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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Il presidente della Comunità ebraica di Milano paragona i leader dell'opposizione al fascismo del '38, provocando l'indignazione e la richiesta di dimissioni. Questo mondo è veramente al contrario?

 



Le Folli parole di Meghnagi sulla sinistra "antisemita" scatenano la bufera. 
Follia di un singolo o rincoglionimento totale?


Una frase che ha il peso di un macigno e che rischia di scuotere le fondamenta del dibattito politico e storico in Italia. 
Walker Meghnagi, Presidente della Comunità ebraica di Milano, ha acceso una bufera mediatica e politica con alcune sue dichiarazioni rilasciate in un'intervista a La Stampa, accusando i leader dell'opposizione di essere una minaccia per gli ebrei.

"Per fortuna c’è la Presidente del Consiglio Meloni e il resto della destra che ci difende. 
Altrimenti torneremmo al ‘38," ha dichiarato Meghnagi. 
"Se al governo ci fossero Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni, a noi ebrei sparerebbero in strada".
L'affermazione ha scatenato un'ondata di sdegno e di reazioni furiose. 

L'accusa, infamante e storicamente insostenibile, ha toccato un nervo scoperto: il parallelismo tra la sinistra italiana e il fascismo, regime che proprio nel 1938 promulgò le leggi razziali contro gli ebrei, in ossequio all'alleanza con la Germania nazista.

Molti, tra cui esponenti politici, storici e giornalisti, hanno immediatamente puntato il dito contro l'enorme incongruenza delle parole di Meghnagi. 

Un rappresentante della comunità ebraica che elogia un partito con radici nel neofascismo – movimento politico erede diretto di quello che perseguitò e deportò gli ebrei – è un fatto che molti considerano inaccettabile. 

Voglio evidenziare anche il fatto che ancora oggi alcuni, se non tutti, esponenti della destra non prendono le distanze dal passato fascista, non celebrano il 25 aprile e mantengono un ambiguo rapporto con la memoria storica.

In risposta, i leader menzionati si sono detti profondamente offesi e hanno chiesto immediate rettifiche. Sebbene non sia ancora arrivata una querela, la possibilità di un'azione legale per diffamazione non è esclusa, data la gravità delle accuse.

La vicenda solleva interrogativi cruciali. 
Le parole di Meghnagi rappresentano un'allucinazione di un singolo o un sentimento più diffuso? 
Molti all'interno della stessa comunità ebraica si sono dissociati dalle sue dichiarazioni, chiedendone le immediate dimissioni e sottolineando che la protezione delle minoranze non può passare attraverso la mistificazione della storia.

Il dibattito ora è aperto e non riguarda solo la politica, ma l'essenza stessa della memoria e dell'identità storica del Paese.

Ed allora visto il genocidio in corso e tutte le altre porcate del Governo Israeliano dovremmo dire che si tratta di nazismo?

Oddio... in un certo senso, si ed è ancora una volta l'assurda visione di un mondo al contrario.
Se un rappresentante della comunità ebraica dice queste stronzate allora dobbiamo cambiare anche la linea cruciale che permette di non confondere il governo di Israele con il popolo ebraico o con l'intera nazione?

Molti cittadini israeliani e molte comunità ebraiche nel mondo sono profondamente critiche nei confronti delle politiche del loro governo e sostengono i diritti dei palestinesi. 
Attribuire a un intero popolo le azioni di un governo eletto democraticamente, o le posizioni di alcuni suoi membri, sarebbe un errore logico e morale.

Allora, Walker Meghnagi, fatti un esame di coscienza, appartenere ad un popolo non significa dover difendere il proprio governo a tutti i costi, specialmente di fronte allo spettacolo indecente e disumano che Israele sta mostrando ad un mondo che è fin troppo compiacente per i suoi porci crimini...
 e se non ti rendi conto della boiata che hai detto, allora non sei degno di rappresentare il tuo popolo.

Se poi il tuo popolo fosse tutto così....
allora vuol dire che per tanti anni, in tanti hanno preso un abbaglio.....

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