Ognuno è libero di accedere al mare in qualsiasi spiaggia ed anche di portarsi il cibo. L'estate italiana tra spiagge "private" e diritti negati, due esempi a Monopoli ed a Mondello, che valgono per tutti...
Regole e legge che sembrano dimenticate, ma il mare e le spiagge sono di tutti.
Gestori dei lidi avvisati.....
L'estate in Italia porta con sé il sole, il mare e, purtroppo, una serie di polemiche e abusi che mettono in discussione un principio fondamentale: l'accesso libero alle spiagge e la possibilità di godere del litorale senza restrizioni ingiustificate.
Negli ultimi giorni, due episodi emblematici, a Mondello (Palermo) e a Monopoli, hanno acceso i riflettori su un problema diffuso: la gestione delle concessioni balneari che spesso confonde il diritto di un gestore a lavorare con l'arroganza di considerare la spiaggia come proprietà privata.
Tornelli a Mondello: quando il mare diventa inaccessibile
La spiaggia di Mondello, una delle perle della costa palermitana, è stata teatro di una situazione che ha sollevato l'indignazione pubblica: l'installazione di tornelli che impediscono l'accesso libero e gratuito al mare.
Questa pratica, oltre a essere moralmente discutibile, è palesemente illegale e incostituzionale.
L'installazione di barriere fisiche come i tornelli rappresenta un'aperta violazione di questa normativa e un'usurpazione di un bene pubblico che, per sua natura, è di tutti.
Nonostante l'evidente irregolarità, in un contesto dove la legge dovrebbe essere applicata con rigore, i gestori responsabili non hanno subito sanzioni adeguate.
Questo fatto alimenta la sensazione di impunità e l'idea che, in Italia, i furbi possano farla franca, anche a discapito dei diritti dei cittadini.
Questa circolare non ribadisce solo l'ovvio, ma fissa un limite invalicabile allo strapotere dei balneari e afferma che no, la spiaggia non è un bene privato, ma è di tutti.
Non mi risulta che siano state prese decisioni del genere altrove...
Monopoli e il "divieto" di portare cibo
Un altro episodio, altrettanto grave e sintomo di un'arroganza fuori controllo, è avvenuto a Monopoli.
Una madre di due bambini, uno dei quali celiaco, si è vista aggredire verbalmente da un gestore di uno stabilimento balneare per aver chiesto di poter portare delle merende per i figli.
La risposta del balneare è stata un'assurda concessione a metà: cibo sì solo per il figlio celiaco, ma "di nascosto" e non per l'altro, che avrebbe dovuto consumare al bar.
Quando la donna ha giustamente fatto notare che nessun regolamento le impedisce di portare cibo, l'uomo ha replicato urlando che la spiaggia è "proprietà privata".
Questa affermazione è completamente falsa e dimostra una profonda ignoranza delle leggi che regolano le concessioni demaniali.
I gestori dei lidi privati non sono proprietari delle spiagge, ma ne hanno una concessione temporanea per gestirle e offrire servizi.
Non possono, in alcun modo, impedire ai bagnanti di portare il proprio cibo e le proprie bevande, a patto che non si trasformi in un bivacco e che si rispettino le norme igieniche e di decoro, evitando di sporcare.
La legge è chiara: i diritti dei bagnanti
Questi due casi non sono isolati, ma rappresentano la punta dell'iceberg di un problema più vasto che si ripresenta ogni estate. La legge italiana è inequivocabile:
- Accesso libero al mare: le spiagge e il mare sono beni pubblici. Nessun gestore di uno stabilimento può impedire l'accesso alla battigia, che deve essere garantito tramite un percorso libero e gratuito.
- Libertà di portare cibo: non esiste alcuna norma che vieti di consumare il proprio cibo su una spiaggia, sia essa libera o in concessione. I gestori possono imporre regole di decoro e pulizia, ma non possono proibire ai bagnanti di portare una merenda o un pranzo da casa.
Il diritto di ogni cittadino di godere liberamente del mare e delle spiagge è tutelato dalla legge.
È fondamentale che i bagnanti conoscano i propri diritti e, di fronte a richieste illegittime o comportamenti arroganti, sappiano come agire.
In caso di abusi, è sempre consigliabile documentare l'accaduto e segnalarlo alle autorità competenti, come la Capitaneria di Porto o la Polizia Locale.
La battaglia per un litorale accessibile a tutti e nel rispetto delle regole è una battaglia di civiltà e di giustizia che va combattuta giorno dopo giorno.
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