Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - Richiesta di revocare gli inviti a Gerard Butler e Gal Gadot - Appello degli artisti: "La Mostra rompa il silenzio su Gaza"
La campagna, intitolata Venice4Palestine (V4P)
Un gruppo di oltre 100 attori, registi e artisti di fama internazionale e italiana ha lanciato un accorato appello alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia per chiedere una presa di posizione chiara sul conflitto a Gaza e la revoca degli inviti a celebrità che hanno espresso un palese sostegno all'esercito israeliano.
La campagna, intitolata Venice4Palestine (V4P), ha come obiettivo quello di rompere il "silenzio assordante" che, secondo i firmatari, ha avvolto il mondo della cultura e dello spettacolo di fronte a un "genocidio in diretta".
L'iniziativa, promossa da personalità di spicco del cinema italiano e internazionale, vede tra i suoi sostenitori nomi come Marco Bellocchio, Matteo Garrone, le sorelle Alba e Alice Rohrwacher, Carlo Verdone, Valeria Golino, Toni e Peppe Servillo, e la cantante Fiorella Mannoia. A loro si uniscono figure internazionali come il regista Abel Ferrara.
Al centro della polemica c'è la richiesta di revocare gli inviti a Gerard Butler e Gal Gadot. Sebbene Gal Gadot abbia poi annunciato che non sarebbe stata presente, l'appello ha mantenuto la sua forza simbolica.
La campagna sottolinea che il dissenso non è diretto contro le persone in quanto tali o la loro nazionalità (Butler è scozzese e Gadot israeliana), ma contro le loro posizioni politiche, definite "spaventose", di supporto all'esercito israeliano e a quella che i firmatari definiscono una "pulizia etnica" del popolo palestinese.
Il comunicato degli artisti è un atto di accusa diretto: "Assistiamo, increduli e impotenti, allo strazio di un genocidio compiuto in diretta dallo Stato di Israele in Palestina.
L'appello non si limita alla denuncia, ma propone azioni concrete.
I firmatari chiedono che la Mostra di Venezia garantisca spazi e modalità di narrazione per la Palestina, offrendo una piattaforma per raccontare la sua storia e la sua sofferenza.
In particolare, propongono che lo spazio sul red carpet venga concesso a una delegazione di artisti e attivisti che sfilino con la bandiera palestinese, trasformando un momento di glamour in un'occasione di solidarietà e protesta.
La campagna Venice4Palestine si inserisce in un dibattito più ampio che sta investendo il mondo della cultura, diviso tra chi chiede un maggiore impegno politico e chi sostiene che l'arte debba rimanere neutrale.
I promotori dell'appello, al contrario, sostengono che la cultura, quella "alta", ha il dovere di non voltarsi dall'altra parte e di denunciare le ingiustizie. "Altrimenti non è cultura," si legge nella nota, "è esibizione."
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