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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

​La Puglia si svuota: rincari e spiagge deserte, il Salento è un lusso per pochi


Magari a Ferragosto ci sarà una inversione di tendenza, ma la verità è che a tirare troppo la corda, questo è il risultato.


Inizio agosto in Puglia, ma l'immagine non è quella a cui eravamo abituati: non più spiagge affollate e lidi stracolmi, ma stabilimenti balneari vuoti. 

Particolarmente evidente la situazione nella zona tra Monopoli, Polignano e Mola di Bari, quella che abitandoci, posso notare immediatamente, ma è un campanello d'allarme che risuona in tutta la regione e si estende a macchia d'olio lungo la costa italiana. 

Il Salento poi, non ne parliamo ...

Il motivo è un'ondata di rincari che ha reso la vacanza al mare un lusso per pochi, spingendo molti a optare per mete alternative o a rinunciare del tutto.

​Prezzi fuori controllo: la protesta di turisti e residenti

​La sensazione comune, espressa con forza sia dai residenti che dai turisti, è quella di essere "derubati". 

I prezzi, ritenuti folli e sproporzionati, hanno svuotato stabilimenti balneari e ristoranti. 
Si parla di "frise gourmet" a 17 euro, puccia farcita a 14 euro, un bicchiere di vino e un cartoccio di patatine a 5 euro l'uno. 
Perfino la pizza, un tempo rifugio per chi cercava un pasto economico, ha subito aumenti di 1 o 2 euro. 
Cifre che, moltiplicate per una settimana, rendono insostenibile una vacanza per una famiglia media.
Ma i rincari non si fermano al cibo. 
Un ombrellone e due lettini in località come Gallipoli possono arrivare a costare 90 euro al giorno. 
Al Togo Bay si sfiorano i 100 euro ad agosto, mentre all’Eco Resort di Gallipoli si parte da 80 euro. 
L'aperitivo al tramonto, un rito estivo per eccellenza, è diventato un lusso con cocktail che vanno dai 10 ai 14 euro.

​Non solo lidi: il caro parcheggi e la vita notturna

​Il problema dei costi elevati non si limita agli stabilimenti balneari. 
Anche i parcheggi rappresentano una spesa non indifferente, con tariffe orarie che possono raggiungere i 5 o 6 euro in prossimità dei lidi più frequentati. 
Un costo che si somma alle spese già alte per cibo e servizi in spiaggia. 
Anche le sagre di paese, un tempo sinonimo di prezzi popolari, hanno visto l'introduzione di parcheggi a pagamento obbligatorio, generando malumore tra i partecipanti.

​La vita notturna è un altro capitolo dolente. Sebbene i prezzi per l'ingresso in discoteca siano rimasti più o meno stabili (tra i 15 e i 30 euro), il costo complessivo di una serata, tra drink, parcheggi e trasporti, può superare i 100 euro a settimana. 

Molti giovani, di fronte a queste cifre, preferiscono optare per altre destinazioni, come la vicina Croazia, dove "con dieci euro in discoteca il drink è incluso".

​La denuncia di Assoutenti e le voci di protesta

​Secondo Assoutenti, l'aumento dei prezzi negli stabilimenti balneari è la principale causa dello sfollamento dei lidi in tutta Italia. 

Gabriele Melluso, presidente dell'associazione, sottolinea che "dal Covid in poi i prezzi dei servizi offerti nelle spiagge italiane sono cresciuti senza sosta, senza che i listini venissero poi adeguati al ribasso". 
Una situazione che sta danneggiando l'intero settore turistico della regione.

​A dar voce a questo malcontento ci sono anche personaggi pubblici e volti noti. 

Alessandro Gassmann, con un post su Instagram, si è rivolto direttamente ai gestori degli stabilimenti balneari, invitandoli ad abbassare i prezzi: "Forse avete un po' esagerato con i prezzi e la situazione economica del paese spinge gli italiani a scegliere una spiaggia libera?". 

A lui si sono uniti altri, come il giornalista Salvo Sottile e l'inviato di "Striscia la Notizia" Pinuccio (Alessio Giannone), che hanno puntato i riflettori su una situazione sempre più critica.

​Il grido d'allarme è chiaro: se non ci sarà un'inversione di rotta, il rischio è quello di un crack definitivo per il turismo pugliese. 

La speranza è che la seconda metà di agosto possa portare un po' di respiro a gestori e turisti, ma è evidente che il modello attuale non è più sostenibile.

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