Sgomento, Don Capovilla Espulso da Israele
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Il parroco fermato e cacciato per aver definito "genocidio" ciò che sta accadendo a Gaza.
Sgomento e indignazione nella comunità di Marghera dopo che si è appreso della vicenda che ha coinvolto don Nandino Capovilla, storico parroco del luogo.
Stesso sentimento in tutta Italia.
Il sacerdote, partito per un pellegrinaggio di giustizia e pace in Terra Santa con il gruppo di Pax Christi, è stato fermato all'aeroporto di Tel Aviv, interrogato per ore e infine espulso da Israele con un "decreto di espulsione".
Il prete, considerato un uomo di pace e un fervente sostenitore dei diritti umani, è stato costretto a imbarcarsi su un volo diretto in Grecia, dove è atterrato poco dopo.
L'episodio ha scatenato una vasta eco mediatica e un dibattito acceso sulla libertà di parola e sui diritti dei cittadini.
Il motivo del respingimento sarebbe da attribuire alle sue posizioni pubbliche e alle sue dichiarazioni a favore delle vittime palestinesi.
In particolare, si ritiene che le autorità israeliane abbiano agito in risposta al fatto che don Capovilla aveva definito "genocidio" ciò che sta accadendo a Gaza, una parola che Israele e i suoi sostenitori considerano una grave diffamazione e un'accusa priva di fondamento.
Secondo quanto riportato, don Capovilla è stato trattenuto per circa sette ore, interrogato e trattato alla stregua di un criminale, nonostante stesse viaggiando con un gruppo di pellegrini.
La sua unica "colpa", a detta di molti, sarebbe stata quella di aver espresso un'opinione e di aver mostrato empatia per le sofferenze del popolo palestinese.
Una volta atterrato in Grecia e tornato in possesso del suo telefono, don Capovilla ha preferito non concentrarsi sulle sue disavventure personali.
Le sue prime parole non sono state di rabbia o autocommiserazione, ma un appello lucido e pacato che ha spostato l'attenzione sulla situazione in Medioriente.
"Basta una riga per dire che sto bene", ha scritto. "Le altre [righe] vanno usate per chiedere sanzioni allo Stato che tra i suoi 'errori' bombarda moschee e chiese mentre si continua a fingere sui suoi orrori".
Un messaggio che ribadisce la sua ferma condanna delle violenze, senza fare distinzioni tra luoghi di culto cristiani e musulmani, unendo così le comunità sotto il segno della sofferenza.
La vicenda ha sollevato un coro di solidarietà nei confronti di don Capovilla da parte di politici, attivisti e membri della società civile.
Molti hanno chiesto un intervento deciso del governo italiano in difesa di un suo cittadino, accusando le autorità israeliane di aver violato palesemente i suoi diritti e la sua libertà di espressione.
Per la comunità di Marghera e per chi lo conosce, don Capovilla rimane un "uomo di pace" e un "cristiano vero", le cui azioni e parole sono la prova della sua profonda umanità.
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