Bersani su Vannacci: "Criminalità politica" e le "gambe" di Carola Rackete

L'ex segretario del PD non usa mezzi termini contro le ultime esternazioni del generale, definendole "criminalità politica" e criticando il supporto governativo a una "minoranza che esiste"

Pierluigi Bersani non le manda certo a dire quando si tratta di commentare le recenti esternazioni del generale Roberto Vannacci. 

L'ex segretario del PD, ospite della trasmissione "In Onda", ha smontato con la sua consueta dialettica le affermazioni di Vannacci su Carola Rackete, che aveva dichiarato: "È lei che ha scelto di mostrare le gambe. Non ho fatto altro che rispettare la sua volontà".

Bersani, noto per la sua capacità di chiamare le cose con il loro nome, ha definito le posizioni di Vannacci come "criminalità politica". 

Non è la prima volta che l'ex ministro si confronta dialetticamente (e in passato anche legalmente) con figure che esprimono idee divisive, uscendo spesso vincitore.

Secondo Bersani, Vannacci si atteggia a "genio come Musk e Mussolini", arrogandosi il diritto di decidere chi sia normale e chi no. 

Ha sottolineato come il generale rappresenti "l’idea di gerarchia tra gli esseri umani", una visione che, seppur minoritaria, è una "minoranza che esiste e che è coccolata anche dal governo".

Le parole di Bersani arrivano in un contesto in cui le posizioni di Vannacci continuano a suscitare ampi dibattiti, alimentando un confronto sulle libertà individuali, il rispetto e i confini del discorso pubblico. 

L'intervento di Bersani si distingue per la sua nettezza, confermando la sua fama di voce schietta e senza peli sulla lingua nel panorama politico italiano.