia, viene offuscata dalle critiche infondate della stampa inglese e dalla sorprendente assenza delle istituzioni italiane? No si macchiano loro....
Il recente trionfo di Jannik Sinner a Wimbledon, una vittoria storica che ha entusiasmato milioni di italiani, è stato purtroppo accompagnato da una serie di polemiche e critiche surreali, soprattutto da parte di alcuni tabloid inglesi.
Nonostante le prestazioni in campo siano state a tratti inarrivabili, e Sinner abbia dimostrato una superiorità schiacciante, alcuni media hanno cercato di gettare ombre sul suo successo, strumentalizzando la vicenda del Clostebol.
L'attacco dei tabloid inglesi: un "campione compromesso"?
Testate come il "Sun" e il "Daily Telegraph" hanno adottato toni provocatori, giocando sul nome di Sinner (che in inglese significa "peccatore") e arrivando a definirlo un "campione compromesso".
Si è arrivati a sostenere che la sua vittoria non sia stata frutto solo di nervi saldi e resistenza, ma anche di "avvocati molto capaci", insinuando un legame tra la vittoria e il caso doping passato, da cui Sinner è uscito come vittima.
Questa narrazione ignora completamente il fatto che Sinner è stato riconosciuto come una vittima del Clostebol, e che la sua vittoria è avvenuta non grazie, ma nonostante quella spiacevole vicenda.
Fortunatamente, come lo stesso Sinner ha dichiarato, l'atleta preferisce ignorare queste provocazioni, dimostrando una signorilità che contrasta con la bassezza di certe critiche.
In un panorama così avvelenato, spicca la lucida e sentita analisi di Adriano Panatta, una vera leggenda del tennis italiano.
Sul "Corriere", l'ex tennista ha espresso il sentimento collettivo di un'intera nazione, celebrando il successo di Sinner con parole che sono state un balsamo dopo le polemiche.
"Finalmente l’ho visto, so com’è fatto.
Un italiano che vince a Wimbledon..." ha scritto Panatta, descrivendo la sensazione di incredulità e gioia nel vedere Sinner alzare il trofeo.
Ha sottolineato l'immensa importanza di questa vittoria, paragonandola alla conquista di un campionato del mondo del tennis e riconoscendo il merito di Sinner nell'aver battuto campioni del calibro di Djokovic e Alcaraz.
Il suo messaggio, improntato all'orgoglio e alla condivisione di un successo storico, è un esempio di come un campione del passato possa celebrare il presente senza invidia o polemiche sterili.
Al di là delle polemiche mediatiche, il trionfo di Sinner ha evidenziato un'altra nota stonata: l'assenza delle istituzioni italiane.
Ci si sarebbe aspettati un atteggiamento patriottico, simile a quello che si manifesta per una finale dei Mondiali di calcio.
Invece, nessuno del governo si è presentato sul Centrale di Wimbledon per sostenere il campione italiano.
La giustificazione del Ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha dichiarato di aver avuto "bisogno di stare in famiglia", ha lasciato molti perplessi e indignati.
Se per la Spagna erano presenti figure di spicco come il Re Felipe VI, il Ministro dell'Interno e l'ambasciatore, l'assenza del Ministro dello Sport italiano in un momento così significativo per lo sport nazionale è stata percepita come una grave caduta di stile e, per molti, una vera e propria "figuraccia internazionale".
Questa assenza, e la motivazione addotta, sollevano interrogativi sul ruolo e sull'impegno di certe figure istituzionali.
Nonostante le ingiuste critiche e le deludenti assenze istituzionali, il trionfo di Jannik Sinner rimane un momento di pura gioia per il tennis italiano e per tutti gli appassionati.
La sua professionalità, la sua lealtà e la sua innegabile forza in campo hanno parlato più di qualsiasi polemica.
I suoi numerosi tifosi e gli sportivi veri, quelli che riconoscono il merito e la dedizione, sono la vera risposta a chi cerca di macchiare un successo così limpido.
In un mondo in cui la "fogna" mediatica sembra proliferare in ogni ambito, il sorriso di Sinner e la sua integrità rappresentano un faro.
La sua vittoria è un inno ai valori dello sport, alla lealtà e alla capacità di superare le avversità.
In definitiva, a soccombere non saranno i campioni veri, ma chi tenta di denigrarli con argomentazioni vuote e prive di fondamento.
Lunga vita a Sinner, ai campioni e a tutte le persone che incarnano lo spirito più nobile dello sport.
Commenti