Il dramma di Marah Zuhri: la verità emerge dalla malnutrizione, non dalla leucemia
La diciannovenne palestinese è morta di fame, smentita la propaganda israeliana
La tragica morte di Marah Abu Zuhri, una diciannovenne palestinese, ha sollevato un'ondata di indignazione e controversie.
Dopo settimane di accuse incrociate e informazioni contrastanti, la verità è stata finalmente accertata dai medici dell'ospedale Santa Chiara di Pisa.
A smentire la versione ufficiale israeliana, secondo cui la giovane sarebbe morta di leucemia, sono state le analisi mediche condotte in Italia, che hanno confermato che la causa del decesso è stata una grave malnutrizione.
Parallelamente a questa tragica vicenda, un'altra storia ha scosso l'opinione pubblica italiana: la persecuzione di due professioniste sanitarie, la dottoressa Rita Segantini e l'infermiera Giulia Checcacci.
Le due operatrici, dipendenti dell'ASL Toscana, sono state oggetto di una violenta campagna d'odio sui social media per aver gettato in un cestino alcuni campioni gratuiti di farmaci israeliani.
Il gesto, definito dalle stesse sanitarie "simbolico e innocuo", non ha in alcun modo compromesso le cure dei pazienti, in quanto si trattava di campioni gratuiti, come salviettine e un integratore di sodio e potassio, non destinati a pazienti specifici.
Le due donne sono state costrette a scusarsi pubblicamente dall'ASL per cui lavorano, alimentando ulteriormente il dibattito sulla libertà di espressione e la solidarietà in un contesto di conflitto.
Questo episodio ha sottolineato l'ipocrisia di una società che si indigna per un gesto simbolico, ma rimane indifferente di fronte alle atrocità del genocidio a Gaza, con un bilancio di decine di migliaia di vittime civili.
La storia di Marah e delle due sanitarie del Casentino evidenzia la diffusione di fake news e la strumentalizzazione delle informazioni.
La propaganda israeliana aveva tentato di mascherare le reali cause della morte della giovane palestinese, ma l'impegno di medici indipendenti ha riportato alla luce la verità.
Questa vicenda ha mostrato come, nonostante il fango e le menzogne, la verità riesca a emergere. Un pensiero va a Marah, alla sua famiglia e a tutti coloro che, nonostante le avversità, scelgono di restare umani e lucidi.
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