Nessuno li ferma ed allora Attacchi a Gaza e vittime civili, giornalisti compresi. Manifestazione contro Netanyahu in Israele.
Le tensioni in Medio Oriente continuano a salire, con una giornata caratterizzata da attacchi a Gaza e da massicce proteste in Israele.
Un mondo sempre più complice che non interviene.
Una serie di attacchi aerei israeliani ha causato la morte di almeno 20 persone a Gaza.
Tra le vittime, una famiglia palestinese di cinque persone, inclusi tre bambini, è stata uccisa in un raid a Mawasi al-Qarara, a nord di Khan Younis. Un altro attacco a Jabalia, nel nord della Striscia, ha provocato un morto e diversi feriti.
Nel frattempo, in Israele, migliaia di persone sono scese in strada per chiedere al governo un accordo immediato per il rilascio degli ostaggi ancora detenuti da Hamas e la fine dei combattimenti a Gaza.
La giornata di protesta, organizzata dall'Hostages and Missing Families Forum, è iniziata all'alba con il blocco dell'autostrada Ayalon a Tel Aviv.
I manifestanti, tra cui molti familiari degli ostaggi, accusano il primo ministro Benjamin Netanyahu di "sabotare" deliberatamente gli accordi di pace per fini politici.
Itzik Horn, padre di uno degli ostaggi, ha denunciato che "l'avanzamento di un piano per occupare Gaza mentre c'è un accordo sul tavolo è una pugnalata al cuore delle famiglie".
Secondo sondaggi citati dai manifestanti, oltre l'80% della popolazione israeliana desidera la fine della guerra e un accordo per il rilascio dei prigionieri.
Le proteste, che si sono svolte in diverse città e davanti alle abitazioni di vari ministri, culmineranno in una grande marcia serale a Tel Aviv.
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