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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Pif demolisce il Ponte sullo Stretto: "Non è una priorità. È un monumento all'ego di Salvini".



L'attore e regista siciliano accusa: "Quei 13,5 miliardi servono per sanità e strade interne, non per un'opera inutile. Prima fate un'infrastruttura degna di un Paese europeo, poi riparliamone".

La critica di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina ha riacceso il dibattito pubblico, evidenziando le priorità infrastrutturali della Sicilia. 

L'attore, regista e conduttore televisivo, noto per il suo impegno civico, ha espresso la sua posizione in un'intervista a "La Stampa," smontando l'opera non solo dal punto di vista pratico ma anche politico e culturale.

Pif ha definito il Ponte sullo Stretto come una "mera, ma costosissima, operazione d’immagine," accusando il suo principale sostenitore, Matteo Salvini, di utilizzarlo come un "monumento a se stesso." 

Secondo Diliberto, il leader della Lega ha cambiato radicalmente la sua posizione sul Meridione e sulle infrastrutture siciliane, passando dal criticare la difficoltà di raggiungere lo Stretto a promuovere con forza il Ponte. Questo cambiamento di rotta, a suo avviso, suggerisce che il progetto sia più una mossa politica per garantirsi una carriera longeva che una soluzione reale ai problemi dell'isola.

Andando oltre la polemica politica, Pif ha sottolineato come il progetto del Ponte, con un costo stimato di 13,5 miliardi di euro, non sia la vera priorità per la Sicilia. 
Ha affermato che investire una somma così ingente per collegarsi alla Calabria, mentre l'isola è afflitta da problemi strutturali, è una scelta politica irresponsabile. 

Ha parlato degli ospedali siciliani che sono in condizioni "da Terzo Mondo," con medici e infermieri che lavorano in situazioni precarie. La priorità, a suo parere, dovrebbe essere l'investimento in un sistema sanitario dignitoso per i cittadini.

Ma tornando ad un discorso più stretto come la rete di trasporti interni, la definizione è "disastrosa". 

Pif ha sottolineato la lentezza esasperante dei collegamenti ferroviari (ad esempio, il viaggio da Trapani a Messina può durare fino a 8 ore) e la dipendenza quasi totale dai pullman, un sistema di trasporto che, a suo dire, favorisce determinate figure politiche. 

Per lui, la soluzione è chiara: investire per una viabilità interna efficiente, con una moderna rete metropolitana, treni efficienti che non vadano a gasolio, e una rete stradale adeguata.

La critica di Pif non è una contrarietà "a prescindere" al Ponte. 
L'artista ha specificato che, una volta risolti i problemi interni della Sicilia, si potrebbe anche discutere del progetto. 
La sua preoccupazione è che un'opera del genere finirebbe per essere inutile se i collegamenti interni rimangono inefficienti. 

Ha riassunto il suo pensiero con una frase dal forte accento siciliano: "questa storia del Ponte è una minchiata pazzesca," per indicare che l'opera, nella situazione attuale, è un'assurdità.

Le parole di Pif, che combinano l'analisi razionale delle priorità con una critica politica diretta, sono diventate un punto di riferimento per chi, come lui, ritiene che la Sicilia abbia bisogno di investimenti mirati a migliorare la vita quotidiana dei suoi cittadini, piuttosto che di grandi opere simboliche.

Invece il progetto del Ponte sullo Stretto, promosso dal governo Meloni, è tornato al centro dell'attenzione dopo decenni di dibattiti. 

In teoria sarebbe pure partito e la società Stretto di Messina S.p.A. è stata rimessa in funzione e il progetto preliminare del 2011 è stato rispolverato, sebbene con costi aggiornati.

Il dibattito non riguarda solo la questione costi-benefici, ma solleva anche preoccupazioni sulla fattibilità tecnica e sull'impatto ambientale e sismico. 

Le perplessità di Pif sono condivise da molti, inclusi esperti e associazioni locali, che sottolineano come i fondi potrebbero essere impiegati in modo più efficace per risolvere le gravi carenze infrastrutturali e sociali che affliggono la Sicilia e la Calabria.

Invece dalle parti del governo gongolano per i miliardi già promessi alle ditte che dovranno occuparsi di questa "minchiata", il "legaiolo" si fa grande e fanno a gara per dedicare la struttura.

Se poi dovessimo fare un gioco di parole e dire che Schifani vorrebbe intitolare il ponte a Berlusconi ....

Beh il gioco è fatto e non so neanche dire cosa fa pii Schifa.... Ehm Schifo.


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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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